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Oncologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 04-12-2013

Per la salute della prostata meglio evitare i cibi fritti



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Le cotture ad alte temperature aumentano il rischio di sviluppare il cancro della prostata. Pomodori e crucifere fondamentali per la prevenzione

Per la salute della prostata meglio evitare i cibi fritti

Dieta e prevenzione delle neoplasie: il legame è sempre più stretto, anche quando il tumore non riguarda un organo dell’apparato digerente. In pochi lo immaginerebbero, ma alcune precauzioni a tavola possono ridurre il rischio di sviluppare il tumore alla prostata, la forma cancerosa più diffusa nei Paesi Occidentali negli uomini oltre i 50 anni. In Italia, stando ai dati dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (Aiom), ne soffrirebbero poco meno di 220mila persone.

PRUDENZA CON LE FRITTURE

Che il tumore alla prostata sia il più diffuso tra gli uomini in una determinata area geografica non è una novità assoluta, ma lascia pensare che la dieta giochi un ruolo importante nell’aumentata incidenza della malattia. L’ultima evidenza emerge da uno studio pubblicato su The Prostate e sostenuto dal National Cancer Institute e dal Fred Hutchinson Cancer Research Center che hanno voluto indagare il ruolo di una dieta ricca di cibi fritti in relazione al cancro della prostata. Alla ricerca hanno preso parte oltre 1500 uomini affetti da cancro prostatico, messi a confronto con altrettanti soggetti sani di età compresa tra i 35 e i 74 anni. A tutti è stato chiesto di compilare dei questionari relativi alle abitudini alimentari, ponendo l’attenzione sulla frequenza di consumo di cibi fritti. L’associazione tra abuso di fritture e insorgenza di cancro alla prostata è risultata statisticamente significativa: negli uomini che avevano dichiarato un consumo medio di tali alimenti di una o più volte a settimana, è stato notato un aumento percentuale del rischio di ammalarsi oscillante tra il 30 e il 37%. «La frittura a immersione espone gli alimenti ad alte temperature e rappresenta un fattore di rischio per il cancro della prostata - spiega Vittorio Krogh, responsabile dell’unità di epidemiologia e prevenzione dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Tale tipo di cottura porta alla formazione di sostanze potenzialmente cancerogene come l’acrilamide, le amine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici».

PREVENZIONE A TAVOLA

Quello condotto a Washington è il primo studio che mette in relazione un elevato consumo di cibi fritti con un’aumentata incidente di tumore alla prostata. Ma in passato anche altri metodi di cottura ad alte temperature (sulla piastra, barbecue) erano stati collegati alla neoplasia. Allo stato attuale, il mantenimento del peso corporeo ideale, un frequente consumo di pomodori (ricchi in licopene) e crucifere, un impiego non eccessivo di latte, latticini e carne rossa sono le raccomandazioni utili per un uomo che vuole prevenire il cancro della prostata.

 


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