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Oncologia
Serena Zoli
pubblicato il 20-01-2015

Non solo il corpo. Va curata anche la psiche dei malati di tumore



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Tre quarti dei pazienti con un tumore colpiti da depressione non vengono seguiti da esperti. Diversi studi dimostrano i vantaggi terapeutici ed economici dell’assistenza psiconcologica

Non solo il corpo. Va curata anche la psiche dei malati di tumore

Molti malati di cancro soffrono di depressione, ma per i tre quarti non vengono curati per questa che è una vera malattia, e che non può che peggiorare la situazione. Eppure, quando trattati o con la psicoterapia o/e con antidepressivi, migliora nettamente il loro benessere psichico. E questo si verifica anche in quanti hanno una prognosi infausta. A lanciare l’allarme e la sollecitazione ad optare per la terapia integrata è la prestigiosa Lancet che nell’occasione si moltiplica per tre, con Lancet Oncology e Lancet Psychiatry a ospitare diversi studi inglesi sull’argomento. In una prova con 500 pazienti malati sia di cancro (con prognosi benigna)sia di depressione, dopo 3-4 mesi di terapia antidepressiva il 62 % per cento aveva meno ansia, meno spossatezza e una migliore qualità della vita, contro il 17% di quanti avevano ricevuto le solite cure.

 

LA SPERANZA DEI SENZA SPERANZA

Ma anche tra 142 malati di cancro al polmone, patologia spesso con prognosi negativa, dunque persone più votate al pessimismo, si sono ottenuti netti miglioramenti di umore e della qualità della vita complessiva rispetto ai “compagni di sventura” non curati per la depressione.La situazione da noi si può ipotizzare simile a quella “fotografata” in Gran Bretagna? Lo chiediamo allo psichiatra Paolo Gritti, docente alla Seconda Università di Napoli e vicepresidente della Società italiana di psiconcologia (Sipo).

«Sì, penso sia credibile anche qui un tre quarti dei malati di cancro depressi non curati per questa patologia», dichiara. «E’ molto importante quanto documentato da Lancet. Curando i riflessi piscologici e pure, io aggiungo, psicosociali del tumore, si hanno tre vantaggi almeno: 1) migliora la qualità della vita dei malati, 2) i malati diventano più collaborativi nel seguire le terapie antitumorali con vantaggio del loro stato fisico, 3) si abbasseranno i costi della sanità perché queste persone faranno meno ricorsi alle strutture sanitarie».

 

PIU’ SPENDI MENO SPENDI

L’ultimo è un elemento non da poco come lo presenta Gritti: «Dai dati statunitensi risulta che se non si cura lo stato psicologico di quanti sono colpiti da una grave malattia somatica, non solo il cancro dunque, i costi risultano di 2-3 volte più alti. Si parla in questi casi di “comorbidità psicosomatica”». E si capisce che intervenire sulla psiche, “spendere” subito di più per l’intervento di psicologi e psichiatri, alla fine risulta molto ma molto economico. Ma il tono dell’umore alto, la speranza che ritorna, hanno anche effetti benefici sul soma, il corpo? «Ci sono studi – ancora da prendere con le molle - che segnalano tempi di sopravvivenza più lunghi per quanti sono seguitisul lato psichico ed altri che parlano anche di aumentati tassi di guarigione. Lo ripeto: sono ricerche che devono essere confermate, ma quanto esse dichiarano io non lo trovo improprio. La depressione e il sistema immunitario possono sviluppare una sinergia negativa, in quanto, si sa, la depressione abbassa le nostre difese interne».

 

UN MALE “DI GRUPPO”

Ma non basta per il professor Paolo Gritti seguire il singolo paziente: «Il cancro non è in realtà una malattia individuale, ma “scoppia” nelle famiglie colpendo tutto il gruppo. Bisogna dare una mano anche ai familiari perché il malato di tumore deve poter contare su di loro; e perché essi non cedano sotto l’angoscia e lo stress vanno seguiti con una qualche forma di sostegno psicologico». Ultima domanda: ma gli oncologi italiani sono sensibili alle condizioni dell’umore dei loro pazienti? O non ostacolano piuttosto l’intervento degli specialisti della psiche? «Gli oncologi giovani sì, sono cresciuti dentro la cultura delle cure integrate. Più in generale, comunque, le cose vanno molto meglio di 20-30 anni fa».

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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