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Oncologia
Caterina Fazion
pubblicato il 12-05-2023

Chirurgia bariatrica: ecco tutto quello che c'è da sapere



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La chirurgia bariatrica può ridurre il rischio delle complicanze legate all’obesità, inclusi i tumori. Ecco tutti i benefici e i (pochi) rischi della chirurgia dell’obesità

Chirurgia bariatrica: ecco tutto quello che c'è da sapere

In Italia una persona su dieci è obesa e, in determinate circostanze, la chirurgia bariatrica rappresenta il modo più efficace per trattare adeguatamente pazienti affetti da questa patologia. L’obiettivo, oltre a ottenere il calo ponderale, è quello di ridurre il rischio delle complicanze legate all’obesità, inclusi i tumori.

Quali sono i benefici e i rischi della chirurgia bariatrica? Lo abbiamo chiesto al professor Marco Antonio Zappa, Presidente nazionale della società italiana di chirurgia dell’obesità (SICOB).

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OBESITÀ E TUMORI

Sono molti i tumori obesità correlati come quelli ormonali tipici della donna che colpiscono endometrio e mammella, e quelli generali che colpiscono soprattutto esofago, colon e apparato gastrointestinale.

«Gli studi indicano che se non ci fosse l'obesità – spiega Marco Antonio Zappa – avremmo circa l' 11,9% in meno di tumori nel maschio (soprattutto tumori all'esofago e all'apparato gastrointestinale) e il 13,1% nella donna (soprattutto tumori su base ormonale a endomerrio e mammella). La chirurgia bariatrica, tuttavia, come dimostrato da numerosi studi può aiutarci a ridurre l’incidenza e la mortalità legata al cancro, oltre a numerose comorbilità (malattie concomitanti) come ad esempio diabete mellito, problemi ortopedici, problemi cardiaci, patologie bronco respiratorie e disturbi psicologici».

 

UN PO’ DI NUMERI

Ma a quanto corrisponde questa riduzione del rischio di sviluppare tumori obesità correlati grazie alla chirurgia bariatrica? Una risposta arriva da un recente studio presentato alla Digestive Disease Week: solo il 4% dei pazienti affetti da obesità sottoposti a chirurgia bariatrica ha sviluppato un tumore associato all'obesità in un follow-up di 10 anni, rispetto all'8,9% di coloro che non si sono sottoposti alla procedura di perdita di peso.

 

LO STUDIO

Lo studio ha analizzato le cartelle cliniche di oltre 55.700 pazienti affetti da obesità e sottoposti a chirurgia bariatrica, confrontandoli con lo stesso numero di pazienti con caratteristiche simili, ma non operati. I ricercatori hanno incluso pazienti sottoposti a gastrectomia parziale, bypass gastrico o bendaggio gastrico e hanno controllato i fattori di rischio che giocano un ruolo nella formazione del cancro, come il fumo, l'uso di alcol, le malattie cardiache, le terapie ormonali e altre comorbilità.

In 10 anni di follow-up, il numero di pazienti che hanno sviluppato tumori associati all'obesità è stato di 2.206 tra coloro che si sono sottoposti a chirurgia bariatrica, rispetto ai 4.960 di coloro che non sono stati operati, meno della metà. La coorte sottoposta a chirurgia bariatrica ha registrato un numero nettamente inferiore di nuovi casi per quasi tutti i tipi di tumore correlati all'obesità, tra cui seno (501 contro 751), colon (201 contro 360), fegato (969 contro 2.198), pancreas (54 contro 86), ovaie (130 contro 214) e tiroide (154 contro 175). Sono molti dunque i vantaggi della chirurgia bariatrica, ma quali sono i pazienti che possono sottoporsi a questa pratica?

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CHI PUÒ ESSERE OPERATO

Per essere sottoposti a chirurgia bariatrica bisogna, innanzitutto, soddisfare uno di questi requisiti:

  • BMI>40 senza comorbilità
  • BMI>35 con comorbilità
  • BMI>30 in presenza di diabete curato a lungo senza risultati soddisfacenti o non rispondente a terapia medica

«L’operazione, però – precisa il professor Zappa – , anche soddisfacendo il criterio di BMI richiesto, non è automatica. Deve essere intrapreso un percorso multidisciplinare che prevede esami strumentali come gastroscopia ed ecografia e valutazione nutrizionale e psicologica del comportamento alimentare. Nutrizionista e chirurgo devono trovare l'intervento adatto per ogni singolo paziente. Il team di specialisti è fondamentale perché il paziente sia seguito non solo nel pre-operatorio ma anche nel post-operatorio, perché vengano ottenuti i migliori risultati».

 

I CRITERI DI ESCLUSIONE

Tra le persone che non possono effettuare l’intervento troviamo innanzitutto soggetti con obesità ormonale che non viene mai operata, a differenza dell’obesità essenziale che non dipende da causa ormonale. Inoltre, a non poter essere sottoposti a chirurgia bariatrica, almeno fino a che non risolveranno la problematica, ci sono soggetti con disturbi psicotici maggiori, disturbi legati alla tossicodipendenza o al consumo di alcol, valutati dal team multidisciplinare.

 

MANTENERE I BENEFICI NEL TEMPO

In caso di obesi con BMI >35, la chirurgia attualmente è l'unica soluzione per ottenere un calo ponderale efficiente e mantenuto nel tempo che, quasi sempre raggiunge oltre il 50% del peso di partenza. I farmaci attualmente disponibili, infatti, seppur utili ed efficaci, consentono una perdita di peso più modesta, tra il 10 e il 20% a seconda del prodotto.

«La perdita di peso che si ottiene con la chirurgia bariatrica è sempre consistente, ma perché sia davvero mantenuta nel lungo periodo – illustra Marco Antonio Zappa – è necessario un follow up post-operatorio durante il quale paziente segua le indicazioni del gruppo multidisciplinare. In realtà, dopo qualche anno, in genere cinque o sei, è normale che si verifichi un lieve incremento ponderale. Se il paziente è adeguatamente seguito, anche grazie al monitoraggio psicologico e nutrizionale, e all’utilizzo eventuale degli ultimi ritrovati farmacologici, riuscirà a mantenere il peso».

 

I (POCHI) RISCHI

Nessun intervento chirurgico è totalmente privo di rischi, e lo stesso vale anche per la chirurgia bariatrica. Tuttavia, bisogna sempre ragionare sul rapporto rischi benefici.

«Proprio a causa della sua condizione e delle comorbilità associate – precisa il professor Zappa – il paziente obeso è uno dei più esposti al rischio operatorio. Il beneficio degli interventi chirurgici, che in Italia sono eseguiti in oltre il 90% dei casi con tecnica miniinvasiva laparoscopica, però, è nettamente maggiore rispetto al rischio di mortalità piuttosto esiguo, pari allo 0,5%, addirittura inferiore del rischio di mortalità operatoria per colecistectomia (0,8%). L'importante è che il paziente sia seguito in centri qualificati SICOB che abbiano tutte le garanzie per andare incontro alle eventuali complicanze post-operatorie che, come in tutti gli interventi chirurgici, seppur rare, possono esserci».

 

L’OBESITÀ NON È UNA COLPA

“Non serve un’operazione chirurgica, per dimagrire basta mangiare bene e muoversi. Ci vuole solo un po’ di forza di volontà”. Questa frase, come tante altre simili che purtroppo siamo abituati a sentire, tradisce un’idea semplicistica (e poco realistica) di cosa, per i più, sia l’obesità e delle sue cause. In altre parole? “Se sei grasso è colpa tua”.

«Il paziente obeso – riflette Marco Antonio Zappa – non è un paziente colpevole, e la forza di volontà, spessissimo, non basta. Enfatizzare le responsabilità del singolo individuo non fa altro che aumentare lo stigma dell'obesità. Così come è ingiusto e privo di senso pensare che chi ricorre alla chirurgia bariatrica sia una persona che ottiene il risultato senza meritarlo: non un successo ma un regalo. In realtà esistono sempre una predisposizione genetica e altre componenti che causano l'obesità, come ad esempio un maggior assorbimento di nutrienti rispetto ad altri soggetti. Non vanno poi dimenticate particolari condizioni psicologiche, come traumi o abusi subiti in infanzia, che possono contribuire all’instaurarsi della condizione di obesità. La grande obesità è una malattia, e come tale va trattata e curata, anche con la chirurgia. Oltre ai benefici legati alla salute dell’individuo, non va trascurato il risparmio economico da parte del Sistema Sanitario Nazionale. I costi sostenuti per trattare le varie comorbilità che colpiscono gli obesi sono infatti elevatissimi. Implementare il numero di interventi di chirurgia bariatrica aiuterebbe a ridurre molto i costi diretti e indiretti della società».

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POCHI INTERVENTI, PERCHÈ?

In Italia gli interventi di chirurgia bariatrica effettuati nel 2022 sono stati 23.501. Gli obesi con BMI superiore a 35, però, sono molti di più, quasi un milione e mezzo. Perché il numero di interventi è così limitato?

«Il numero esiguo di persone obese che si sottopone a chirurgia bariatrica - conclude il professor Zappa - è determinato soprattutto dalla paura dell’intervento e dall’ignoranza sulla sua efficacia. Infatti, molti medici, non conoscendo le caratteristiche di questa chirurgia, i risultati e le indicazioni, non solo non la consigliano, ma addirittura la sconsigliano. Esiste anche una “campagna mediatica” che incolpa il paziente in caso di complicanze post operatorie . “Muore perché voleva dimagrire” è il titolo che si legge ogniqualvolta accada un evento tragico; abbiamo però già evidenziato come il rischio di mortalità sia inferiore ad altre chirurgie ma, nel caso della chirurgia della grande obesità, esso viene enfatizzato proprio per il mancato riconoscimento del problema della grande obesità. Nella mentalità comune, infatti, non si tratta di una grave malattia, ma solo una condizione estetica e pertanto in caso di complicanze si colpevolizzano il chirurgo e il paziente che vi si è sottoposto». 

 

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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