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Alimentazione
Francesca Morelli
pubblicato il 07-06-2013

Questa la dieta per combattere l'allergia ai pollini



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Per una reazione crociata, alcuni alimenti allergenicamente simili alla pianta incriminata, possono scatenare o acutizzare la sintomatologia. Dagli esperti i consigli sui cibi da non mettere in tavola

Questa la dieta per combattere l'allergia ai pollini

Primavera, stagione nemica per oltre il 20% italiani che combattono ogni anno contro i pollini e soffioni di graminacee, cipressi, noccioli, betulle, parietarie e molto altro, tanto che le allergie si posizionano ai primi posti fra le malattie croniche.

Siamo esperti sulla prevenzione ‘farmacologica’ per combattere o controllare i disturbi di occhi, bocca e vie aeree che sono le sedi più colpite, ma siamo molto meno attenti (o ignari) del ruolo che una dieta corretta - in presenza di una o più allergie – può svolgere nel modulare la risposta infiammatoria agli allergeni, migliorare i sintomi e ridurre la frequenza degli episodi acuti.

 

CAUSE: ACARI E POLLINI

Acari e pollini sono questi i maggiori responsabili delle più frequenti allergie, difficili da combattere, che hanno come conseguenze antipatici disturbi: infiammazione e irritazione delle mucose degli occhi, che lacrimano, gonfiore delle mucose del naso che prudono, pizzicano, colano.

La causa di queste manifestazioni, spiegano gli esperti, è una reazione alterata o anomala del sistema immunitario ad alcune sostanze che l’organismo riconosce come non compatibili, producendo di conseguenza anticorpi particolari che provocano la liberazione di istamina e altre sostanze pro-infiammatorie dalle cellule immunitarie.

Già di per sé poco tollerata, l’allergia si aggrava quando l’infiammazione valica i confini delle vie aeree, coinvolgendo anche altre sedi: labbra, cavo orale, intestino e/o orecchio medio.

Responsabile della progressione e acutizzazione dei fenomeni, può essere anche una alimentazione scorretta che accentuando l’infiammazione a livello intestinale innesca, per una reazione a catena, la sintomatologia allergica.

Intestino e mucose del corpo, sono infatti tra loro collegate da un sistema (definito con la sigla ‘MALT’, tessuto linfoide associato alla mucosa) che agisce come una sorta di vasi concomitanti di causa/effetto.

 

REAZIONI ALLERGICHE

Nel 20-25% dei casi allergia ai pollini significa anche allergia ad alcuni alimenti vegetali (frutta e verdura) – per questo detta crociata - che hanno una parentela allergenica con la pianta incriminata. Le reazioni possono manifestarsi sia pochi minuti dopo l’ingestione del cibo con disturbi alla bocca (bruciore, gonfiore, prurito) o più tardivamente in sedi diverse.

Da qui l’importanza di conoscere l’allergia al tipo o specie di piante, al fine di evitare i cibi dannosi. Ecco, secondo le differenti piante, gli alimenti che gli esperti raccomandano di bandire dalla dieta in presenza di disturbi sospetti:

  • In caso di allergie alle betullacee: mela, pera, nespola, pesca, ciliegia, prugna, frutta secca (nocciola, noce, arachide, mandorla), kiwi, carota, sedano, finocchio, prezzemolo, soia, fave
  • In caso di allergia alle composite: banana, castagne, cicoria, tarassaco, lattuga, sedano, prezzemolo, carota, finocchio, olio di girasole, margarine, dragoncello, camomilla, miele di girasole, miele di tarassaco.
  • In caso di allergia alle graminacee: kiwi, anguria, pesca, prugna, agrumi, melone, albicocca, ciliegia, mandorla, pomodoro.

Poiché non tutti gli allergici hanno una reazione crociata agli alimenti e non tutti i cibi possono dare allergie, è opportuno consultarsi con un medico allergologo o un nutrizionista per la definizione della dieta, al fine di evitare anche squilibri o carenze nutrizionali.

 

CONSIGLI COMPORTAMENTALI

Preziosa per controllare la sintomatologia allergica, è l’adozione di alcuni comportamenti preventivi. Gli esperti raccomandano di:

  • Consultare il calendario pollinico per conoscere i periodi dell’anno a rischio, durante i quali sarà opportuno attuare provvedimenti cautelativi, come l’uso di mascherine e occhiali scuri, e una  profilassi farmacologica o con vaccini specifici, che permettano di vivere all’aria aperta senza incorrere in eccessivi fastidi a occhi, naso e bronchi.
  • Fare la doccia e lavare più frequentemente i capelli e il viso, poiché i granuli pollinici possono rimanere sulla cute o tra i capelli e depositarsi sul cuscino da dove vengono inalati durante il sonno o causare dermatite.
  • Viaggiare in auto preferibilmente con i finestrini chiusi e dotare la vettura di filtri per pollini, avendo cura di sostituirli periodicamente.
  • Evitare di posteggiare l’auto sotto gli alberi e in prossimità di giardini e prati.
  • Non piantare, in caso si disponga di uno spazio verde, alberi con pollini trasportati dal vento (cipresso, betulla, nocciolo, carpino, ontano, olivo, faggio), preferendo piante con impollinazione mediata da insetti (tiglio, ippocastano, robinia). Inoltre è consigliato estirpare eventuali erbacce infestanti prima della loro fioritura.
  • Avere cura della pulizia degli animali domestici che possono diventare a loro volta trasportatori di pollini tramite il pelo.

 

Consulenza: Dott.ssa Susanna Voltolini, Specialista in Allergologia, IRCCS-Azienda Ospedaliero Universitaria San Martino-IST, Genova


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