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Fumo
Donatella Barus
pubblicato il 24-05-2017

Quanto ci costa il fumo?



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Dietro a ogni pacchetto di sigarette c'è un prezzo nascosto che ci rende tutti un po' più poveri. Il 31 maggio la Giornata mondiale contro il fumo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità l'ha intitolata "Tabacco. Una minaccia per lo sviluppo"

Quanto ci costa il fumo?

Francamente non ci sono paragoni. Il peso sanitario ed economico del fumo, dell’uso di tabacco nel mondo non ha precedenti simili. Anche per questo motivo il World No Tobacco Day 2017 è intitolato “Una minaccia per lo sviluppo”.

Il fumo, dichiara l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms), rappresenta una minaccia per lo sviluppo sostenibile in ogni paese, per la salute e per il benessere economico dei cittadini. Il fumo danneggia la salute delle persone, abbrevia la vita e ne peggiora la qualità, ma non solo. Finisce per alimentare un circolo vizioso di dipendenza, impoverimento, sfruttamento, degrado ambientale. Come?

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FUMO E IMPOVERIMENTO

C’è un legame a doppio filo fra dipendenza dal tabacco e povertà. Lo dimostrano i dati secondo cui in ogni parte del mondo chi ha redditi più bassi ha più probabilità di essere un fumatore, in media un 40% in più. Quale dei due fattori determina l’altro? Il nesso è biunivoco e i due aspetti si alimentano l’un l’altro. Si stima che ogni anno da 6 a 7 milioni di persone muoiano prematuramente a causa di malattie provocate dal tabacco. La maggior parte delle vittime vive in paesi poveri (8 su dieci) e questa forbice si fa via via più marcata, perché le popolazioni che vivono in paesi in via di sviluppo sono meno protette dall’azione delle aziende che producono tabacco, hanno minori strumenti culturali, sociali e legali per contenere la diffusione del tabagismo e, quando si ammalano, hanno minori risorse per curarsi efficacemente. Il tabacco, poi, distoglie risorse economiche dall’acquisto di beni e servizi essenziali, in primis cibo, scuola e salute. Nei paesi poveri l’Oms calcola che fino al 10 per cento del bilancio familiare vada speso in sigarette. Chi si ammala, infine, non può più lavorare come prima né provvedere alla famiglia.

I COSTI DEL TABAGISMO

I numeri fanno spavento: i costi diretti (cure sanitarie) per malattie attribuibili al tabacco nel 2012 sono stati pari a 422 miliardi di dollari (il 5,7 per cento delle spese sanitarie globali). Se sommiamo anche i costi indiretti (perdita di produttività per malattia o decessi) si arriva a 1.436 miliardi di dollari, pari all’1,8 per cento del Pil mondiale. Questi dati sono stati raccolti da un’analisi dell’Oms sui 152 paesi, in rappresentanza della quasi totalità dei fumatori (97 per cento). 

FUMO E AMBIENTE

La produzione di tabacco ha un forte impatto ambientale. Il tabacco è una pianta coltivata quasi ovunque nel mondo (l’Italia è il primo produttore in Europa, il decimo nel mondo) e richiede un uso esteso di pesticidi e fertilizzanti. Ogni anno, spiega ancora l’Oms, 4,3 milioni di ettari di terreno vengono utilizzati per coltivare tabacco, promuovendo deforestazione e impoverimento del suolo. La manifattura del tabacco produce oltre due milioni di tonnellate di rifiuti solidi. A cui vanno aggiunti i rifiuti legati al consumo di sigarette: 6.000 miliardi ogni anno nel mondo, di cui si stima 4.500 miliardi di mozziconi finiscano dispersi nelle nostre strade, acque, spiagge, terreni. E non è carta. Sono un rifiuto che impiega qualche anno a degradarsi e che, facendolo, rilascia sostanze tossiche.

«Una sigaretta ha conseguenze a cui non pensate»

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Rocco Rorandelli, fotografo e documentarista, ha realizzato un prezioso reportage attraverso nove paesi del mondo, ricostruendo tutta la filiera del fumo, dalle coltivazioni del tabacco sino alle cure per i malati in ospedale. “Dietro la cortina di fumo” è un viaggio in Slovenia, Bulgaria, Germania, Italia, Nigeria, India, Indonesia, Cina, USA. Dall’incontro con la Fondazione Umberto Veronesi è nata una mostra itinerante che sta scuotendo le coscienze.

Ecco un video che la racconta in breve:

Trascrizione

CHE FARE?

Per fronteggiare la colossale crisi legata all’uso di prodotti da fumo, è indispensabile l’azione congiunta a livello internazionale. Per questo è stata costituita la principale alleanza in materia, la WHO Framework Convention on Tobacco Control (Convenzione quadro per il controllo del tabacco) che riunisce 180 paesi. Oggi quasi la metà delle nazioni al mondo hanno messo in atto misure di contenimento del tabagismo, contrastando le interferenze da parte dell’industria. Ma fra le misure considerate più efficaci c’è l’aumento dei prezzi: secondo le stime dell’Oms, se in tutto il mondo le tasse sui pacchetti di sigarette fossero aumentate di un dollaro si guadagnerebbero 190 miliardi da investire in politiche di sostegno allo sviluppo.

@donatellabarus


Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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