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Alimentazione
Francesca Morelli
pubblicato il 13-09-2013

Disturbi alimentari: il quaderno del mangiare bene



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Per educare a una sano rapporto col cibo il Ministero della salute ha realizzato un libretto che informa specialmente sui campanelli d’allarme di anoressia e bulimia

Disturbi alimentari: il quaderno del mangiare bene

Per educare a una sano rapporto col cibo il Ministero della salute ha realizzato un libretto che informa specialmente sui campanelli d’allarme di anoressia e bulimia 

Crescono i disturbi alimentari: ogni anno 2.500 nuovi casi di anoressia nervosa e 3.700 di bulimia, specie fra le giovanissime, con manifestazioni già agli albori dell’età adolescenziale e forme conclamate intorno ai 15-19 anni. Un fenomeno in espansione anche fra i maschi, soprattutto di casi di BED (Binge Eating Disorder, l’abitudine compulsiva al cibo). Sono i dati, preoccupanti, diffusi dal Ministero della Salute in un recente ‘Quaderno’ a tema, che analizza il malsano rapporto con il cibo come un malessere sempre più sociale.

IL PROBLEMA – Serve prevenzione ed una capillare azione di sensibilizzazione per tentare di arrestare una problematica dalle svariate sfaccettature. «Al centro del disordine alimentare, dato dall’interazione di molteplici fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici – spiega Luigi Enrico Zappa, Direttore del Centro per i Disturbi del comportamento alimentare, Dipartimento di salute Mentale dell’Ospedale San Gerardo di Monza - c’è, da parte di chi ne soffre, una ossessiva sopravvalutazione dell’importanza del corpo e la messa in atto di impropri comportamenti per ottenere il controllo sul peso e la forma fisica». Una visione distorta dell’immagine di sé che ha ripercussioni pesanti: malnutrizione, seri danni cardiaci, al fegato e ai reni e ai diversi apparati, problemi al sistema nervoso e osseo, per citare solo i principali. «Ma non va dimenticato – continua lo specialista – che si tratta in primo luogo di un problema di ordine psichiatrico che trascina con sé stati depressivi, basso livello di autostima, senso di vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, tendenza a comportamenti manichei e maniacali, propensione al perfezionismo». Oltre ai problemi di salute, c’è una questione altrettanto seria e delicata: i disturbi alimentari, spesso non ricevano una diagnosi e un trattamento adeguati: «Occorrono fin dagli esordi – aggiunge il Dottor Zappa – terapie mirate che conducano la persona a modificare consapevolmente i comportamenti e la gestione dei propri stress emotivi, adottando soluzioni che non siano dannose per la salute e rivolte a ristabilire un equilibrato rapporto con il cibo». Spesso, invece, molti casi arrivano all’osservazione clinica dopo una lunga storia di malattia, quando è più difficile ottenere una guarigione.

I CAMPANELLI DI ALLARME – La scarsa conoscenza o attenzione delle prime avvisaglie è fra le cause del ritardo diagnostico. Ecco i segnali che devono mettere in guardia: «Una consistente perdita di peso, accompagnato dall’intensa paura di ingrassare anche quando si è sottopeso – avverte lo specialista - può fare sospettare una anoressia nervosa, di contro ricorrenti episodi di abbuffate alimentari a cui seguono comportamenti volti a evitare l’aumento di peso (vomito indotto, uso di lassativi o diuretici e enteroclismi, digiuno protratto e eccessivo esercizio fisico) caratterizzano la bulimia nervosa. Infine il BED condivide con la bulimia le abbuffate ma senza il successivo ‘smaltimento’ del cibo mettendo a rischio, specie in età adulta, di  sviluppo di obesità, diabete mellito e malattie cardiovascolari che restano fra le patologie con un più alto indice di mortalità».


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