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Neuroscienze
Caterina Fazion
pubblicato il 05-01-2024

Dipendenza da sostanze: la situazione italiana



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Quali sono le sostanze più utilizzate? Chi le consuma? Ecco tutti i dati del Ministero della Salute sulla tossicodipendenza in Italia

Dipendenza da sostanze: la situazione italiana

Nel 2022, in Italia, i servizi pubblici per le dipendenze hanno fornito assistenza a 129.259 persone con dipendenza da sostanze, su un totale di 242.373 contatti, tra cui 17.497 nuovi utenti. Scopriamo quali sono le sostanze più utilizzate, i cambiamenti rispetto agli anni passati e le caratteristiche degli utilizzatori grazie ai dati che emergono dal Rapporto tossicodipendenze 2022, redatto dal Ministero della Salute.

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CHI SONO GLI UTILIZZATORI

Circa l’86% dei pazienti con dipendenza da sostanze è di genere maschile, con un rapporto di una femmina ogni sei maschi. I pazienti in trattamento sono prevalentemente di nazionalità italiana (91,4%), mentre la maggior parte degli stranieri proviene dal continente africano e da altri paesi europei. Per gli utenti totali le classi di età più frequenti sono quelle comprese tra i 35 e i 54 anni, mentre nei nuovi utenti l'età si abbassa tra i 20 e i 44 anni. Anche l’analisi dell’età media conferma che i nuovi utenti risultano più giovani con un’età media di 35,9 anni rispetto ai 43,4 degli utenti già in carico o rientrati.

Il 62,1% ha una fissa dimora e il 72,9% degli utenti presenta un livello di istruzione secondario. Il 34,6% delle persone già in carico e il 30,7% dei nuovi utenti dichiara di avere una occupazione stabile e, rispettivamente, il 9,3% e il 9,8% una occupazione saltuaria. Le persone disoccupate sono il 29,8% negli utenti già in carico e il 25,6% nei nuovi utenti.

 

LE SOSTANZE PIÙ USATE

Il 63,0% dell’utenza in trattamento per droga è in carico ai servizi per uso primario di oppiacei; tale percentuale scende al 34,6% tra i nuovi utenti, mentre tra le persone già in carico o rientrate arriva al 67,4%. L’eroina, rimane la sostanza primaria più usata dall’insieme degli utenti in trattamento, tuttavia la proporzione di persone sul totale dei trattati che la scelgono come sostanza di elezione, diminuisce nel corso degli anni. Tra nuovi utenti la cocaina risulta sostanza primaria d’abuso nel 38,5% dei casi, mentre per gli utenti già noti tale dato è pari al 22,4%. Nel tempo è aumentata la proporzione di persone che richiedono un trattamento per uso di cocaina. L’accesso ai servizi per uso primario di cannabis riguarda circa il 24,8% dei nuovi utenti, soprattutto under 30, e il 9,1% dei pazienti già in carico ai servizi dagli anni precedenti (11,2% dei pazienti totali). 

 

LA FREQUENZA DI ASSUNZIONE

Gli oppiacei vengono assunti quotidianamente dal 47,5% dei nuovi utenti e dal 47,1% degli utenti già in carico; la cocaina viene assunta più frequentemente 2-3 volte a settimana (28,5%) dagli utenti già in carico e quotidianamente (31,8%) dai nuovi utenti, ma almeno il 21% degli utenti non l’ha consumata nell’ultimo mese; per quanto riguarda la cannabis oltre il 40% dei pazienti la usa quotidianamente, una percentuale di almeno il 21% non vi ricorre da almeno trenta giorni. Sono sempre meno i soggetti che assumono sostanze per via iniettiva: per la maggior parte dei soggetti la prima assunzione iniettiva risale ad almeno dieci anni prima, soprattutto per gli utenti già in carico.

 

LE MODALITÀ DI ACCESSO AI SERVIZI

Il dato sulla modalità di accesso ai servizi mostra che i pazienti già conosciuti richiedono il trattamento prevalentemente in modo autonomo o attraverso familiari e amici, mentre i nuovi utenti giungono in maniera differenziata: iprevalentemente per accesso diretto o su richiesta dei familiari/amici, in misura inferiore per invio dell’autorità giudiziaria, da altri servizi per le dipendenze o da altri servizi sanitari. Si osserva, per entrambi i sessi, che all’aumentare dell’età si arriva al servizio sempre più tramite un accesso volontario, mentre diminuisce la percentuale di coloro che vengono inviati dall’autorità giudiziaria o che usano altri canali di accesso.

 

ESISTE CONTINUITÀ ASSISTENZIALE?

Secondo il rapporto, nel 2022 sono 573 i Servizi pubblici per le Dipendenze (Ser.D) attivi in Italia. In essi lavorano 6.397 professionisti: il 31,5% sono infermieri, il 20,7% medici, il 14,7% psicologi, il 13,5% assistenti sociali, il 10,3% educatori professionali, il 2,1% operatori tecnici dell'assistenza e operatori socio-sanitari. Questi servizi riescono a tenere agganciati nel tempo i propri pazienti dipendenti da sostanze? Secondo i dati sì: nel periodo 2014-2022 è presente un aumento dell’età media nei pazienti già conosciuti dai servizi, a indicare un’adeguata continuità assistenziale. L’età al primo uso è simile nei due sessi, ma i maschi aspettano più tempo prima di effettuare un trattamento: circa 7,6 anni, oltre un anno in più delle femmine.

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LE PATOLOGIE CONCOMITANTI

Nei soggetti dipendenti da sostanze non è raro riscontrare altre patologie concomitanti. 9.470 assistiti in trattamento presso i Ser.D, ovvero il 7,3%, presentano almeno una patologia psichiatrica. Si parla specialmente di disturbi della personalità e del comportamento, sindromi nevrotiche e somatoformi, schizofrenia e altre psicosi funzionali, depressione, mania e disturbi affettivi bipolari. I consumatori di sostanze stupefacenti per via iniettiva figurano tra i soggetti che corrono un rischio elevato di contrarre malattie infettive come HIV ed epatiti. Se si considerano coloro che hanno usato la sostanza per via iniettiva almeno una volta nella vita, però, risulta che oltre il 50% non è stato mai testato per l’HIV (53,1%) e solo il 33,7% per l’HCV. Tra i soggetti testati nel 2022, invece, il 4,8% è risultato HIV positivo, il 2,3% HBV positivo e il 42,3% HCV positivo, con una ampia eterogeneità interregionale.

 

I COSTI

Nel 2022 si registrano 16.779 dimessi con diagnosi correlate all’uso di droghe dalle strutture ospedaliere italiane: in particolare il 72,2% dei ricoveri registrano una diagnosi di psicosi indotte da droghe. Il numero complessivo di accessi al Pronto Soccorso per i gruppi diagnostici correlati all’uso di droghe, invece, ammonta a 8.152, che rappresentano lo 0,05% del numero totale di accessi al pronto soccorso a livello nazionale.

Con riferimento all’anno 2021, ultimo anno disponibile, il costo medio annuo per residente dell’assistenza alle persone con dipendenze patologiche per le dipendenze sia territoriale sia ospedaliera, è pari a € 19,8 calcolato dividendo il costo complessivo dell’assistenza per le dipendenze per la popolazione residente nel 2021. Per quanto riguarda l’assistenza territoriale il costo complessivo ammonta a 1.127.288 in migliaia di euro, di cui 764.116 per l’assistenza ambulatoriale, 63.440 per l’assistenza semiresidenziale e 299.732 per l’assistenza residenziale.

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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