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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 10-02-2017

Infezione da Papillomavirus: giovani promossi a metà



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Un terzo dei ragazzi italiani pensa che l'Hpv, il papilloma virus umano, colpisca solo le donne. Sanno che esiste il vaccino ma spesso ignorano l'utilità anche nei maschi. I risultati di un'indagine condotta dal Censis

Infezione da Papillomavirus: giovani promossi a metà

Quasi la totalità dei ragazzi italiani - il 93,8% nella fascia dai 12 ai 24 anni - è conscia del rischio delle malattie sessualmente trasmesse. Eppure, quando si parla di infezione da papilloma virus (HPV), il dato cala bruscamente: solo il 63,6% ne ha sentito parlare. Chi lo conosce però sa bene che esiste un vaccino (7 su 10) anche se non sempre è chiaro cosa possa prevenire. E’ questa la fotografia che emerge da una ricerca realizzata dal Censis presentata nei giorni scorsi a Roma.

 

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CHE COS’E’ HPV?

Il papilloma virus umano è uno dei tanti virus che attaccano l’uomo. La sua pericolosità sta nel fatto che una sua eventuale infezione può portare, sul lungo periodo, ad un aumento delle probabilità di sviluppare un tumore nella sede dove il virus è entrato nel nostro corpo. Una “relazione pericolosa” stabilita per la prima volta da Harald Zur Hausen, Nobel per la medicina nel 2008. A lui il merito di aver scoperto la relazione tra infezioni da papilloma virus e aumentato rischio di sviluppo del cancro dell’utero. Ad oggi si calcola che esistona circa 100 tipi di papilloma virus differenziati in base al genoma. Alcuni sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi, altri sono in grado di produrre lesioni potenzialmente in grado di generare il tumore della cervice.

 

 

NON COLPISCE SOLO LE DONNE

Ma a differenza di quanto si possa pensare l’utero non è il solo bersaglio del virus. Anche se la maggior parte dei virus di questa famiglia causa malattie non gravi, alcune tipologie possono portare allo sviluppo di condilomi genitali, tumori del cavo orale, dell'ano, dell'esofago e della laringe. I dati presentati parlano chiaro: solo il 37,1% di chi ha sentito parlare dell'HPV sa che il virus è responsabile di tumori che riguardano anche l’uomo, come quelli anogenitali. Non solo, il 33 % pensa che questo virus colpisca esclusivamente le donne.

 

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IL VACCINO FUNZIONA

Fortunatamente da diversi anni è stato sviluppato un vaccino che ha cambiato la storia delle malattie associate alle infezioni da papilloma virus. Vaccino definito dal New England Journal of Medicine una vera e propria pietra miliare nella prevenzione del cancro dell’utero. Somministrato inizialmente nelle adolescenti - prima dell’inizio dell’attività sessuale - il vaccino contribuisce ad abbassare sensibilmente (del 98%) il rischio di sviluppare la malattia. Uno strumento che i giovani cominciano sempre di più a conoscere: Il 70% degli intervistati nella fascia di età 12-24 anni che hanno sentito parlare di Hpv sa che esiste un vaccino specifico, in particolare le ragazze (il 79,8% a fronte del 55% dei maschi).

 

 

VIA LIBERA NEI MASCHI

Attenzione però a non pensare che virus e vaccino siano argomento esclusivamente femminile. I maschi infatti - proprio per l’assenza di un test che dimostri l’avvenuta infezione - fungono da veicolo di trasmissione del virus. Ecco perché da qualche tempo alcuni stati hanno introdotto la possibilità di estendere la vaccinazione anche ai maschi in giovane età. Una strategia dal duplice effetto: vaccinando i maschi da un lato si evita loro la possibile comparsa di tumori associati al virus, dall’altro si argina l’infezione evitando che venga passata alla donna. Non è un caso che il Ministero della Salute, nel nuovo calendario vaccinale, abbia introdotto il vaccino HPV anche nei maschi.  

 

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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