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Oncologia
Donatella Barus
pubblicato il 31-01-2013

Promossa la Tac spirale per i forti fumatori



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L'American Cancer Society raccomanda i controlli periodici con Tac spirale a basse dosi per le persone a rischio. In Italia il progetto Cosmos arruola 10.000 volontari a Milano, Firenze, Roma, Pescara, L'Aquila, Palermo e Potenza. La prima prevenzione è non fumare

Promossa la Tac spirale per i forti fumatori

E’ tempo di iniziare a proporre controlli periodici con Tac spirale  a basse dosi ai forti fumatori, più a rischio di sviluppare un tumore al polmone. E’ questa la raccomandazione che l’American Cancer Society, la maggior charity al mondo in campo oncologico, ha incluso nelle sue linee guida. C’è ancora tanto da capire, ma «a questo punto ci sono prove sufficienti a supporto dello screening, a patto che il paziente sia informato sui benefici, limiti e rischi della metodica e sia sottoposto a controlli in centri con esperienza in diagnosi precoce del tumore polmonare» sottolineano gli estensori del documento.

SE SI ARRIVA IN TEMPO SI PUO’ GUARIRE

«E’ la prova che anche la storia del tumore del polmone può cambiare con la diagnosi precoce, così come è accaduto per il seno e per il collo dell’utero, e come sta accadendo con il cancro del colon» ha commentato Umberto Veronesi. Attualmente il 70% dei tumori del polmone viene scoperto troppo tardi per essere curato con efficacia. «L’unica grande certezza che abbiamo in oncologia è che più precoce è la malattia che si scopre, più è curabile. La diagnosi tempestiva è uno strumento di guaribilità. La prima prevenzione è sempre quella di non fumare».

NUOVE OPPORTUNITA’ DI DIAGNOSI 

Ogni giorno il tumore al polmone fa un centinaio di vittime in Italia. Si tratta in grandissima parte di malattie legate al fumo di sigaretta. Un nesso di causalità così diretto – e ormai scientificamente assodato – permette di selezionare con ragionevole efficienza le persone che pur non avendo segni di malattia potrebbero avere un carcinoma polmonare. A questo scopo sono allo studio diversi protocolli. L’avvento di macchine diagnostiche capaci di restituire immagini dirimenti con una minima esposizione a radiazioni ha aperto nuove possibilità. Il progetto Cosmos, avviato dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e sostenuto dalla Fondazione Veronesi e da Airc, è uno dei più ampi studi europei, che per 10 anni ha coinvolto 5200 fumatori e ora apre una seconda fase che prevede il reclutamento di 10.000 volontari che saranno sottoposti a Tc spirale e esame del sangue.

NUOVO TEST MOLECOLARE

Fra gli scopi del Cosmos II c’è anche la validazione di un nuovo marker tumorale presente nel sangue. «Se i dati confermeranno l’utilità dei microRna come marcatori molecolare potremo  in futuro limitare l’uso della Tac ai pazienti che risultano a rischio con il test ematologico» ha spiegato Pier Paolo Di Fiore direttore dell’unita di ricerca “La logistica cellulare del cancro” all’Ifom. « Inoltre un semplice esame del sangue può incentivare al controllo i fumatori restii a sottoporsi a screening».

I DUBBI

La comunità scientifica da anni discute sui pro e i contro dello screening con Tac spirale. Fra i contro si segnala il rischio di sovradiagnosi, ovvero di rilevare e trattare dei tumori che mai darebbero sintomi clinici, e l’esposizione a radiazioni ionizzanti. La posizione dell’American Cancer Society cancella il dibattito? No, dicono gli esperti. Come sempre accade in medicina l’esperienza darà le risposte. «Lo screening, se fatto da team esperti, ha dimostrato di non aumentare il numero di sovradiagnosi rispetto alla media  -  ha spiegato Lorenzo Spaggiari, direttore della chirurgia toracica Ieo -. Piuttosto, il numero crescente di pazienti che grazie allo screening arrivano con noduli polmonari di pochi millimetri pone nuove sfide alla chirurgia polmonare che come quella senologica dovrà sempre più essere conservativa».  

IL RISCHIO RADIOLOGICO 

L’esposizione a radiazioni è minima con i macchinari di ultima generazione. «La Tac spirale espone a una dose di radiazioni 17 volte inferiore a quella della Tac tradizionale, paragonabile a quella che si assorbe in un volo Milano – New York andata e ritorno» spiega Massimo Bellomi, direttore della divisione di Radiologia dell’Ieo.

COSMOS, I RISULTATI

Negli ormai 12 anni di lavoro, il progetto Cosmos ha dato importanti informazioni. Giulia Veronesi,  Direttore dell’unità di Ricerca Diagnosi Precoce e Prevenzione Tumore Polmonare li riassume così: «Abbiamo identificato circa 1 su 1000 soggetti malati ogni anno. Ci aspettiamo, con la seconda fase del progetto, di arruolare 10.000 persone a rischio e scoprire in 5 anni più di 320 tumori. Ci aspettiamo di avere una riduzione del 50% della mortalità». Inoltre, lo studio permetterà di capire meglio i fattori di rischio oltre al tabagismo, come le malattie polmonari concomitanti (enfisema e bronchite cronica) e l’alimentazione. «Risultano protettivi alimenti come l’olio d’oliva crudo, al contrario dannosa la carne rossa» spiega Giulia Veronesi).

PRIMO NON FUMARE 

La Tac non sostituisce affatto gli sforzi per aiutare i pazienti a smettere di fumare, insistono gli esperti. E se con lo screening i fumatori si sentissero legittimati a continuare a fumare? «E’ un fattore che stiamo valutando, insieme agli psicologi dell’Università di Milano. Per ora risulta che i partecipanti allo screening hanno ridotto il numero delle sigarette giornaliere da 20 a 13».

COSMOS II COME PARTECIPARE

I progetti di prevenzione sono diversi, proposti da diversi centri. Ciò che conta, sottolineano gli esperti, è che i forti fumatori e i medici si informino e considerino l’importanza della diagnosi precoce anche nel tumore del polmone.  Allo studio Cosmos partecipano centri di Milano, Firenze, Roma, Pescara, L’Aquila, Palermo e Potenza. I partecipanti devono avere 55 anni e avere fumato almeno 20 sigarette al giorno per almeno 30 anni. Per informazioni telefonare al numero 02 64107700 o consultare la pagina http://www.10secondi.it/.

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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