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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 20-06-2017

Il malato di tumore o diabete sottovaluta la depressione



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Un’indagine dell'Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna rivela che chi soffre di un serio disturbo organico e di uno mentale come la depressione tende a non cercare aiuto. Il rischio è l’aggravarsi di entrambe le malattie

 Il malato di tumore o diabete sottovaluta la depressione

A pensare che la depressione non esista, o che sia un male sì ma per niente paragonabile alle altre malattie, sono spesso i malati. Se poi hanno in corso una patologia organica - tipo il diabete, un tumore o una malattia reumatica - non ci pensano neppure di andare da uno psichiatra e comunque di assumere altri medicinali. In questo modo sottovalutano un disturbo mentale che non è meno reale di quelli «stampati» nel corpo e che spesso è in grado di aggravarli, oltre a dare un durissimo colpo alla loro qualità di vita. 

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DALLA DEPRESSIONE? 

 

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Il 41 per cento ritiene di avere un umore così basso, pensieri così cupi, soltanto come conseguenza della malattia; uno su due di quanti hanno altre patologie ricorrono soltanto al medico di base per curarsi dell’umore; infine più di uno su quattro si rifiuta di aggiungere psicofarmaci alla loro borsa delle medicine. E in quanti accettano, soltanto nella metà dei casi la terapia è adeguata. Queste cifre e questi atteggiamenti arrivano da un’indagine a cura di Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che ha controllato dati e vissuto della depressione in persone malate di tumore, diabete, malattie reumatiche. In condizione, cioè, di co-morbidità.

 

CHI È SOLO DEPRESSO SI CURA DI PIÙ

I primi numeri: la depressione colpisce 1 persona su 4 con malattie reumatiche, quasi 1 malato di tumore su 6, il 20 per cento di chi soffre di diabete. Ma, riferendo della sottovalutazione del disturbo mentale se c’è un’altra malattia («è considerato quasi un effetto collaterale scontato», dice la presidente di Onda, Francesca Merzagora), i ricercatori sottolineano che fra quanti soffrono di depressione è l’83 per cento a rivolgersi a uno psichiatra e non il 19 per cento come tra chi è affetto da tumore o diabete.


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LA DEPRESSIONE NEL MONDO

La depressione è in aumento dovunque, si calcolano 322 milioni che ne soffrono nel mondo, «nessun Paese escluso» sottolineano gli epidemiologi, un aumento quantificabile in un 18 per cento in 10 anni. Purtroppo una crescita si registra anche tra adolescenti e giovani adulti (18-25 anni). L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) già da tempo prefigura che in pochi decenni sarà questa la prima malattia per diffusione ed ha deciso quest’anno di dedicare al male oscuro la Giornata mondiale della Salute, che è stata il 7 aprile, con un titolo significativo: «parliamo di depressione». Perché parlarne è già curare nel senso che su questo disturbo mentale pesa moltissimo lo stigma, la condanna sociale, per cui chi ne soffre si nasconde, è diffusa la tendenza a “screditarla” come malattia seria, non è sentire comune la consapevolezza di quanto sia una malattia grave e di come, dall’altra parte, sia curabile in un’alta percentuale. Gli antidepressivi sono ancora per molti il diavolo, anziché i salvavita che si rivelano in così tanti casi.

 

AGGRAVAMENTO RECIPROCO 

Dice Claudio Mencacci, direttore del dipartimento salute mentale e neuroscienze degli ospedali Fatebenefratelli-Sacco di Milano: «Occorre guardare la depressione legata ad altre malattie con una correlazione circolare reciproca: l’una peggiora le altre e viceversa. E tutte, dunque, vanno curate». Mencacci richiama diverse ricerche condotte sul tema: la depressione influenza la clinica medica spingendo il paziente a una ridotta adesione alle prescrizioni mediche, inducendo uno scarso miglioramento clinico dopo la malattia, aumentandone anche la mortalità (non da suicidio). Un’indagine compiuta in Svizzera l’anno scorso su 3.700 persone seguite per oltre cinque anni ha mostrato che quanti soffrivano del male oscuro avevano un rischio tre volte maggiore degli altri di morire per una qualunque causa. Un’ulteriore indagine illustrata dal professor Claudio Mencacci mostra che un gruppo di uomini curati per tumore della prostata ancora dieci anni dopo risultavano soffrire più spesso degli altri di depressione clinicamente rilevante.


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IL DIABETICO SI TRASCURA 

Infine, nel mondo dei diabetici la depressione può aumentare il valore dell’emoglobina glicata, ridurre l’attività fisica e spingere a trascurarsi sia nell’alimentazione sia nel seguire la terapia insulinica. L’Oms incoraggia a investire nella lotta alla depressione, dimostrando che per ogni euro speso se ne hanno in ritorno quattro perché, per esempio, le persone tornano al lavoro se l’avevano abbandonato o sono comunque più efficienti.

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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