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Fumo
Serena Zoli
pubblicato il 21-11-2016

Anche la stimolazione magnetica per smettere di fumare



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Con la stimolazione magnetica cerebrale si potenzia la secrezione di dopamina, facilitando il percorso per smettere di fumare. Un metodo non invasivo che ora si studia anche per altre dipendenze

Anche la stimolazione magnetica per smettere di fumare

E se la stimolazione magnetica intracranica (Tms) potesse aiutare a smettere di fumare riducendo il desiderio di nicotina? Della Tms si sente poco parlare forse perché si accompagna a pregiudizi fondati su conoscenze e immagini superateÈ un fatto che sia  uno strumento utile in varie situazioni, per esempio di depressione resistente ai farmaci, e per questo obiettivo l’ha approvata la Food and Drug Administration americana. Ora sul Journal of Neuropsychiatry and Clinical Neurosciences è comparso uno studio basato sulla revisione (metanalisi) di dieci ricerche precedenti per verificare se la Tms possa diminuire drasticamente gli accessi di voglia di nicotina che tormentano chi vuole smettere di fumare o già ha smesso. E la risposta è stata molto positiva (mentre un analogo studio condotto per l’alcol non ha dato risultati significativi).


IL PROCESSO DI GRATIFICAZIONE

Ora due parole su questa «misteriosa» macchina, che si avvale di un braccio o un cerchio che si posa sulla testa del paziente, in corrispondenza della zona che il medico ritiene coinvolta nel disturbo. Di qui partono degli impulsi magnetici (niente elettricità) verso l’interno della scatola cranica (da cui il termine transcranica). La persona sottoposta alla terapia è sveglia, non sente assolutamente niente, la seduta dura da 10 a 20 minuti, non ci sono effetti collaterali. In particolare, negli studi sulla dipendenza da nicotina, la Tms è stata posizionata in corrispondenza delle regioni della corteccia prefrontale. «Nell’azione della Tms che riduce il numero degli attacchi di voglia della nicotina sembra che venga coinvolto il processo cerebrale della gratificazione», accennano gli autori della ricerca, chiamando in causa la dopamina che è il neurotrasmettitore che media il piacere nel cervello.

 


CONTROLLARE SU YOUTUBE

Conferma tutti questi dati Stefano Pallanti, professore associato di Psichiatria all’Università di Firenze che ha una consolidata pratica della Tms. Di questo mezzo terapeutico aggiunge: «È uno strumento duttile, non invasivo, non doloroso. Guardando su You Tube si può vedere come lo si impiega. Diciamo che è uno stimolatore con cui si cerca di modulare questo o quel circuito cerebrale per ridurne o per aumentarne l’attività. Nel caso della depressione resistente il protocollo della Food and Drug Administration prevede di ridurre l’attività dell’emisfero destro e di aumentarla nell’emisfero sinistro». Passando concretamente al caso anti-nicotina, il professor Pallanti spiega: «Con le neuromodulazioni della Tms si ottiene un aumento nella secrezione della dopamina sia direttamente sia attraverso la stimolazione del sistema del glutammato e questo evento facilita il controllo rispetto alla gratificazione che dà la sigaretta».

Dislessia: un aiuto dalla stimolazione magnetica cerebrale


MEDICINA «SU MISURA»

Insomma una sorta di gratificazione contro l’altra. «Noi stiamo impostando ora una ricerca sulla dipendenza da cocaina, stiamo arruolando i volontari», continua Pallanti. «Altre prove si stanno facendo con i disturbi alimentari, segnatamente la bulimia. È una corrente di studi che si inserisce nella svolta della medicina di precisioneche significa terapie tagliate su misura per quella persona nel tale stadio della sua malattia. Noi con la Tms dobbiamo individuare la zona interessata del cervello e trovare, poi, la soglia di modulazione adatta. Mai tocchiamo tutto il sistema con una prefissata intensità. Il rimedio proposto è personalizzato».

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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