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Alimentazione
Fabio Di Todaro
pubblicato il 26-05-2017

Non esiste una obesità sana



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Una ricerca inglese conferma come, anche in assenza di ipertensione, diabete, o ipercolesterolemia, l’obesità è accompagnata da un maggior rischio cardiovascolare

Non esiste una obesità sana

Nessuno, tra medici e ricercatori, ha più dubbi. L’obesità sana non c’è. I chili di troppo avvicinano alcuni fattori di rischio - come l’ipertensione, la sindrome metabolica, l’ipercolesterolemia - che a loro volta rappresentano un terreno fertile per malattie acute (infarto del miocardio e ictus cerebrale) e croniche (diabete di tipo 2, diversi tumori).

Ma in realtà l’eccesso di peso va tenuto in debita considerazione anche in assenza di questi fattori di rischio. Una ricerca presentata nel corso dell’ultimo congresso europeo sull’obesità, appena conclusosi a Oporto, ha infatti svelato come anche gli obesi «metabolicamente sani» siano in realtà esposti alle complicanze cardiovascolari derivanti dai chili di troppo.

 

LA RICERCA SU 3,5 MILIONI DI INGLESI

Gli studiosi dell’Istituto di ricerca in salute applicata dell’università di Birmingham hanno presentato i risultati di un’indagine condotta su 3,5 milioni di adulti: tutti senza precedenti cardiovascolari. Per determinare il profilo di rischio metabolico, i ricercatori hanno suddiviso il campione in base all’indice di massa corporea e alla presenza (o assenza) di tre anomalie metaboliche: come l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il diabete di tipo 2. Per essere classificati come obesi «metabolicamente sani», occorreva avere un indice di massa corporea inferiore a 30 e nessuna delle alterazioni del profilo metabolico che spesso accompagnano l’eccesso ponderale.

A seguire, attraverso il follow-up, è stato determinato il rischio di sviluppare quattro condizioni cardio e cerebrovascolari: una malattia coronarica, un attacco ischemico transitorio, un’insufficienza cardiaca o una patologia a carico delle valvole cardiache. S’è così scoperto che, rispetto alla popolazione normopeso, gli obesi cosiddetti «metabolicamente sani» avevano un rischio più alto di sviluppare tutte le condizioni sopraindicate.

Un aumento considerato sempre significativo, dal punto di vista statistico, e indipendente dall’abitudine al fumo. L’analisi ha inoltre svelato che le probabilità risultavano aumentare al crescere delle anomalie metaboliche.

LA SINDROME METABOLICA AUMENTA IL RISCHIO DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI?

 

NON ESISTE UN’OBESITA’ «SANA»

Conclusioni che evidenziano una volta in più il danno che l’obesità può arrecare alla salute. «Abbiamo avuto la conferma che, a prescindere dalla presenza o meno di alterazioni metaboliche, il personale sanitario ha il dovere di incentivare la perdita di perso nelle persone in sovrappeso o obese», afferma Rishi Caleyachetty, epidemiologo dell’Università di Birmingham e autore della ricerca. «Di conseguenza non esistono obesi sani, dal momento che tutti risultano esposti a una maggiore probabilità di andare incontro a un evento dannoso a carico dell’apparato cardiocircolatorio».

Conclusioni valide anche per i piccoli in sovrappeso o obesi, più portati rispetto ai coetanei esili a diventare degli adulti in eccesso di peso e dunque con un maggior rischio cardiovascolare. Le conclusioni non lasciano spazio ai dubbi: non esiste un’obesità che fa bene alla salute.


Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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