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Ipertensione

Le risposte veloci alle domande più frequenti sull'ipertensione

La pressione arteriosa è la pressione che il cuore esercita per far circolare il sangue nel corpo.

Il valore è dato da due numeri, misurati in millimetri di mercurio (mmHg). Il primo rappresenta la pressione arteriosa sistolica (comunemente chiamata “massima”): si misura al momento in cui il cuore si contrae e pompa il sangue nelle arterie; il secondo indica la pressione arteriosa diastolica (comunemente chiamata “minima”): si misura tra due contrazioni, mentre il cuore si rilassa e si riempie di sangue. 

Si parla di ipertensione quando la pressione arteriosa supera i valori di 140/90 mmHg, indipendentemente dall’età e da altre condizioni patologiche concomitanti.

Si considera “desiderabile” una pressione che non supera i 130 mmHg per la sistolica e gli 80 mmHg per la diastolica. Il valore della pressione varia normalmente nel corso della giornata: aumenta al mattino, con lo sforzo, le emozioni, il freddo o il dolore, e diminuisce con caldo, il riposo e il sonno.

Nella maggior parte dei casi l’ipertensione è asintomatica. Questo significa che non dà disturbi specifici e che molti pazienti possono convivere bene e a lungo con la pressione alta senza saperlo. Solo di rado l’ipertensione si manifesta con palpitazioni, vertigini, cefalea, nervosismo, stanchezza, ronzii, fosfeni (lampi di luce) e altri disturbi visivi.

L’ipertensione si sviluppa quando le pareti delle arterie di grosso calibro perdono la loro elasticità naturale e diventano rigide, e i vasi sanguigni più piccoli si restringono. L’ipertensione affatica il cuore, può aumentarne le dimensioni, renderlo meno efficiente e favorire l'aterosclerosi. Per questo le persone che hanno la pressione alta corrono un rischio maggiore di avere un infarto o un ictus. L’ipertensione, inoltre, può causare insufficienza renale e danneggiare la vista.

Solo nel 5% dei casi, l’ipertensione è correlata a condizioni cliniche preesistenti come ad esempio particolari patologie renali, i disturbi ormonali, le patologie congenite, l’aterosclerosi o l’uso sostanze ad azione ipertensiva (farmaci, alcol, liquirizia). Nel restante 95% dei casi, invece, non vi è una unica causa accertabile. Esistono però delle condizioni o dei fattori di rischio che possono predisporre allo sviluppo di ipertensione: fra questi l'età, il fumo di sigaretta, l'eccesso di peso corporeo, la sedentarietà, l’ipercolesterolemia (livelli elevati di grassi nel sangue), il diabete, lo stress e la familiarità.

Sì, anche i bambini possono avere la pressione alta. Un bambino iperteso sarà molto probabilmente un adulto iperteso, quindi più a rischio di avere una malattia cardiovascolare, ovvero la prima causa di morte e di spesa sanitaria nei paesi occidentali.

Per riscontrare la pressione alta nei bambini basterebbe misurare la pressione una volta all'anno, a partire dal quinto anno di vita. A differenza di quanto accade nell'adulto, dove la condizione viene rilevata oltre un valore limite, nei bambini non è possibile stabilire oltre quale soglia l'aumento pressorio determini un incremento del rischio cardiovascolare. Oltre a valutare il peso e l'altezza, si ragiona in percentili: valutando cioè se i valori di pressione sanguigna sono più alti rispetto a quelli rilevati in una quota di coetanei (in questo caso il 95 per cento). L'aspetto positivo è che nei bambini basta quasi sempre un intervento sugli stili di vita per far regredire l'ipertensione.

L'ipertensione arteriosa, se diagnosticata precocemente o se di lieve entità, può essere inizialmente trattata senza farmaci, correggendo soltanto alcune abitudini correlate allo stile di vita quali la dieta, che oltre ad essere sana e bilanciata, deve anche prevedere la riduzione del consumo di sale e caffè; l’abolizione del fumo; la riduzione o l'eliminazione degli alcolici, la pratica di una regolare attività fisica aerobica (passeggiate, nuoto, bici).

Laddove necessario o in caso di ipertensione moderata o grave, la correzione delle abitudini alimentari e di stile di vita deve essere associata anche a una terapia farmacologica. Questa, dietro prescrizione medica, può prevedere il ricorso a diuretici, beta-bloccanti, ACE-inibitori, calcio-antagonisti, antagonisti del recettore dell’angiotensina II che possono essere utilizzati da soli o in combinazione, modulando le modalità di trattamento da caso a caso.

L’ipertensione arteriosa può essere generata dall’effetto combinato di fattori genetici ereditari (figli di ipertesi hanno maggiore probabilità di sviluppare l’ipertensione rispetto ai figli dei normotesi) e di fattori ambientali, come lo stress, l’eccessiva introduzione di sale e l’obesità.

Ad oggi, sono state identificate alcune forme di ipertensione arteriosa su base genetica, la cui bassa prevalenza nella popolazione tuttavia non giustifica uno screening genetico esteso. Nella maggior parte dei casi, come è stato chiarito, l’ipertensione arteriosa è invece dovuta ad abitudini di vita non corrette. Fin da giovani è consigliabile mantenere la pressione arteriosa a livelli desiderabili e seguire alcuni semplici comportamenti: perdere i chili di troppo, fare esercizio fisico, seguire una dieta sana, ridurre il consumo di sale, limitare alcolici, niente fumo, limitare il numero di caffè, ridurre i fattori di stress, monitorare la pressione.

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