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Fumo
Donatella Barus
pubblicato il 31-03-2023

Smettere di fumare aiuta le donne e gli uomini colpiti da tumore



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Ancora conferme: per i pazienti oncologici lo stop al fumo migliora le possibilità di superare la malattia. Perché la consulenza per smettere non fa ancora parte delle cure standard?

Smettere di fumare aiuta le donne e gli uomini colpiti da tumore

È – o dovrebbe essere – cosa nota: aiutare i malati di tumore a smettere di fumare è una parte cruciale del percorso di cura. Diversi studi hanno mostrato i vantaggi dello stop al fumo per i pazienti in terapia, ora si aggiungono tasselli con nuove conferme su persone con carcinomi renali e con tumori ormono-dipendenti che portano tutti ad una comune conclusione: liberarsi delle sigarette migliora la sopravvivenza e riduce le possibilità di progressione della malattia.

SMETTERE DI FUMARE CON UN TUMORE ORMONODIPENDENTE

È di un team di ricerca tutto italiano (Università di Firenze, di Milano, Roma La Sapienza, Istituto europeo di Oncologia di Milano e Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica ISPRO di Firenze) un lavoro di revisione sistematica degli studi sullo stop al fumo in donne e uomini colpiti da tumori ormonodipendenti. Sono stati inclusi nove studi su persone con tumori dell’utero, della mammella, dell’ovaio, del testicolo e della prostata. I risultati, hanno scritto gli autori, suggeriscono che soprattutto per le donne fumatrici in cura per tumori del seno, dell’utero e dell’ovaio smettere di fumare può migliorare le possibilità di sopravvivere. Meno chiari i benefici per gli uomini.

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LA PROPOSTA: AIUTARE LE FUMATRICI NEL MOMENTO DEGLI SCREENING

«La consulenza per smettere di fumare dovrebbe diventare parte delle cure oncologiche standard e dovrebbe essere integrata nei programmi di screening per i tumori del seno». Una proposta tanto più sensata considerato che nelle donne chiamate a un controllo mammografico (fra i 50 e i 69 anni) la percentuale di fumatrici è ancora alta, fra il 18 e il 19 per cento (dati ISTAT).

UNO STUDIO SUI PAZIENTI CON TUMORE DEL RENE

In questi stessi giorni l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS (IARC) ha diffuso i risultati di una indagine su fumatori in cura per un tumore del rene. La ricerca è stata condotta nell’arco di 15 anni da IARC in collaborazione con il Ministero della Salute russo: 212 persone a cui è stato diagnosticato un carcinoma renale ed erano fumatori al momento della diagnosi sono state seguite per otto anni per registrare eventuali cambiamenti nelle abitudini al fumo e nella malattia. Sul totale, 84 persone hanno smesso di fumare (la maggior parte nei primi mesi dopo la diagnosi, e hanno tenuto duro per tutta la durata dell’osservazione). Tenendo conto delle caratteristiche dei diversi pazienti e gli stadi delle loro malattie, i ricercatori hanno rilevato importanti differenze: smettere di fumare era associato a un rischio ridotto di morire (meno 51 per cento), di andare incontro a progressione di malattia (meno 45 per cento), di morire. Il vantaggio misurato era evidente sia per i forti fumatori che per quelli meno accaniti.

LA CONSULENZA PER I FUMATORI DOVREBBE FAR PARTE DELLE CURE ONCOLOGICHE

Questo lavoro, ha dichiarato il professor David Zaridze, direttore del dipartimento di Epidemiologia clinica del Centro nazionale di ricerca sul cancro Blokhin di Mosca, «rinforza l’importanza della disassuefazione dal fumo come componente cruciale dell’assistenza per i pazienti con un cancro, che può migliorare i risultati della terapia e lo stato generale di salute». Si tratta solo delle ultime conferme di una lunga serie di evidenze che dimostrano quanto favorire lo stop al fumo anche quando una diagnosi di cancro c'è già non solo non sia inutile, ma anzi sia un intervento efficace per migliorare la vita dei pazienti, l'efficacia delle terapie e le possibilità di guarire. Perchè ancora non accade negli ambulatori e nei reparti oncologici?

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Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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