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Le parole che curano: «vaccinoso»

Esercizio di facondia a favore della prevenzione e contro chi specula sulla fiducia delle persone

Le parole che curano: «vaccinoso»

La Procura del Repubblica di Trani ha finalmente chiarito anche sul piano giuridico, riconoscendo la falsità scientifica del nesso tra autismo e vaccinazioni. Si tratta di un passaggio importante che allinea la giurisprudenza a quel che è una certezza condivisa dal mondo medico a livello internazionale.

Sono numerosi, incisivi e per niente disinteressati i tentativi di incrinare la fiducia verso uno dei più portentosi strumenti della medicina moderna per salvare vite umane e migliorare la qualità della vita delle persone.

Recentemente si sta facendo un gran parlare di un potenziale vaccino contro i tumori. Il mondo della medicina ha accolto con grande attenzione questa prospettiva che, se confermata dall'esito delle sperimentazioni cliniche, rappresenterebbe una vera rivoluzione in campo medico, intervenendo sul piano della prevenzione contro uno dei grandi mali del nostro tempo e su una delle principali cause di morte.

La scoperta di un vaccino contro il cancro è di per sé una notizia potente e dalle ricadute benefiche su tutto il mondo dei vaccini, che spero contribuisca a restituire credibilità e riguardo verso le armi della prevenzione e non solo in campo oncologico. Dalle meningiti alla rosolia, dalle polmoniti al morbillo, dal tetano al fuoco di Sant'Antonio, i vaccini attualmente disponibili sono ancora sottoutilizzati e l'istituzione delle anagrafi vaccinali resta ancora scritta solo nel libro delle buone intenzioni.

Eppure le vaccinazioni portano con sé un tale carico di significati positivi che potrebbero, a ragione, trovare la sintesi un un nuovo aggettivo, da utilizzare ogniqualvolta si voglia indicare un gesto piccolo che mette al riparo da sciagure future: vaccinoso.

Fare allacciare le cinture in auto è vaccinoso, consigliare ai propri cari di fare esami di prevenzione, costruire con criteri antisismici, non vendere alcolici ai minorenni, sostituire l'accensione di una sigaretta con un bacio, sono tutte cose vaccinose.

Vorrei che entrasse nel vocabolario della lingua italiana. Ma per centrare l'obiettivo occorre - come hanno spiegato dall'Accademia della crusca a proposito del l'aggettivo petaloso - che la parola sia bella e chiara. Ma non basta.

"Una parola nuova non entra nel vocabolario quando qualcuno la inventa, anche se è una parola “bella” e utile. Perché entri in un vocabolario, infatti, bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e che tante persone la capiscano".

E se fosse anche una parola nuova a riportare fiducia verso la pratica delle vaccinazioni? Dopo le tante parole dette a sproposito e spesso in maniera interessata e avida per gettare fango sulle vaccinazioni, se la fiducia delle persone ripartisse proprio da una parola che si diffonde in maniera....virale? Questo sì sarebbe vaccinoso!

"È così che funziona - ricordano i consulenti linguistici dell'Accademia della Crusca - non sono gli studiosi, quelli che fanno i vocabolari, a decidere quali parole nuove sono belle o brutte, utili o inutili. Quando una parola nuova è sulla bocca di tutti (o di tanti), allora lo studioso capisce che quella parola è diventata una parola come le altre e la mette nel vocabolario".

Vaccinoso. Anzi, vaccinosissimo.

Marco Magheri
@MarcoMagheri 



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