16-05-2017

Quanto è coinvolto il paziente oncologico nella definizione del percorso terapeutico?

Abbiamo chiesto ai cittadini milanesi quanto ritengano che i malati siano resi partecipi della definizione del loro percorso terapeutico

D: Lei crede che il malato sia lasciato troppo solo, oppure è coinvolto attivamente nel processo decisionale di quelle che sono le proprie cure?
R: Ma, mi sembra che ultimamente qualcosa stia cambiando. Sicuramente c'è ancora da fare. D: Secondo voi, nella vostra esperienza di qualche vostro familiare, il malato è lasciato troppo solo? Viene coinvolto nelle decisioni o no?
R: Poche volte.
R: Viene lasciato molto solo, purtroppo.
R: Molto solo, molto solo. Negli ospedali specialmente.
R: Uno si sente sempre solo quando deve affrontare determinati problemi.
R: Il paziente, il malato in particolare, qualche volta oggi si sente a disagio, oltre a essere malato.
R: Mi sono trovata in alcune situazioni dove soprattutto l'anziano, viene messo da parte.
R: Penso che ci siano malattie che richiederebbero più attenzione verso il parere del malato.
R: Dovrebbe avere un'impronta importante nel decidere quello che vuole.
R: Dovrebbe essere coinvolto il più possibile poi va da sé che in alcune situazioni, diciamo terminali, il coinvolgimento non è più possibile.
D: Secondo lei il malato oggi è lasciato troppo solo? Viene coinvolto dal medico nelle decisioni, o no?
R: Ma avendo avuto un'esperienza diretta, penso che vengano coinvolti.
R: Io appunto, purtroppo, ho avuto delle esperienze e diciamo che dipende proprio dal posto in cui vai a curarti, dalle persone che incontri, però mi sembra di sentire, ho avuto questa sensazione, che negli ultimi anni qualche cosa sia cambiato, stia cambiando.

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