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Cardiologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 30-06-2020

Arresto cardiaco: le linee guida per il primo soccorso (col Covid-19)



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La rianimazione cardiopolmonare rimane un «salvavita», anche ai tempi del Covid-19. Le indicazioni per soccorrere i pazienti riducendo i rischi di contagio

Arresto cardiaco: le linee guida per il primo soccorso (col Covid-19)

La rianimazione cardiopolmonare - massaggio cardiaco più respirazione bocca a bocca, insieme all’eventuale utilizzo del defibrillatore - può salvare la vita a una persona colpita da un arresto cardiaco. Ma visti i rischi legati al coronavirus, come comportarsi in questa fase se ci si ritrova di fronte una persona esanime? È possibile soccorrerla minimizzando le probabilità, nel caso in cui risulti infetta, di essere contagiati? La risposta è affermativa, a patto di seguire le indicazioni riassunte dall’Italian Resuscitation Council (IRC) nelle linee guida su primo soccorso e rianimazione cardiopolmonare durante la pandemia di Covid-19.

COME AFFRONTARE UN ARRESTO CARDIACO  AI TEMPI DEL COVID-19? 

ARRESTO CARDIACO: COME COMPORTARSI AI TEMPI DEL COVID-19

Nel momento in cui si soccorre una persona colpita da un arresto cardiaco, il rischio di entrare a contatto con le goccioline emesse dalla sua bocca e dal suo naso è reale (più attraverso la ventilazione che il massaggio cardiaco). Su questo, seppur con evidenze non ancora definitive, la comunità scientifica è pressoché d'accordo. C'è però da trovare un equilibrio tra i benefici che possono essere determinati dalla rianimazione cardiopolmonare e i rischi di contrarre l'infezione dalla vittima. In quel momento, chi è a terra potrebbe anche essere positivo al coronavirus. Ma, al di là che ne sia consapevole o meno, in quelle fasi concitate non c'è modo di saperlo. Motivo per cui i soccorritori, indipendentemente dall'esperienza, sono chiamati a prendere una decisione al «buio». Come comportarsi, allora? Secondo gli esperti, una volta riscontrata l'assenza di respiro, la prima cosa da fare è chiamare i soccorsi (112 o 118). Ma cosa fare, in attesa dell'arrivo? Le indicazioni cambiano, tra il personale sanitario e i soccorritori laici (volontari, non sanitari). 


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LE INDICAZIONI PER GLI OPERATORI SANITARI E I SOCCORRITORI LAICI

Agli operatori sanitari è richiesto di intervenire indossando i guanti, le protezioni per occhi e viso, i camici a maniche lunghe (idrorepellenti), le mascherine (filtranti Ffp3 e chirurgiche). Secondo gli esperti, l'insieme di questi dispositivi permette di intervenire in sicurezza anche nel caso in cui un arresto cardiaco colpisse una persona positiva al coronavirus. Diverse invece le indicazioni per i soccorritori laici, ovvero le persone comuni che si ritrovano di fronte a un paziente in arresto cardiaco:

  • chiamare e scuotere la vittima dai fianchi e verificare se la vittima respira osservando il movimento del torace e dell’addome, senza avvicinare il proprio viso alla bocca e al naso della persona soccorsa

  • chiamare il 118 o il 112 se la vittima non risponde e non respira

  • iniziare il massaggio cardiaco con le compressioni toraciche (i soccorritori laici possono prendere in considerazione di posizionare una mascherina chirurgica o, se non disponibile, un panno/asciugamano sulla bocca e sul naso della vittima prima di iniziare le compressioni toraciche per ridurre l’eventuale diffusione del virus)

  • chiedere e applicare appena possibile un defibrillatore semiautomatico esterno (DAE)

  • seguire le istruzioni della centrale operativa

  • al termine della rianimazione cardiopolmonare e il prima possibile, i soccorritori laici dovrebbero lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone o disinfettarsi le mani con un gel idroalcolico e contattare le autorità sanitarie locali per chiedere informazioni su come comportarsi dopo essere stati in contatto con una persona con sospetto o confermato Covid-19

 

COSA FARE IN CASO IN CASO DI ANNEGAMENTO

Analoghe indicazioni riguardano chi è chiamato a soccorrere una persona annegata. In questi casi, così come quando la vittima è un bambino, la ventilazione è più importante che in caso di arresto cardiaco. «Quando il cuore si ferma per un'asfissia - spiega Giuseppe Ristagno, anestestista all'ospedale Maggiore Policlinico di Milano e presidente dell'IRC - difficilmente il massaggio cardiaco e l'uso del defibrillatore sono efficaci, senza una dovuta ventilazione in grado di rifornire il sangue di ossigeno». Da qui l'indicazione a eseguire sempre le ventilazioni sulle vittime di annegamento, con alcune raccomandazioni per contenere il rischio di contagio da coronavirus. Nelle linee guida è indicato che «chi ricopre un ruolo che lo obbliga a prestare soccorso, come per esempio gli assistenti bagnanti, in servizio dovrebbe avere sempre a disposizione i dispositivi di protezione individuali», ovvero: la mascherina chirurgica, gli occhiali, i guanti e una ulteriore mascherina da posizionare sul volto della vittima. A ciò occorre aggiungere il «sistema pallone-filtro maschera» (il pallone auto-espandibile per la ventilazione dotato anche di un filtro anti-virus) e, ove obbligatorio, «una fonte di ossigeno con un circuito per la sua erogazione». Se un assistente bagnante non è equipaggiato in maniera adeguata, sempre dopo aver allertato il 112 o il 118, le linee guida raccomandano di eseguire almeno la rianimazione cardiopolmonare con il solo massaggio cardiaco e di considerare la possibilità di eseguire le ventilazioni con altra tecnica (maschera tascabile). La stessa indicazione vale per i soccorritori occasionali sprovvisti del necessario equipaggiamento.


Ecco come soccorrere una persona che rischia di annegare

 

ARRESTI CARDIACI IN AUMENTO COL COVID-19 

«Con queste indicazioni, vogliamo evitare che la paura di intervenire rischi di incidere sulla sopravvivenza delle persone colpite da arresto cardiaco», aggiunge Ristagno. Uno scenario che sembra essersi concretizzato nelle settimane più critiche dell'emergenza sanitariaCome documentato in diversi studi, uno dei quali (italiano) pubblicato sul New England Journal of Medicine in quattro delle province lombarde più colpite dal contagio (Pavia, Lodi, Cremona e Mantova) si è registrato un numero di arresti cardiaci di gran lunga superiore (+58 per cento, in media) a quelli rilevati nello stesso periodo del 2019 (+133). I dati diffusi dai cardiologi del policlinico San Matteo e dai soccorritori dell’Azienda Regionale Emergenza Urgenza (Areu) di Pavia evidenziano come - tra la fine di febbraio e lo stesso periodo di marzo - la malattia provocata dal Sars CoV-2 ha avuto un forte impatto sull’incidenza degli arresti cardiaci avvenuti fuori dall’ospedale. Analoghe le conclusioni di un altro studio condotto a Parigi, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet Public Health. I più colpiti sono risultati gli uomini, secondo lo stesso trend che ha riguardato la malattia provocata dal coronavirus. Oltre ad aumentare nei numeri, gli arresti cardiaci registrati durante la pandemia hanno fatto registrare una quota crescente di decessi (a causa dell'isolamento dei pazienti e del ritardo nei soccorsi). 

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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