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Daniele Banfi
pubblicato il 25-04-2016

Malaria: la battaglia non è ancora vinta



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L'Oms ha dichiarato il nostro continente libero dalla malaria. La malattia però altrove fa una vittima ogni due minuti. Prevenzione la vera arma per sconfiggerla. Oggi la Giornata Mondiale

Malaria: la battaglia non è ancora vinta

Un annuncio atteso da tempo: l'Europa è un continente libero dalla malaria. Ad affermarlo, in occasione della giornata mondiale di oggi dedicata alla malattia, è l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Attenzione però a non abbassare la guardia. Liberi dalla malattia significa che non si stanno più verificando contagi ma finché la malaria non sarà completamente eradicata le persone potranno importare la malattia nuovamente in Europa viaggiando nei e dai Paesi che ce l’hanno ancora. Ecco perché la prevenzione è la vera arma se si considera che nelle zone a rischio la malattia, nel solo 2015, ha causato il decesso di oltre 400 mila persone.

 

MALARIA, IL RUOLO DELLA ZANZARA

A differenza di quanto si possa pensare non è la zanzara la causa della malattia. Essa è solo il vettore con cui la malattia si propaga. La malaria infatti è causata da quattro differenti tipologie di plasmodio, organismi unicellulari appartenenti al regno dei protisti. Per compiere il loro ciclo vitale devono necessariamente replicarsi all'interno dei globuli rossi dell’uomo. Ciò avviene quando la zanzara (del genere Anopheles), tramite una puntura, rilascia dalle sue ghiandole salivari il plasmodio che è così libero di entrare nel circolo sanguigno della persona punta dall'insetto. Allo stesso modo, sempre mediante puntura, il plasmodio può tornare nuovamente nella zanzara e andare ad infettare un'altra persona punta successivamente. Il sintomo principale è la febbre intermittente molto alta. Nelle persone debilitate e nei bambini se non si interviene la malattia può risultare fatale.

 

I NUMERI DEL PROBLEMA

Il numero dei casi locali di malaria nel nostro continente si sono azzerati nel 2015 rispetto ai 90 mila del 1995. L’ultimo caso è stato registrato in Tajikistan nel 2014. Anche se la battaglia in Europa è vinta ci sono però Paesi del mondo dove la malaria rappresenta un vero problema di sanità pubblica. Lo scorso anno, secondo i dati OMS, ci sono stati 214 milioni di casi nel mondo e la malaria ha ucciso 438 mila persone, la maggior parte nell’Africa sub-sahariana. A questi numeri impressionanti si aggiunge un dato ancor più triste: l'80% dei decessi si verifica nei bambini al di sotto dei 5 anni.

 

COME PREVENIRE IL CONTAGIO?

Grazie a campagne di prevenzione della malattia dal 2000 si registra una progressiva diminuzione: oggi siamo al -37% di casi di malaria per anno e -60% della mortalità. Tradotte in numeri queste percentuali significano che sono state salvate oltre sei milioni di vite negli ultimi quindici anni. A contribuire alla riduzione di casi c'è sicuramente la profilassi antimalarica: l’artemisina -la molecola attiva contro il plasmodio- ha realmente cambiato la storia della malattia. Purtroppo però sono sempre più frequenti i fenomeni di resistenza verso questo farmaco. Le terapie standard infatti prevedono l’associazione di questa molecola con più farmaci. Un fenomeno quello della resistenza che si è generato in gran parte per l’uso indiscriminato -anche quando non si tratta di malaria - del farmaco. Ecco perché è vietato abbassare la guardia. Accanto alle terapie - ma non meno importante - è la bonifica del terreno. Ma il metodo in assoluto più efficace per abbattere i casi - secondo gli esperti - è l’utilizzo delle zanzariere impregnate di insetticida. Strategie che, unite insieme, hanno contribuito dal 2000 a oggi, in oltre 57 Paesi - di abbattere i casi di malaria del 75%.


@danielebanfi83

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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