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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 03-05-2024

Tumore del pancreas: una biopsia liquida per la diagnosi precoce?



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Abbinare la ricerca di alcuni microRNA con il marcatore CA 19-9. Il test ha dimostrato una sensibilità di oltre il 90%. I risultati presentati al congresso AACR

Tumore del pancreas: una biopsia liquida per la diagnosi precoce?

Rilevare la presenza di un tumore del pancreas in fase precoce grazie ad un prelievo di sangue. Un traguardo che potrebbe essere sempre più vicino. In uno studio presentato al recente congresso dell'American Association for Cancer Research (AACR) svoltosi a San Diego è stato mostrato come sia possibile rilevare, attravero una biopsia liquida che ricerca la presenza di microRNA tumorali, la presenza di una neoplasia del pancreas in fase I e II. Un risultato straordinario, seppur preliminare, che potrebbe cambiare in maniera importante la diagnosi e cura di questi tumori.

IL TUMORE DEL PANCREAS

Il tumore del pancreas è una malattia che ogni anno in Italia fa registrare circa 15 mila nuovi casi. L'80% di queste neoplasie si sviluppa nel pancreas esocrino, ovvero nella porzione deputata alla produzione gli enzimi utili alla digestione. Purtroppo, a differenza di altri tumori, quello del pancreas risulta essere il più difficile da curare. Tre quarti dei malati va incontro a decesso entro un anno dalla diagnosi e a 5 anni dalla scoperta della malattia sono vivi solo 8 pazienti su cento.

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UNA MALATTIA DIFFICILE DA CURARE

Le ragioni di questo insuccesso sono molte: i sintomi nelle fasi iniziali della malattia non si manifestano oppure non sono sufficientemente specifici per suscitare sospetti, così spesso la neoplasia viene scoperta con troppo ritardo quando il tumore ha formato già molte metastasi ed è difficile da operare. Non solo, per la natura stessa del tumore -particolarmente ricco di tessuto stromale- è difficile veicolare farmaci antitumorali al suo interno. Due caratteristiche che rendono il tumore del pancreas particolarmente difficile da trattare.

LA DIAGNOSI PRECOCE

Proprio per l'elevata aggressività della malattia e la difficoltà ad operare, la ricerca si sta ora concentrando nel tentativo di arrivare ad una diagnosi precoce. Se per le persone con familiarità -come ad esempio la presenza di mutazioni nei geni BRCA- stanno incominciando i primi progetti di sorveglianza attiva (come raccontato in questo nostro articolo), la ricerca si sta concentrando sul ruolo della biopsia liquida quale strumento utile a fare diagnosi precoce.

LO STUDIO

Nello studio presentato ad AACR dagli scienziati californiani del Beckman Research Institute of City of Hope, i ricercatori hanno analizzato la presenza di particolari frammenti di microRNA presenti nel sangue di persone con diagnosi di tumore del pancreas. Il test è stato realizzato su un campione di 732 individui: 359 pazienti con tumore in stadio iniziale provenienti dagli Stati Uniti, dalla Corea e dalla Cina e un gruppo di controllo composto da individui sani, abbinati per caratteristiche demografiche. Il test -che combina la ricerca di alcuni microRNA e del già conosciuto marker tumorale CA 19-9- ha mostrato una sensibilità superiore al 90% nel rilevare il cancro al pancreas negli stadi 1 o 2 nei pazienti che effettivamente avevano ricevuto la diagnosi.

LE PROSPETTIVE FUTURE

L'esame, ad oggi, non rappresenta certo un modo per fare diagnosi precoce ma i risultati ottenuti sembrano indicare che la direzione intrapresa è corretta. Il prossimo passo sarà ora quello di valutare l'efficacia dell'esame in uno studio prospettico nella popolazione apparentemente sana per capire se effettivamente il test è in grado di scovare la presenza della malattia in fase precoce.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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