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Cardiologia
Francesca Morelli
pubblicato il 14-01-2013

Le nuove Linee Guida contro la Fibrillazione Atriale



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Italiani disinformati sulla sintomatologia della malattia e sull'aumento del rischio di danni cerebrali, 5 volte superiore alla norma. Promossa da 39 Paesi una Carta internazionale per combattere questa patologia che denuncia un pesante impatto sulla qualità della vita e la spesa sanitaria

Le nuove  Linee Guida contro la Fibrillazione Atriale

È il più comune dei disturbi del ritmo cardiaco, ma la fibrillazione atriale resta anche la più sottovalutata a causa della sintomatologia ‘troppo’ generica. A denunciarlo è una indagine del Censis, presentata di recente a Roma, che mette in guardia gli italiani sull’importanza di meglio conoscere questa patologia e dei rischi ai quali si correla, primo fra tutti l’ictus.

LO STUDIO – Un individuo su quattro di età superiore ai 40 anni soffre di fibrillazione atriale, ma è sconosciuta da quattro italiani su dieci. Eppure ad esserne colpiti sono oltre 850 mila persone. «L’elevata incidenza di questa patologia – spiega Roberto Ferrari Past-President della European Society of Cardiology e Professore ordinario di Cardiologia dell’Università di Ferrara - richiede invece azioni di sensibilizzazione rivolte ad una informazione chiara e capillarizzata». Infatti le ultime stime Censis attestano che una persona su sei non è consapevole che la fibrillazione atriale è tra le principali cause di insorgenza dell’ictus, con conseguenze anche letali. «Il ritardo diagnostico o il mancato trattamento – continua il Professor Ferrari – sono infatti responsabili del decesso di metà dei pazienti nell’arco di dodici mesi o di rischio di invalidità con punte anche del 60%».

LE MANIFESTAZIONI – Palpitazioni, vertigini, dolore al torace, affanno e senso di stanchezza: sono questi i primi campanelli di allarme della fibrillazione atriale, tuttavia facilmente confondibili con altre patologie più generiche. «Ecco la ragione per cui occorre fin da subito eseguire visite specialistiche – continua il cardiologo – con l’impostazione di una terapia mirata a base di anticoagulanti per ridurre il rischio di ictus cerebrale e lo stretto monitoraggio della risposta al trattamento da parte del medico di base, referente del paziente in più del 70% dei casi, e figura chiave di collegamento con lo specialista». Le previsioni, per questa patologia, non sono rosee: nel 2050 si ipotizza che i casi di fibrillazione atriale raddoppieranno con una ricaduta importante sullo stato di salute della collettività e la spesa sanitaria. Da qui, la necessità di un impegno concreto da parte delle istituzioni e del mondo scientifico per analizzare e proporre soluzioni efficaci a contrastarla. È con questo obiettivo che è stata presentata in Senato la ‘Carta Globale del Paziente con Fibrillazione Atriale’, un documento promosso in 39 Paesi dalle 70 maggiori associazioni di cura ed associazioni di pazienti con problematiche cardiologiche, che ha raccolto le cinque nuove linee guida per il suo trattamento: diagnosi tempestiva; prevenzione, con creazione dei registri nazionali degli ictus; migliori cure; miglioramento delle conoscenze e della pratica clinica del personale sanitario; tecnologie innovative disponibili tempestivamente e in maniera appropriata.

Francesca Morelli


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