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Cardiologia
Daniele Banfi
pubblicato il 30-06-2023

Diabete di tipo 2: una sola iniezione di insulina a settimana



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Da un'iniezione al giorno ad una a settimana. L'insulina a rilascio graduale migliorerà la qualità di vita dei malati e l'aderenza terapeutica

Diabete di tipo 2: una sola iniezione di insulina a settimana

Le iniezioni di insulina sono uno dei possibili trattamenti del diabete di tipo 2. La cadenza di somministrazione però potrebbe presto cambiare: anziché un'iniezione al giorno si passerà ad una somministrazione a settimana. L'efficacia nel controllo della glicemia rimane la stessa. Ad affermarlo due studi pubblicati su Jama e New England Journal of Medicine. Il merito è delle nuove formulazioni del farmaco che consentiranno così di migliorare la qualità di vita dei malati.

DIABETE: LE DIFFERENZE

Il diabete è una patologia caratterizzata da un aumento dei livelli di glucosio nel sangue. La malattia si divide in due grandi categorie: il diabete di tipo 1 - che riguarda circa il dieci per cento delle persone con diabete - in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Chi ne soffre subisce la progressiva distruzione, a opera del proprio sistema immunitario, delle cellule del pancreas che producono l’insulina. L'unica cura è rappresentata dalla somministrazione di questo ormone. Il diabete di tipo 2 invece, con un'evoluzione molto più lenta, si manifesta dopo i 30-40 anni ed è principalmente collegato allo stile di vita sedentario e alla cattiva alimentazione.

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I DANNI DEL TROPPO ZUCCHERO

Gli effetti più evidenti del diabete sono quelli a carico degli occhi (chi ne soffre va spesso incontro a retinopatia diabetica), dei reni e del sistema cardiovascolare. Un diabetico ha infatti il doppio delle possibilità di andare incontro a infarti e ictus. A questi effetti a medio e lungo termine bisogna aggiungere il rischio cancro. Secondo le previsioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità i diabetici nel mondo saranno oltre 600 milioni entro il 2040. 

I TRATTAMENTI

Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, quello legato agli stili di vita, le possibilità di intervento sono molte: se nei casi iniziali, soprattutto in chi è in sovrappeso, basta perdere qualche chilo e fare attività fisica per reintrare nei valori normali, diverso è il discorso quando il diabete è già in forma avanzata. Per trattarlo esistono diversi farmaci ad assunzione orale che agiscono aumentando la produzione di insulina da parte del pancreas o riducendo la secrezione di glucagone (l'altro ormone che controlla gli zuccheri nel sangue), il fabbisogno di insulina dell'organismo, la sintesi di glucosio nel fegato o agendo sull'assorbimento del glucosio o sugli acidi grassi liberi. La scelta dipende da molti fattori. Oltre a questi farmaci anche l'insulina, tipicamente usata nel diabete di tipo 1, può essere prescritta con somministrazione giornaliera nel diabete di tipo 2.

INSULINA A LUNGA DURATA

Ma come in altri settori della medicina, la ricerca da anni sta portando avanti diversi studi nel tentativo di rendere sempre più agevole la somministrazione dei farmaci. Per questa ragione sono nate le prime insuline sperimentali a lunga durata d'azione. Una di esse è icodec, la prima insulina a rilascio graduale. Negli studi da poco pubblicati -effettuati su oltre 600 pazienti con diabete di tipo 2 che non erano mai stati trattati con insulina- è emerso che la somministrazione settimanale di insulina ha prodotto un controllo della glicemia del tutto paragonabile a quella su base giornaliera. Un risultato importante dal grande impatto sulla qualità di vita dei malati. «Questa nuova molecola -spiega Roberto Trevisan, direttore della Diabetologia dell'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, uno degli autori dello studio- ha il potenziale di semplificare la terapia del diabete che richiede terapia insulinica, eliminando per i pazienti il disagio della iniezione giornaliera ed aumentando così l'aderenza alla terapia insulinica. Un vero cambio epocale e un deciso miglioramento della qualità di vita dei pazienti diabetici». Ora non resta che aspettare l'approvazione di icodec in modo tale da dare il via alle somministrazioni anche nel nostro Paese.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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