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La comunicazione negli ospedali

Chi lavora in ospedale deve mettersi in testa che quasi sempre ha di fronte persone che necessitano di gentilezza e rassicurazioni

La comunicazione negli ospedali

Si comunica  nei nostri ospedali? Vengono date correttamente le informazioni a parenti e famigliari? Esiste una preparazione degli operatori a dare informazioni? E ancora, vengono date diverse versioni dello stesso caso a seconda di chi viene interpellato?

Leggiamo spesso nelle lettere ai giornali che tizio è insoddisfatto del tempo concessogli  per capire bene la sua situazione, che il linguaggio  usato  era troppo specialistico e incomprensibile, che gli interlocutori erano stati sgarbati e poco disponibili.  

Certo, è indubbio che i ritmi di lavoro non facilitano nei nostri ospedali i rapporti tra operatori ed utenza, ma questo è spesso un alibi per  giustificare un disimpegno inveterato  a fronte di un problema che con buona volontà individuale  e senso di responsabilità potrebbe essere superato. E il problema non riguarda solo il personale sanitario ma investe tutti indistintamente, da chi sta al centralino o agli sportelli, ai  portieri e ai vari funzionari amministrativi

Chi lavora in ospedale deve mettersi in testa che gli  interlocutori sono, il più delle volte, persone in difficoltà e in una posizione di debolezza, che hanno dubbi e sono in ansia per  gli esami che devono  fare, che sono anziani e devono esser guidati nei percorsi. Tutti soggetti che necessitano di gentilezza e di operatori che diano fiducia e sicurezza. Che fare dunque ?

In primo luogo  impegnarsi a livello personale , sforzandosi  di cambiare, riflettendo che se fossimo noi al posto dei nostri interlocutori esigeremmo altri comportamenti. Secondariamente capire che la cura è una cosa importante ma che il rapporto umano, di cui la comunicazione è elemento preminente, è di per se già una cura e  che fa bene quanto una medicina. Terzo  comprendere che dare tempo  e ascolto non è perdere tempo  ma miglioramento del sistema assistenziale.

Da ultimo l’università ,le varie scuole di specializzazione, le aziende ospedaliere stesse devono inserire nei loro programmi corsi formativi per tutti i dipendenti sull’argomento .

Alla lunga ci troveremmo di fronte ad operatori capaci non solo nel dialogare tra loro, ma disponibili a dare  dati e notizie con un linguaggio semplice e privo di tecnicismi

Alberto Scanni



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