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Donatella Barus
pubblicato il 13-11-2012

Non ci può essere pace in un mondo che ha sete e fame



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Acqua e cibo basteranno per 8 miliardi di persone? Chiara Tonelli, genetista dell’Università di Milano, modererà la sezione “Verso un mondo più equo”, nella quale la scienza proverà a dare delle risposte alla popolazione terrestre del terzo millennio

Non ci può essere pace in un mondo che ha sete e fame

Acqua e cibo basteranno per 8 miliardi di persone? Chiara Tonelli, genetista dell’Università di Milano, modererà la sezione “Verso un mondo più equo”, nella quale la scienza proverà a dare delle risposte alla popolazione terrestre del terzo millennio

Chiara Tonelli è Professoressa di Genetica presso l’Università di Milano e guida il Gruppo di Genetica Molecolare delle Piante, Dipartimento di Scienze Biomolecolari e Biotecnologia. È membro della European Molecular Biology Organisation (EMBO). Fra i risultati di maggior e impatto delle sue ricerche, vi è la scoperta del primo fattore di transcrizione che regola i movimenti degli stomi nelle piante, importante perchè apre nuove possibilità per migliorare la sopravvivenza di colture e la produttività in condizioni di scarsità d’acqua. E' membro dell’Advisory Group su Cibo, Agricoltura Pesca e Biotecnologia della Commissione Europea, nonché del Gruppo di Esperti per la Ricerca su Alimentazione e Salute; è membro del Consiglio della European Plant Science Organisation (EPSO) e del Comitato di Ricerca e Transfer Tecnologico dell’Università di Milano.

Siamo alla quarta edizione di Science for Peace. Di cosa si parlerà e che cosa varrà la pena ascoltare?

Parleremo di acqua come bene primario sul pianeta, un bene non infinito. Per avere un’idea, consideriamo che il 97% dell'acqua sulla Terra è salata. Del restante 3%, il 2,5% si trova congelato nei ghiacciai e ai Poli. Rimane uno 0,5% disponibile fra atmosfera, falde acquifere e acque di superficie. Quale uso facciamo di una risorsa di per sé così scarsa? Il grosso del consumo al mondo dipende dall’agricoltura (70%), molto meno dall’industria (20%) e solo un 10% dagli usi domestici. Ciò significa che si consumano risorse idriche per produrre cibo, e dove non c’è acqua, non c’è cibo. Ed è su questo piano che è indispensabile intervenire. Chi seguirà la Conferenza potrà ascoltare alcune buone idee messe in campo.

Perché parlare di acqua significa parlare di pace?

La carenza di acqua provoca siccità, che è la causa principale delle carestie. L’acqua è un bene essenziale per la vita, è sempre stato ed è tuttora causa di conflitto fra uomini e nazioni. Un esempio per tutti, la costruzione delle grandi dighe africane e le drammatiche implicazioni per le popolazioni che vivono in quelle regioni.

Secondo le stime, ogni anno la popolazione mondiale aumenta di 80 milioni di esseri umani e c’è bisogno di 64 miliardi di metri cubi d’acqua in più. Cosa fa la scienza?

Lavora. Per far sì che più persone possano avere acqua pulita, ad esempio. Più di un miliardo di persone non ha accesso all'acqua sicura. Molti bambini muoiono per banalissime infezioni (la Banca Mondiale indica circa 2 milioni di decessi per dissenteria, ndr). Susan Murcott, che interverrà alla Conferenza, con il suo gruppo presso il dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del MIT di Boston, da anni lavora contro questa condanna e ha ideato la campagna “Acqua pulita per un miliardo di persone”. Ha progettato e diffuso un filtro in ceramica piccolo, semplice e di basso costo. Diversi progetti sviluppati fra l’altro in Ghana, Nepal, Bangladesh, Cambogia e Cina hanno mostrato che tecnologie sostenibili come questa possono concretamente fare sì che la gente si ammali di meno. E non solo aumentano le persone da nutrire, ma alcune aree del pianeta diventano sempre più aride. La Cina (come, fra gli altri, l’India, la Corea del Sud, i Paesi arabi del Golfo, e società occidentali, ndr) sta acquisendo vaste aree dell'Africa subsahariana per coltivare e produrre alimenti e biocarburanti. Produrre un chilo di riso in Africa richiede 2.000 litri di acqua. E’ in questo senso che si parla di “commercio virtuale” dell’oro blu. E' un problema che non ci riguarda? Sbagliato. Anche in Italia e nel Mediterraneo ci sono zone con occasionale scarsità di acqua.

Da anni lei lavora a progetti di genetica applicati alle piante. Cosa si è ottenuto?

Nella storia dell'uomo le piante sono state selezionate per aumentare la produzione, non tanto per la capacità di resistere agli stress ambientali. Oggi invece si cerca di sviluppare piante capaci di crescere e produrre anche in scarsità di acqua. Con il mio gruppo di ricerca abbiamo identificato i geni responsabili di alcuni meccanismi chiave nella vita delle piante. Questi geni possono essere modificati per ridurre la traspirazione (siamo riusciti a ridurla del 30%), oppure per sviluppare piante in grado di estendere le loro radici nel terreno e assorbire acqua anche in profondità. L’obiettivo è trasferire questi risultati su piante come il riso o il pomodoro. Sono ormai realtà tecniche di ingegneria genetica che conferiscono ad alcuni alimenti particolari qualità nutrizionali. E’ il caso del Golden Rice, “biofortificato” con provitamina A, brevettato da Ingo Potrykus e messo a disposizione gratuitamente delle popolazioni asiatiche che si nutrono prevalentemente di riso e spesso vanno incontro a deficienze dovute alla carenza di questo elemento. Si spera che nel 2013 le norme sugli Ogm ne consentano la diffusione.

Perché l’ingegneria genetica applicata alla produzione alimentare è un tema così indigesto?

Credo ci sia una grande mancanza di informazione in merito. E molta ideologia. Dalla mia esperienza, una volta che alle persone vengono dati gli strumenti necessari a comprendere queste ricerche, anche le opinioni cambiano e si fanno più aperte. La Conferenza di Science for Peace sarà anche un importante momento di divulgazione e di educazione.

 

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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