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Sigarette elettroniche

Sigarette elettroniche
 

COSA SONO

Le sigarette elettroniche (e-cig, dall’inglese electronic cigarette) sono dispositivi elettronici con cui si vaporizza un liquido, il vapore così prodotto viene inalato allo stesso modo in cui viene inalato il fumo delle sigarette tradizionali. Quando ci si riferisce alle sigarette elettroniche in genere non si usa il verbo fumare, ma il verbo “svapare”. L’atto di svapare, detto anche “svapo”, simula la dinamica e l’esperienza sensoriale del fumatore che si accende e si fuma una sigaretta.

Le sigarette elettroniche sono state inventate in Cina all’inizio degli anni Duemila e introdotte nel nostro Paese circa un decennio fa. Le statistiche dicono che in Italia le utilizza il 2,4% delle persone dai 14 anni in su (dati ISTAT 2020). La percentuale non è elevata, ma in aumento, infatti era solo l’1,5% nel 2014. La fascia di popolazione maggiormente attratta dalle e-cig è quella dei giovani tra i 18 e i 24 anni, fascia in cui la percentuale di utilizzatori si aggira intorno al 4%.

 

COME SONO FATTE

Ne esistono diversi tipi, ma tutte contengono tre elementi essenziali:

  • la cartuccia o serbatoio, che contiene la soluzione da vaporizzare
  • l’atomizzatore, che contiene una resistenza che si riscalda e nebulizza il liquido
  • la batteria, che alimenta l’atomizzatore

Per venire incontro ai gusti dei consumatori viene venduta una vasta gamma di soluzioni da nebulizzare. Le varie miscele contengono acqua, glicole propilenico, glicerolo, aromi, altre sostanze e una quantità variabile di nicotina.

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Il fumo. Una dipendenza che mette a rischio la salute

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GLI EFFETTI SULLA SALUTE

I dati sinora raccolti suggeriscono che le sigarette elettroniche sono meno dannose delle sigarette tradizionali, ma che non sono prive di effetti che dipendono anche da cosa e da come si svapa. Il fatto che siano prodotti di uso recente e che non siano stati messi a punto dei metodi standard per testarle rende ancora difficile stabilire in che misura la loro potenziale pericolosità si traduca in danni reali all’organismo. In particolare, serviranno ancora anni di osservazione e diversi studi per decretare con certezza se esiste un’associazione tra l’uso di sigarette elettroniche e cancro.

È accertato che svapare ha effetti biologici sull’organismo, per esempio aumenta la pressione sanguigna. Inoltre, alcuni svapatori presentano sintomi quali tosse e respiro affannoso. Queste evidenze, unite ai risultati di studi di laboratorio che mostrano che vanno ad agire su meccanismi cellulari, per esempio promuovendo lo stress ossidativo, portano a concludere che le e-cig non possono essere considerate innocue.

Poiché nelle sigarette elettroniche manca il processo di combustione del tabacco, chi svapa è meno esposto a sostanze cancerogene e tossiche rispetto a chi fuma le sigarette tradizionali, tuttavia le sigarette elettroniche contengono ed emettono sostanze potenzialmente pericolose. Riscaldando il glicole propilenico (l’ingrediente responsabile del “fumo sintetico” emesso dalla sigaretta elettronica) e il glicerolo contenuti nelle soluzioni da nebulizzare si ha la formazione di formaldeide, una sostanza cancerogena. Nel vapore delle sigarette elettroniche sono presenti elevate concentrazioni di particelle ed è ormai dimostrato che il particolato può provocare il cancro, tanto è vero che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro (IARC) lo ha inserito tra gli agenti per cui esistono sufficienti prove di attività cancerogena.

Le e-cig contengono poi metalli pesanti, quali nichel, argento, titanio e cromo. Gli aromi utilizzati nei liquidi delle cartucce sono considerati sicuri se introdotti nel corpo per ingestione, non è chiaro invece quale sia il loro effetto quando sono riscaldati e inalati; per esempio, il diacetile, un aroma che si trova anche nel burro, è sicuro quando viene ingerito, ma se è inalato ad alte dosi per periodi prolungati può causare bronchiolite. Infine, se la ricarica contiene nicotina, questa agisce esattamente come la nicotina presente nel tabacco, esercitando effetti dannosi sul sistema cardiovascolare e generando nel consumatore una vera e propria dipendenza.

Nel 2019-2020 negli Stati Uniti sono stati registrati circa 2.800 pazienti con gravi danni polmonari legati all’uso delle sigarette elettroniche, una settantina dei quali è deceduta. Alla malattia associata allo svapo è stato dato il nome di EVALI (E-cigarette, or Vaping, product use Associated Lung Injury). I pazienti erano principalmente giovani: il 76% aveva meno di 35 anni e il 15% meno di 18. Uno studio dei Centri per il Controllo delle Malattie (CDC) americani ha suggerito che l’EVALI possa essere causata dall’inalazione di vitamina E acetato, una sostanza utilizzata per produrre e-cig contenenti THC (uno dei principi attivi della cannabis), vendute sul mercato illegale; questa ipotesi non esclude la possibilità che siano coinvolte anche altre sostanze. In generale, è sempre raccomandabile non acquistare e utilizzare prodotti la cui origine è dubbia.

 

IL PARERE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Nell’aprile del 2021 lo SCHEER, il Comitato sulla Salute, l’Ambiente e i Rischi Emergenti (Scientific Committee on Health Environmental and Emerging Risks), ha pubblicato la sua opinione finale sulle sigarette elettroniche. Questo comitato scientifico aveva ricevuto dalla Commissione Europea l’incarico di esaminare la letteratura scientifica e tutte le informazioni disponibili per stabilire l’effetto dell’utilizzo dei nuovi dispositivi elettronici sulla salute.

Lo SCHEER ha evidenziato alcuni possibili rischi conseguenti all’uso delle e-cig, concludendo che esistono:

  • evidenze di moderata qualità di rischio di irritazione delle vie respiratorie
  • evidenze di moderata qualità di rischio di effetti sistemici a lungo termine sul sistema cardiovascolare
  • evidenze di qualità da debole a moderata di rischio di cancerogenicità del tratto respiratorio dovuta a esposizione prolungata e cumulativa a nitrosamine, formaldeide e acetaldeide
  • forti evidenze di rischio di intossicazione e di lesioni da bruciatura o esplosione, anche si tratta di eventi rari.

Lo SCHEER ha inoltre concluso che è sci sono prove di moderata qualità che le sigarette elettroniche rappresentano una porta d’ingresso verso il fumo per i giovani; ci sono prove assolutamente convincenti che gli aromi abbiano un ruolo determinante nell’attrarre i potenziali consumatori e incentivare l’iniziazione, per questo motivo è stato proposto di vietarli, analogamente a quanto fatto per le sigarette tradizionali (le sigarette aromatizzate sono vietate da una direttiva dell’Unione Europea entrata in vigore il 20 maggio 2020). Lo SCHEER ha concluso che le evidenze a sostegno del fatto che l’utilizzo delle sigarette elettroniche aiutano a smettere di fumare le sigarette tradizionali sono deboli, mentre ci sono evidenze deboli-moderate che sono utili a ridurre l’intensità del consumo di tabacco. Accade molto spesso infatti che i fumatori iniziano a utilizzare anche la sigaretta elettronica, ma non interrompono il consumo delle sigarette tradizionali, diventando così “dual users” (doppi utilizzatori).

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