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Cardiologia
Daniele Banfi
pubblicato il 25-03-2024

Xenotrapianti: il traguardo è sempre più vicino?



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Cuore, reni e fegato. Gli xenotrapianti non sono più fantascienza. I primi tentativi fanno ben sperare. Passato, presente e futuro dei trapianti da donatore animale

Xenotrapianti: il traguardo è sempre più vicino?

Gli xenotrapianti non sono più fantascienza. Grazie ai progressi nel campo dell'editing-genetico, come l'avvento delle tecniche Crispr-Cas9, creare organi provenienti da animale riducendo al minimo il problema del rigetto è sempre più alla portata. Negli ultimi 3 anni infatti è stato un susseguirsi di tentativi nel trapiantare cuore, reni e fegato da maiale a uomo. Operazioni pionieristiche che, pur essendo ancora lontane dal risultato sperato, hanno aperto definitivamente la strada a questo genere di approccio.

I TRAPIANTI NELLA STORIA

Anche se l'idea di sostituire parti del corpo risale al III secolo d.C con i Santi Cosma e Damiano, la vera svolta la si è avuta a metà degli anni '50 con il primo trapianto di rene. Un successo possibile grazie a decenni di studi iniziati nei primi del 1900 –con le tecniche di sutura di messe a punto da Alexis Carrel- e proseguiti nel dopoguerra studiando in maniera approfondita i problemi legati alla compatibilità. 

POCHI ORGANI DISPONIBILI

Uno dei principali limiti nel campo dei trapianti -oltre al non trascurabile problema del rigetto se l'individuo ricevente non è "immunologicamente" simile al donatore- è la disponibilità degli organi. Negli anni infatti, complici le tecniche di rianimazione sempre più sofisticate e la riduzione -causa cinture di sicurezza- dei decessi per eventi traumatici, la scarsità di organi ha spinto gli scienziati ad utilizzare sempre più spesso organi da donatori in là con gli anni. Organi "anziani" che non per questo risultano essere meno efficienti. Negli ultimi anni infatti sono diverse le tecniche messe a punto per valutare l’effettivo funzionamento ancor prima del trapianto. Una sorta di "revisione" -in gergo tecnico si chiama "ricondizionamento"- che sta permettendo di ampliare notevolmente gli organi a disposizione. 

UNA FONTE ALTERNATIVA

Ciononostante oggi la carenza di organi è diventata un fenomeno cronico. Ecco perché, per ovviare alla disponibilità di organi da prelevare, la ricerca ha sempre guardato agli animali come possibile nuovo serbatoio da cui attingere. Il problema principale degli xenotrapianti è però dovuto essenzialmente al rigetto iperacuto, quello che si verifica pochi minuti dopo il trapianto. Ciò si verifica perché tra due specie differenti, anche se l’anatomia dell’organo risulta simile, le differenze genetiche sono tali da indurre un rigetto immediato. In particolare questo fenomeno si verifica perché il nostro sistema immunitario, quando vede il nuovo organo, lo riconosce come estraneo e per questa ragione si attiva nel tentativo di eliminarlo. Un organo compatibile dunque è un organo che somiglia in tutto e per tutto a quello del ricevente.

ORGANI ANTI RIGETTO

Per ovviare al problema della compatibilità gli scienziati stanno provando a realizzare degli animali con organi "umanizzati". In particolare, grazie alle tecniche di editing genetico come Crispr-Cas9, è oggi possibile creare animali con organi transgenici in cui vegono eliminati quei geni responsabili della mancata compatibilità e aggiunti altri che li "umanizzano". Ed è grazie a questo approccio che sono iniziati i primi tentativi di trapianto da animale a uomo.

I PRIMI TENTATIVI: IL CUORE

La data destinata ad entrare nella storia è il 7 gennaio 2022: quel giorno un uomo di 57 anni, presso la University of Maryland School of Medicine, ha ricevuto per la prima volta al mondo un cuore nuovo proveniente da un maiale creato appositamente per evitare il fenomeno del rigetto. David Bennett, questo il nome della persona trapiantata, grazie al cuore di maiale "umanizzato" è riuscito a sopravvivere per oltre due mesi (9 marzo 2022) dal trapianto e il decesso -dato da non trascurare- non si è verificato per il fenomeno del rigetto. Il secondo tentativo invece è datato 20 settembre 2023: a ricevere il cuore, sempre nello stesso centro, è stato un uomo di 58 anni, Lawrence Faucette. In questo caso però, a 6 settimane dal trapianto, l'uomo è deceduto a causa dell'inaspettato rigetto e per la presenza di un virus tipico del maiale che potrebbe aver scatenato la cascata di reazioni immunitarie alla base del rigetto.

IL PRIMO TRAPIANTO DI RENE

Ma un'altra data da segnare nel calendario è il 16 marzo 2024, pochi giorni fa. In questo caso si è trattato del primo trapianto al mondo di rene da maiale a uomo. Realizzato presso il Massachusetts General Hospital, a ricevere l'organo è stato il 62enne Richard Slayman, persona affetta da insufficienza renale terminale. Ad essere trapiantato è stato un rene a cui sono state introdotte 69 differenti modifiche nel Dna utili a ridurre il fenomeno del rigetto. Un risultato storico -in attesa di verificare il funzionamento sul lungo termine- se si considera che negli USA, ogni anno, più di 3mila persone in lista di attesa muoiono ogni anno per l'assenza di un rene compatibile. Se l'utilizzo di organi da animale a uomo diventerà una routine è presto dirlo. In queste settimane, oltre a cuore e reni, è stata data notizia del trapianto di un fegato da maiale ad un uomo in morte cerebrale. L'organo ha subito funzionato producendo bile. Dopo anni di idee ora si è passati alla pratica.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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