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Redazione
pubblicato il 01-09-2023

Terapia anticoagulante: meglio evitare la vitamina K?



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Gli alimenti contenenti la vitamina K non sono vietati per chi è in terapia anticoagulante, ma non bisogna abusarne. Ecco perché

Terapia anticoagulante: meglio evitare la vitamina K?

Sono in terapia anticoagulante e mi hanno detto di non mangiare alcune verdure, tra cui quelle a foglia larga che mi piacciono tanto. È così tassativo?

Risposta tratta dal quaderno "Micronutrienti"

 

Per chi è in terapia anticoagulante non è necessario evitare totalmente verdure a foglia larga, ma è importante comprendere perché esiste tale indicazione.

La vitamina K è utile per la salute delle ossa?

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17-08-2021

 

PERCHÈ FARE ATTENZIONE?

La terapia anticoagulante punta a raggiungere un equilibrio tra vitamina K introdotta con l’alimentazione, che favorisce la coagulazione, contrastando l’azione del farmaco, e l’anticoagulante. Questo equilibrio è espresso dai valori di INR (international normalized ratio, il parametro che serve a valutare il tempo di protrombina, uno degli enzimi preposti alla coagulazione), che occorre tenere sotto controllo. Ciò che conta è mantenere costante l’introito con la dieta, in modo da rendere la terapia efficace. Tale obiettivo non è sempre facile da raggiungere poiché bisogna conoscere bene gli alimenti che contengono vitamina K e cercare di equilibrarli nel quotidiano, pur rispettando la varietà della dieta. Il motivo per cui spesso vengono date indicazioni di esclusione di tali alimenti è per semplificare il compito al paziente e garantire una maggiore omogeneità di misurazioni tra un controllo e l’altro.

 

DOVE SI TROVA LA VITAMINA K?

Le vitamine del gruppo K sono la K1, o fillochinone, la K2 o farnochinone e la K3 o menadione. La vitamina K1 è la forma predominante di vitamina K presente nella dieta. Si trova prevalentemente nelle verdure verdi come spinaci e cavoli e in frutti come avocado, kiwi e uva, e il suo assorbimento aumenta in presenza di grassi.

La K2 è invece sintetizzata dai batteri e si trova quindi principalmente negli alimenti dove questi microrganismi fanno parte del processo di produzione. La fermentazione dei semi di soia con Bacillus natto produce il “natto”, un piatto giapponese che contiene il più alto contenuto di K2. I latticini sono la seconda fonte più ricca di K2 nella dieta. Altre importanti fonti di K2 sono carne di pollo, tuorli d'uovo, crauti, manzo e salmone. Oltre alle fonti alimentari, la vitamina K viene prodotta dalla flora batterica intestinale (i neonati ne sono praticamente privi, ed è il motivo per cui viene somministrata come integrazione o nel latte artificiale) e accumulata in fegato e milza.

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