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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 26-01-2021

Ansia e depressione: il verde fa bene (se non lo prescrive il medico)



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Nuove ricerche sul verde urbano e la "terapia forestale" fuori porta sui disturbi dell'umore come ansia e depressione

Ansia e depressione: il verde fa bene (se non lo prescrive il medico)

Stare nel verde procura notevoli benefici psicologici, anche alle persone che soffrono dei più comuni disturbi psichici come depressione e ansia. Purché… non glielo prescriva il medico.

 

LA RICERCA

E’ il risultato sorprendente di una ricerca condotta su 18.000 persone di 18 paesi dall’Università di Exeter (Gran Bretagna) e pubblicata su Scientific Reports. Nell’indagine si molti individui con disordini psichici hanno riferito di frequentare località verdi tanto quanto gli altri, almeno una volta alla settimana, e di sentirsi in effetti meglio, i loro sintomi si alleviano. Provano spesso gioia.

 

IL VERDE SU PRESCRIZIONE?

Oggigiorno molti medici fanno delle cosiddette “prescrizioni verdi” spingendo i pazienti di vario genere a fare dei tuffi nella natura perché sono noti e scientificamente provati i benefici fisici e psicologici che se ne ricavano. Ma nel caso di depressi e ansiosi si è appurato che la prescrizione del dottore, se non li spinge addirittura a ritrarsi dalle consuete immersioni nel verde, però ne spegne la soddisfazione e fa anzi aumentare l’ansia. Lo stesso se sono famiglia e amici a fare insistenti pressioni. Spirito di contraddizione? Gli scienziati adesso si interrogano su che cosa svuoti l’intima soddisfazione che i pazienti psichici provano se l’iniziativa di passeggiate nei boschi o uscite in campagna sono totalmente autonome.

 

CONTRADDIZIONE O AUTODETERMINAZIONE?

I risultati sono in linea con la teoria dell’autodeterminazione (Sdt) secondo cui se una persone sente su di sé una pressione a impegnarsi in certe attività, questo può spegnere la sua motivazione interna. «Forse subentra, a guastare il piacere, la sensazione di dover essere all’altezza delle attese di altri», commentano i ricercatori. E richiamano l’attenzione e la sensibilità dei medici sulla sottile linea che sta tra un incoraggiamento e una pressione, una linea da non superare. «I nostri risultati sono in linea con più ampie ricerche incentrate sull’ambiente naturale urbano e sulla sua possibilità di far rilassare e allentare lo stress», commenta la dottoressa Michelle Tester-Jones dell’Università di Exeter.

 

GLI ALBERI IN CITTA’ AIUTANO LA SALUTE?

A questo proposito diversi ricercatori stanno studiando i possibili vantaggi della “foresta urbana” intendendo con questo termine gli alberi piantati lungo strade e viali nelle città. Una recente indagine è stata compiuta nella città tedesca di Leipzig e pubblicata su Scientific Reports. La premessa è che il mondo si sta sempre più urbanizzando, quindi è utile indagare se gli alberi urbani portino vantaggi sia alla salute mentale sia alla biodiversità. L’indagine ha coinvolto 9.751 abitanti di Leipzig e per capire se gli alberi sottocasa aumentano il benessere mentale è stata presa in esame la distanza degli alberi dal domicilio e la quantità di antidepressivi prescritti nella zona. Per ora si può dire che il verde urbano si collega a meno psicofarmaci se la distanza è entro i 100 metri. Nel 2015 aveva condotto un analogo studio in 31 distretti di Londra il professor Mark S. Taylor, pubblicato sulla rivista Landscape and Urban Planning. Nel 2019 un'ampia ricerca danese pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences ha suggerito un nesso fra gli spazi verdi a disposizione nell'infanzia e il minor rischio di problemi psichici da adolescenti e da adulti. Gli studi sono tanti, ma si tratta di un terreno ancora inesplorato e complesso da indagare. L’obiettivo sarebbe di dare indicazioni per il benessere dei residenti a quanti pianificano le città e decidono la diffusione del verde urbano, dai politici agli urbanisti.

 

GITE NEI BOSCHI A RESPIRARE “PINENE”?

Sempre in tema di verde-salute, si parla anche di "terapia forestale": un testo frutto della collaborazione fra Club alpino italiano e Istituto di bioeconomia del Cnr raccoglie vari dati e risultati di esperienze sperimentali. In un caso con passeggiate di qualche ora nei boschi si sarebbe registrato un calo addirittura dell’85 per cento di sentimenti negativi come depressione, ansia, ostilità, difficoltà a concentrarsi, beneficio perpetuatosi per diversi giorni successivi. In attesa di conferme scientifiche, una curiosità "olfattiva": si è cominciato a "testare" anche i diversi tipi di foresta e alcuni autori riportano benefici particolari in presenza di composti organici volatili come il pinene e il limonene, rilasciati soprattutto dalle conifere, e il sabinene dei faggi.

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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