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L'esperto risponde
Francesca Morelli (a cura di)
pubblicato il 07-12-2021

Quanto è probabile una metastasi da epatocarcinoma?



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Cosa sappiamo del rischio di diffusione per i tumori del fegato?

Quanto è probabile una metastasi da epatocarcinoma?

Quanto è probabile una metastasi da epatocarcinoma? 

Cristina  (domanda pervenuta tramite form L'Esperto risponde)

 

Risponde Vincenzo Mazzaferro, Direttore S.C. Chirurgia generale indirizzo oncologico 1 (Epato-gastro-pancreatico e Trapianto di Fegato), Istituto Nazionale dei Tumori, Milano

 

Cara signora,

Nessun tumore è esente dal rischio di poter sviluppare una metastasi. Tuttavia nel tumore del fegato la probabilità è meno frequente rispetto a malattie che si sviluppano in altri organi, ad esempio al pancreas, allo stomaco o al colon. Questo ‘rischio’ più contenuto di diffusione in altri organi è peraltro compensato dalla tendenza del carcinoma epatico a diffondersi all’interno dell’organo, ad insorgere anche in sedi diverse dello stesso fegato e invadere i collettori vascolari che attraversano il fegato. Dunque l'espansione circoscritta al fegato stesso lo rende meno propenso ad essere/diventare metastatico.

Un fattore determinante sul rischio di metastasi è comunque lo stadio del tumore al momento della diagnosi, quanto più la malattia è avanzata, tanto più elevate saranno le probabilità che possa sviluppare una metastasi. Sul rischio di metastasi pesa inoltre un approccio terapeutico tardivo che non consente un buon controllo della malattia.

Infatti le forme molto precoci di tumore epatico che si presentano con noduli di dimensioni inferiori o uguali ai 5 cm o con noduli multipli non superiori a tre, ciascuno dei quali con diametro entro i 3 cm, hanno probabilità minime di metastasi extra-epatiche, quantizzabili in circa il 5% dei casi; in fase intermedia, ossia in caso di tumori con caratteristiche morfologiche simili a quelle di una malattia inziale ma con noduli di numero e dimensioni superiori, le probabilità che si sviluppino invasione dei vasi, noduli satelliti vicini al tumore primario o metastasi si elevano al 20%-30%, con l’eccezione negativa dei tumori molto aggressivi di grado 3, poco o per nulla differenziati che, sebbene di piccole dimensioni, tendono comunque per loro natura a metastatizzare. Infine in fase avanzata di malattia, cioè tumori non più operabili, trapiantabili o trattabili con terapie loco-regionali e curabili solo con farmaci, il rischio di metastasi supera ampiamente il 30%.

Inoltre una ulteriore aggravante è rappresentata dal fatto che sempre più il tumore del fegato, ovvero nella stragrande maggioranza dei casi, insorge in un organo che presenta già una malattia cronica a base infiammatoria, come epatiti croniche, epatiti virali, epatiti metaboliche, cirrosi indotta da alcool, in persone spesso obese o in sovrappeso, con problemi di ipertensione, patologie croniche di altra natura e stili di vita scorretti, a partire dalla dieta.

Quindi i pazienti con tumore del fegato hanno, di fatto, una duplice malattia: quella tumorale e quella di base su cui si innesca tumore, rendendo il quadro clinico d’insieme più delicato e di gestione più complessa. Si raccomanda pertanto per questo tipo di tumore di fare riferimento solo a Centri con adeguata esperienza e qualità certificata dei trattamenti proposti.


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