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Ginecologia
Donatella Barus
pubblicato il 05-03-2024

Meno casi di condilomi grazie ai vaccini HPV



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Dopo anni di crescita, calano i casi segnalati di condilomi ano-genitali. Anche questo è un effetto della vaccinazione per il Papilloma virus. I dati e il commento di Barbara Suligoi, ISS

Meno casi di condilomi grazie ai vaccini HPV

Sono i condilomi ano-genitali la malattia sessualmente trasmessa più frequente in Italia, ma la buona notizia è che stiamo assitendo ad una riduzione evidente del numero di casi negli ultimi anni (del 31 per cento) che gli esperti attribuiscono all’efficacia della vaccinazione HPV nel mondo reale.

 

I DATI

Secondo l’ultimo Rapporto dei sistemi di sorveglianza sentinella diffuso dall’Istituto superiore di sanità (ISS) e aggiornato alla fine del 2021, il numero di condilomi ano-genitali segnalati ogni anno è triplicato fra il 2000 e il 2016, per poi iniziare un trend in discesa. Dal 2018 al 2021 le segnalazioni si sono ridotte di circa un terzo. Quanto è importante questo dato e quale significato possiamo trarne? L’abbiamo chiesto a Barbara Suligoi, responsabile del Sistema nazionale di sorveglianza per le malattie sessualmente trasmesse e direttrice del Centro Operativo AIDS dell’ISS.

 

I CONDILOMI E L'HPV

«I dati – spiega Suligoi - provengono dai due sistemi di sorveglianza sentinella dell’Istituto Superiore di Sanità attualmente attivi per monitorare l’andamento di queste patologie. Non registrano la totalità dei casi in Italia, ma ci consentono di avere un buon polso della situazione». Delle oltre 150.000 segnalazioni pervenute ai sistemi sentinella sulle malattie sessualmente trasmesse fra il 1990 e il 2021, oltre 65.000 riguardavano condilomi ano-genitali. Noti anche come verruche genitali o “creste di gallo”, i condilomi sono lesioni benigne causate da genotipi a basso rischio di Papilloma virus (HPV).

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

 

LE TENDENZE NEL TEMPO

«Intorno al 2013-2014, dopo anni di crescita, è iniziato un rallentamento del numero di casi. Se facciamo il calcolo e ricordiamo che nel 2008 è partita la campagna vaccinale per l’HPV rivolta alle coorti delle dodicenni e se consideriamo il tempo dello sviluppo sessuale (5-6 anni), ecco che si arriva al 2013-14». Un periodo cioè in cui è plausibile ravvisare i primi effetti della nuova misura introdotta. «E questo nonostante la copertura delle campagne vaccinali per il Papilloma virus sia al di sotto delle aspettative e degli obiettivi».

 

LA CASISTICA

Il 44 per cento delle diagnosi di condilomatosi ano-genitale segnalate dai sistemi sentinella riguardavano persone fra i 15 e i 24 anni, il 43,8 per cento persone fra i 24 e i 44, il 39,8 per cento gli over 45. Il 56 per cento dichiarava di avere avuto non più di un partner sessuale nei sei mesi precedenti alla diagnosi. Il 58 per cento delle diagnosi è stata segnalata in maschi eterosessuali, il 28 per cento in donne e il 14 per cento in MSM (maschi che fanno sesso con maschi).

 

LE MALATTIE CAUSATE DAL PAPILLOMA VIRUS

Quando parliamo di Papilloma virus ci concentriamo soprattutto sul rischio di malattie oncologiche. E a ragione: all’infezione persistente da alcuni tipi di HPV ad alto rischio infatti si devono varie forme di tumore, fra cui la quasi totalità dei tumori cervicali e una quota importante di tumori dell’orofaringe (maschili e femminili), della vulva e della vagina, del pene e dell’ano (maschili e femminili). «Le patologie tumorali legate all’HPV sono importanti e certamente con implicazioni cliniche più gravi rispetto ai condilomi – osserva Barbara Suligoi -. Ma se facciamo un confronto puramente quantitativo, il rapporto fra il numero di condilomi anogenitali e il numero di tumori correlati all’HPV è di 20 a 1 (secondo i dati IARC relativi all’Europa). I condilomi sono la parte ampia della piramide, con un costo a livello individuale e anche a livello di sanità pubblica non indifferente: si stima che ogni caso di condilomatosi costi circa 500 euro».

 

I PRIMI SEGNI DELL’EFFETTO-VACCINO

«Quando nel 2017 è stata aggiunta la raccomandazione e l’offerta della vaccinazione anche per i maschi (alcune Regioni li avevano già inclusi da un paio d’anni), è stata ampliata in modo significativo la platea di coloro che dovrebbero essere protetti dall’HPV e dalle malattie che provoca, condilomi compresi». E sono proprio i casi di condilomatosi ano-genitale, come abbiamo visto, che hanno mostrato una riduzione «non brusca, ma evidente» come la definisce l’esperta, che aggiunge: «Questa è la prima osservazione che consente di rilevare un effetto positivo del vaccino nel nostro Paese; mentre i condilomi si manifestano a distanza di qualche mese dall’esposizione all’infezione, per misurare un calo nei casi di tumori del collo dell’utero bisogna aspettare 10 o 20 anni minimo, come già dimostrato nei paesi, come il Regno Unito, che sono partiti con estese ed efficaci campagne vaccinali all’inizio degli anni Duemila». I dati dell’ISS trovano conferma in altre analisi importanti. Nel 2021 un’indagine condotta dall’Università di Roma Tor Vergata e dalla Kingstone University di Londra ha considerato i ricoveri ospedalieri in Italia fra il 2006 e il 2018 per malattie correlate all’HPV. I picchi di rischio di essere ricoverati riguardavano i 24-26enni per condilomatosi genitali, nel caso dei condilomi genitali e dei tumori genitali il rischio di ospedalizzazione è risultato ridotto del 54 per cento nelle donne vaccinabili (per età) rispetto alle donne non vaccinabili.

 

INFORMARSI È LA PRIMA PREVENZIONE

È fondamentale promuovere nei più giovani la consapevolezza che l’infezione da Papilloma virus di per sé non è una malattia, ma è molto comune e può portare a problemi di salute seri. E non sempre conosciuti. Ad esempio, prosegue la dottoressa Suligoi: «I tumori del cavo orale sono in aumento e sappiamo che circa la metà dei casi è legata al Papilloma virus. Tutti lo devono sapere, compresi i giovanissimi, così come si deve sapere che la vaccinazione è un ottimo intervento per prevenire i condilomi, i tumori del collo dell’utero, ma anche le neoplasie del pene, dell’ano, dell’orofaringe (la parte posteriore della bocca, composta dal palato molle, la base della lingua e le tonsille, ndr), tutte malattie complesse da curare». Non solo: prevenire i condilomi in qualche modo riduce anche il rischio di altre infezioni: «Talvolta le lesioni ano-genitali favoriscono le altre infezioni sessualmente trasmesse. Ad esempio, fra i pazienti a cui è stata diagnosticata una condilomatosi, il 6 per cento era anche positivo all’HIV (nella popolazione generale adulta la percentuale è dello 0,2 per cento)».

 

BUON SENSO E SESSO SICURO

Sottolineare l’importanza della vaccinazione HPV non significa certo sminuire l’utilità delle regole del sesso sicuro, tiene a precisare la dottoressa Suligoi: «Come l’uso del profilattico, che però nel caso del Papilloma virus riduce i rischi di contagio, se indossato correttamente e dall’inizio del rapporto, ma non li azzera perché si può entrare in contatto con il virus in aree genitali non coperte. O come la cautela nell’uso di sostanze (alcol o droghe) che abbassano il livello di attenzione e aumentano il rischio di avere rapporti senza la lucidità adeguata per proteggersi consapevolmente».

Scopri qui le risposte veloci alle domande più frequenti sull'HPV (Human Papilloma Virus) 

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Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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