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Daniele Banfi
pubblicato il 22-03-2017

Ebola: un nuovo vaccino funziona e protegge ad un anno di distanza



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Definito "prime-boost" il vaccino contro Ebola genera immunità ad un anno dalla somministrazione

Ebola: un nuovo vaccino funziona e protegge ad un anno di distanza

Nuovo colpo all'Ebola. La rivista JAMA ha appena pubblicato i risultati sulla protezione a lungo termine del vaccino "prime-boost" sviluppato da Janssen. I risultati, seppur rappresentando la fase I della sperimentazione, sono incoraggianti: in volontari sani, ad un anno dalla somministrazione, il vaccino si è dimostrato efficace nell'indurre la risposta immunitaria mantenedola nel tempo. Un ottimo risultato che va ad aggiungersi ad un altro vaccino -sviluppato da Merck- utilizzato sul campo durante l'emergenza degli anni scorsi.

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2013-2016: tre anni di Ebola

I numeri sono impetosi: 11.300 persone, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016, sono morte a causa dell'infezione da virus Ebola. Descritto per la prima volta dopo l'epidemia di febbre emorragica scoppiata in Sudan e Zaire nel 1976, Ebola è una famiglia di 5 differenti tipi di virus capaci di scatenare una serie complessa e rapidissima di sintomi. La letalità, a seconda delle svarianti virali, oscilla tra il 25% al 90%. Purtroppo nell'ultima emergenza, quella del triennio scorso, la percentuale è stata molto elevata. Ecco perché oggi più che mai, anche per evitare quanto accaduto, lo sviluppo di un vaccino è più che mai fondamentale.

Vaccinazioni ad anello

Uno dei primi ad essere stato messo a punto è quello promosso dal National Institute of Health statunitense e sviluppato dalla Merck. A essere vaccinati sono state le persone a contatto con quelle che avevano appena ricevuto una diagnosi di infezione da virus ebola (trattate anch'esse). Testato sul campo in Guinea Concry -uno dei Paesi più colpiti da Ebola- la strategia prende il nome di "vaccinazione ad anello". Grazie a questo approccio non si è registrato nessun nuovo caso di malattia negli individui trattati immediatamente, 16 invece le nuove diagnosi tra chi (2380 persone) era stato trattato a tre settimane dal primo contatto con la persona infetta. Un risultato che denota l'estrema efficacia del vaccino nel prevenire un possibile contagio dovuto al contatto documentato con una persona infetta.

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Risposta duratura ad un anno di distanza

Di diverso tipo è invece l'approccio con il vaccino sviluppato da Janssen e testato in collaborazione con l'Università di Oxford. In questo caso si tratta di una vaccinazione "prime-boost", ovvero una strategia di somministrazione in due tempi: una prima dose serve ad attivare la risposta del sistema immunitario, la seconda per rafforzare la risposta immunitaria. Dalle analisi, per ora effettuate sun un gruppo ristretto di persone, è emerso che in tutti gli individui che avevano ricevuto il vaccino attivo si è verificata una risposta anticorpale specifica per il virus dell’Ebola. Risposta avvenuta sia dopo la prima somministrazione, sia ad un anno di distanza. Un risultato importante che ha portato il vaccino ad essere testato attualmente su scala globale. Resta ora da capire quale vaccinazione usare a seconda dei frangenti. Secondo gli esperti il primo ad essere messo a punto potrebbe essere usato in chi è venuto a contatto con un malato, il secondo negli operatori sanitari coinvolti nelle operazioni sul campo.

@danielebanfi83 

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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