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Pediatria
Redazione
pubblicato il 06-12-2012

Sei abile nei videogiochi? Diventerai un grande chirurgo



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In una sperimentazione alcuni giovani, messi alla prova con un simulatore di videochirurgia, hanno dimostrato una particolare abilità chirurgica

Sei abile nei videogiochi? Diventerai un grande chirurgo

In una sperimentazione alcuni giovani, messi alla prova con un simulatore di videochirurgia, hanno dimostrato una particolare abilità chirurgica

Se sei un ragazzo appassionato di videogiochi, avrai una chance in più se sceglierai la carriera di chirurgo. Tutto è partito dalla sorpresa provata da un chirurgo americano dell’università del Texas, il dottor Sami Kilic, quando ha visto che il suo ragazzo adolescente, un fan dei videogiochi,  se la cavava molto brillantemente una volta messo ai comandi di un simulatore di chirurgia, che era a disposizione del pubblico  durante un  congresso. «Senza nessun insegnamento preliminare, mio figlio si è trovato immediatamente a suo agio con la tecnologia e con il tipo di movimenti necessari per operare con l’aiuto del robot», ha detto il papà-chirurgo. 

POTENZA DEI VIDEOGIOCHI? Per verificare che non si trattasse di una particolare abilità del figlio, il chirurgo americano ha voluto fare un prova, da cui poi ha ricavato uno studio. Ha messo alle prese con il simulatore di videochirurgia tre diversi gruppi, mediamente in età di 31, 21 e 16 anni. Il primo gruppo era formato da 11 chirurghi, il secondo da 9 studenti di medicina, e il terzo da 9 liceali. Tra la ventina di parametri che sono stati studiati, c’erano il maneggiamento degli strumenti, la coordinazione occhio-mano e l’abilità nel prendere i tessuti, che sono tutte qualità necessarie alla realizzazione di atti chirurgici come suturare, infilare un ago o sollevare uno strumento. I migliori risultati sono stati constatati tra gli studenti, sia quelli di medicina sia quelli del liceo, in particolare tra quelli che fanno un uso moderato dei videogiochi: non meno di due ore al giorno ma non più  di quattro. Invece il gruppo dei chirurghi trentenni non ha raggiunto risultati altrettanto buoni.

Però i chirurghi – ed era intuibile – si sono presi la rivincita con una simulazione di chirurgia non assistita da un sistema robotico: davanti a un’improvvisa complicazione tecnica che esulava dalla coordinazione spaziale, i chirurghi se la sono cavata molto meglio degli inesperti studenti. «Uffa, menomale!» ha esclamato il dottor Kilic, il quale ha però aggiunto che sarebbe ora d’insegnare la videochirurgia nelle facoltà di medicina.

Antonella Cremonese


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