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Un manuale per il medico che ascolta

L'esperienza della malattia e della cura così come non la si insegna nelle università: il "Manuale di medicina umana e narrativa" di Alberto Scanni e Federico Perozziello

Un manuale per il medico che ascolta

Chi insegna a un medico ad essere un buon medico? È un dilemma antico, tanto che Ippocrate in uno dei suoi aforismi più celebri e citati ammetteva: “La vita è così breve, l'arte così lunga da apprendere”. 

Arte, appunto, che si pratica e si apprende a partire da un metodo scientifico ed è sottoposta a un sistema di valori. Così è la medicina di cui ci parlano Alberto Scanni e Federico Perozziello nel Manuale di medicina umana e narrativa (ed. Tecnichenuove), un viaggio attraverso la professione di chi cura a partire dalla sua essenza profonda, ovvero l’incontro fra il medico e il paziente. 

Chi segue Alberto Scanni nel suo blog sul sito della Fondazione Veronesi lo sa: due strumenti non devono mai mancare nella borsa del dottore, e sono il tempo e la parola. Il tempo da dedicare all’ascolto e la parola che è cura, conoscenza ma anche formazione: “Il medico non deve essere frettoloso ma deve assecondare il malato, stimolandolo a narrare, cercando di cogliere le sfumature del suo vivere. Anamnesi come apertura di un rapporto, ma propedeutica a una relazione in cui raccontare e scrivere permette di curare meglio”. E ancora: “Con la narrazione il paziente non è ridotto a un organo o a un apparato da curare ma diventa persona, individuo, portatore di un disagio che penalizza il suo vivere”. “Il narrare e il farsi narrare aiuta medici, infermieri, assistenti sociali e terapisti a migliorarsi”. 

Alberto Scanni è oncologo, è stato direttore generale dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, direttore del Dipartimento di oncologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, ha fondato e presieduto la Società Italiana di Psiconcologia e il Cipomo, il Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri, è presidente onorario dell’Associazione Progetto Oncologia Uman.A.

Federico Perozziello è medico pneumologo, insegna filosofia della scienza e antropologia medica.

Il testo che hanno prodotto è un’opera ricca e multidisciplinare, scritta con i contributi di undici autori che in diciassette saggi affrontano temi complessi come la fragilità nelle sue molteplici manifestazioni, la cronicità e il fine vita, la resilienza, la sessualità, la bioetica, la comunicazione e l’uso della narrazione come strumento di relazione e di cura, l’equilibrio fra risorse economiche e bisogni. 

Il proposito è quello di colmare una falla nel sistema formativo delle professioni sanitarie, in cui l’addestramento del medico non sempre contempla la capacità di riconoscere l’altro che soffre. In un’epoca in cui nuove e straordinarie possibilità tecniche rischiano di offuscare la dimensione umana della medicina, al manuale va riconosciuto il coraggio di affrontare in un’ottica anche pedagogica ciò che ogni malato empiricamente conosce: il valore dell’ascolto e della relazione

Il risultato però è qualcosa forse di inatteso anche per gli autori. Il manuale, pensato per medici e studenti di medicina, diventa anche il racconto onesto e appassionato di una professione e di una vocazione, una lettura interessante e formativa anche per chi non indossa un camice ma vive direttamente o indirettamente l’esperienza della malattia. 

Donatella Barus

@donatellabarus

Manuale di medicina umana e narrativa, Alberto Scanni e Federico E. Perozziello, ed. Tecniche Nuove 2016.



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