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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 20-09-2016

Come affrontare l’ipotensione post-prandiale?



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Cesare Fiorentini, direttore sviluppo area clinica dell'Istituto Monzino (Milano), spiega come fronteggiare il disturbo, diffuso soprattutto tra gli anziani

Come affrontare l’ipotensione post-prandiale?

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«Sono in terapia con farmaci antipertensivi e soffro di frequenti episodi di ipotensione post-prandiale. Come li si può prevenire?

Rosa M.


Risponde Cesare Fiorentini (nella foto), direttore del programma sviluppo area clinica dell’Irccs Monzino di Milano


L’ipotensione post-prandiale è legata a un’alterazione nel controllo della pressione arteriosa che si manifesta dopo i pasti. Gli episodi si verificano soprattutto negli anziani, in cui la rigidità delle pareti delle arterie determina una precaria regolazione della pressione sanguigna. Ma le prime avvisaglie possono giungere anche in persone adulte che fino a quel momento hanno goduto di un buono stato di salute.


La causa dell’ipotensione post-prandiale è da ricercare nel maggiore afflusso di sangue che dopo i pasti si registra a livello di stomaco, fegato e della prima parte dell’intestino, a danno di altri organi, più grave se si verifica a livello coronarico e cerebrale. Ad esempio, in quest’ultimo caso si avvertono i sintomi tipici descritti da chi ne soffre: capogiri, difficoltà visive, sensazione di mancamento, debolezza e sudorazione accentuata. Un altro esempio di alterata regolazione è dato dall’ipotensione ortostatica, che si manifesta con un brusco calo della pressione sanguigna quando si passa dalla posizione sdraiata a quella eretta e che in alcuni casi comporta la caduta. Simili episodi possono verificarsi sia in persone sane sia in chi già assume farmaci antipertensivi. Se nelle prime il manifestarsi di episodi di ipotensione post-prandiale richiede il consulto dello specialista, per avviare eventualmente una terapia, chi è già in cura è chiamato a consultare il proprio medico per rimodulare lo schema terapeutico. 


Tra le varie categorie di antipertensivi, i sartani sono quelli che favoriscono un calo meno drastico della pressione arteriosa. Serve più prudenza, invece, se si assumono gli Ace-inibitori, soprattutto nei primi giorni di assunzione, che nei casi più severi potrebbero richiederne la sostituzione. Più che alla categoria dei farmaci, però, occorre prestare attenzione alle dosi e ai tempi di somministrazione. Se si accusano episodi di ipotensione post-prandiale, il primo passo da compiere è assumere gli antipertensivi lontano dai pasti. D’aiuto è anche la dieta: meglio evitare pasti troppo abbondanti, accompagnati da bevande alcoliche e superalcoliche. Importante è anche valutare la regolazione della glicemia, che se alterata può contribuire all’innesco di fenomeni accentuati di vasodilatazione e vasocostrizione: con un conseguente alterato afflusso di sangue a livello periferico. Per fronteggiare la crisi è invece utile sdraiarsi per terra, con le gambe alzate e bere acqua. Di norma, in questo modo, la situazione torna alla normalità nel giro di pochi minuti.

 

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