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Cardiologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 23-04-2018

Anche il consumo moderato di alcol accorcia la vita



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Da uno studio pubblicato su «The Lancet» emerge che bere 5-6 bicchieri di vino o birra a settimana può accorciare la vita. Occorre abbassare i limiti in vigore, ancora troppo alti

Anche il consumo moderato di alcol accorcia la vita

I messaggi che circolavano fino a una decina di anni fa, frutto di un retaggio culturale legato alla scarsa conoscenza scientifica, sono ormai quasi un ricordo. Bere alcolici è un piacere, non un elisir di lunga vita: tutt'altro, anzi. Alzare il gomito oltre il dovuto è infatti un comportamento che fa a pugni con il desiderio (sempre più anelato) di longevità. Chi arriva a ingurgitare fino a 18 drink alla settimana - non c'è differenza tra calici di vino, boccali di birra o bicchieri di superalcolici - corre infatti il rischio di vivere fino a quattro anni in meno. Questo il dato che emerge da un ampio studio pubblicato sulle colonne della rivista scientifica The Lancet.


Ecco come spiegare i rischi dell'alcol ai giovani

 

BERE MENO PER VIVERE DI PIU'

I ricercatori hanno analizzato 83 studi condotti in 19 paesi, per un totale di quasi seicentomila persone coinvolte, di cui erano disponibili dati relativi all'età, al sesso e ad altri fattori noti per essere correlati alla malattia cardiovascolare: come il diabete e il fumo. Nessuno di loro, comunque, al momento dell'arruolamento nello studio soffriva di malattie cardiovascolari. L'analisi ha dimostrato che bere alcolici a livelli ritenuti sicuri è in realtà una falsa credenza, perchè quell che si osserva è una minore aspettativa di vita e la comparsa di diversi effetti negativi sulla salute. Gli scienziati sono partiti dalla soglia di cento grammi di alcolici consumati a settimana: il corrispettivo di cinque calici di vino al 13 per cento (da 175 millilitri) o di cinque pinte di birra (al 4 per cento). Consumi che rientrano al di sotto di quelli che sono i livelli di sicurezza indicati dalle autorità sanitarie del Regno Unito. Aumentando le dosi, i ricercatori sono arrivati a calcolare la decurtazione di mesi o anni di vita corrispondente. Si rischia di vivere in meno sei mesi (con consumi compresi tra 100 e 200 grammi alla settimana), uno o due anni (200-350 grammi a settimana), quattro o cinque anni (con consumi superiori a 350 grammi a settimana: il corrispettivo di diciotto drink settimanali). 

 

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GLI EFFETTI DELL'ALCOL SUL NOSTRO ORGANISMO

Si tratta di dati epidemiologici, ottenuti ponendo in relazione le quantità di alcol consumate (facendo riferimento a quelle dichiarate dai consumatori) e il decorso della vita della medesime persone. Motivo per cui l'equazione non può essere sempre valida. Detto questo, però, le conclusioni non devono essere sottovalutate, anche perché fino a pochi anni fa era piuttosto diffusa l'idea che un moderato consumo di alcolici fosse salutare per l'organismo e, in particolare, per la salute cardiovascolare. Tutt'altro, se si considerano le evidenze dell'ultimo lavoro, robusto nei numeri. Al crescere dei consumi di bevande alcoliche, sono aumentati anche i numeri di eventi quali ictus e aneurismi cerebrali, insufficienza cardiaca, aneurisma dell’aorta e ipertensione. Alcuni di questi eventi possono maturare pure in conseguenza di un aumento della frequenza cardiaca, documentato poche settimane fa. Per tutte queste ragioni, hanno concluso i ricercatori, non ci sono soglie al di sotto delle quali si possa dire che l’alcol determini un beneficio per il cuore, le arterie e le vene. Le diverse relazioni tra assunzione di alcol e vari tipi di malattie cardiovascolari potrebbero essere spiegate, almeno in parte, dall'effetto del consumo di alcol sulla pressione sanguigna, che tende ad aumentare al crescere del consumo di bevande alcoliche.

ALCOL E CANCRO: UN RISCHIO EVITABILE

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DA CONSIDERARE ANCHE IL RISCHIO ONCOLOGICO

L'ultimo studio non ha considerato il rischio oncologico, di cui però occorre tenere conto nel momento in cui si mettono sulla bilancia i costi e gli eventuali benefici (che non ci sono) legati al consumo di bevande alcoliche. Anche in questo caso, il messaggio è chiaro: meno alcol si beve, più basso è il rischio di ammalarsi. Vale comunque la pena ripeterlo, dal momento che nove cittadini su dieci ignorano il potenziale di rischio legato al consumo di birra, vino e superalcolici con una frequenza maggiore di associazione dei consumi più elevati di alcol con l’incidenza dei tumori che coinvolgono gli organi dell’apparato digerente, come ricordato di recente dall’Unione dei Gastroenterologi Europei (Ueg). Del novero fanno parte pure i tumori della cavità orale, del seno, dell’endometrio. Il messaggio da portare a casa, di conseguenza, è scontato: meno alcol si beve, meglio si vive.

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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