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L'esperto risponde
Elena Dogliotti
pubblicato il 27-08-2022

Quale dieta in caso di tumore al seno ormono-sensibile?



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Ci sono alimenti indicati o controindicati per chi è in cura per un tumore al seno dipendente dagli ormoni?

Quale dieta in caso di tumore al seno ormono-sensibile?

Salve volevo avere qualche informazione sulla dieta utile in caso di tumore al seno sensibile agli ormoni. Ad esempio sapere se melanzane, limoni, pomodori, latte di capra sono controindicati nel carcinoma ormono-recettivo.

Grazie

Laura (domanda pervenuta tramite form L'Esperto risponde)

Risponde Elena Dogliotti, biologa nutrizionista, Supervisione scientifica di Fondazione Umberto Veronesi

 

Cara Laura,

ad oggi non vi sono elementi per poter dire che un consumo moderato di latticini (vaccini o caprini) possa aumentare il rischio di tumore al seno ormono-sensibile o di recidive, né linee guida che mettano in guardia le pazienti affette da tale patologia dal consumo di particolari ortaggi o vegetali.

Per anni si è studiato per scoprire se e in che modo l’alimentazione possa incidere sullo sviluppo dei tumori e ciò che si è confermato nel tempo è stato che vi sono abitudini alimentari che risultano protettive, in particolare nel confronti di alcuni tipi di cancro, compresi quelli ormoni sensibili, mentre altre ne aumentano il rischio.

Le caratteristiche delle diete protettive sono quelle che ritroviamo nella dieta mediterranea più “rigorosa” e in altre a tendenza vegetariana. Le accomuna:

  • la moderazione delle porzioni, con conseguente apporto calorico in linea con i fabbisogni reali,
  • la presenza costante di verdure,
  • fonti di carboidrati in prevalenza da cereali ricchi di fibre,
  • l'estrema riduzione di zuccheri semplici in particolare se aggiunti agli alimenti,
  • l'ampia scelta di legumi e altre fonti proteiche vegetali
  • la presenza di pesce
  • la parsimonia nel consumo della carne, soprattutto se processata.

Queste abitudini riducono il rischio di sovrappeso, diabete, dislipidemie, e altre condizioni che incidono sul metabolismo dei nutrienti (carboidrati, proteine e lipidi) e che possono aumentare il rischio anche di tumori.

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Alimentazione durante le terapie oncologiche

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Abitudini contrarie a quelle elencate vanno invece a favorire nell’organismo una condizione “ambientale” ideale per la formazione di tumori e possono continuare ad agire a livello individuale in base al tessuto di origine, aumentando la possibilità di resistenza alle terapie o l’insorgenza di recidive.

Oltre alle caratteristiche generali della dieta, la ricerca scientifica ha tentato di approfondire il ruolo dei singoli gruppi alimentari se non addirittura di ogni singolo alimento o sua componente, ma le associazioni confermate di protezione o rischio maggiore rimangono ad oggi rispettivamente l’abbondanza di verdure e di fibra (protettiva) e il consumo di alcolici e di carni processate (rischiosi). Gli altri elementi studiati come sospettati di avere un azione di aumento di rischio, non sono stati confermati tali a causa della variabilità dei risultati sull’essere umano e nei confronti di diverse tipologie di tumore e anche di predisposizione genetica o famigliare.

La scienza è sempre più orientata verso la ricerca di una nutrizione personalizzata e di precisione, una dieta su misura, basata sulla specificità metabolica nei singoli pazienti, che faciliterebbe notevolmente la prevenzione e il trattamento del cancro nei pazienti con mutazioni oncogeniche, lesioni precancerose o tumori, contrastando la trasformazione maligna, aumentando la sensibilità all'immunoterapia, diminuendo la resistenza ai farmaci e diminuendo gli effetti avversi.

Oltre a ciò a rendere ancora più complessa la risposta individuale vi è il microbiota intestinale, l’insieme di microrganismi che di recente suscita un notevole interesse in ambito di ricerca. È noto infatti che il microbiota produca grandi quantità di metaboliti interagendo con vari componenti della dieta e influenzando l'assorbimento delle molecole digerite, regolando così attivamente il metabolismo. Una disbiosi ovvero un disequilibrio nei microrganismi intestinali può aumentare la suscettibilità a diverse patologie tra cui anche tumori. Decifrare le interazioni tra il metabolismo dei microbi intestinali e la dieta dovrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuove terapie contro il cancro. L’ideale sarebbe dunque affidarsi ad uno specialista che valuti il singolo caso in collaborazione con l’oncologo per poter consigliare al meglio in base alle esigenze caratteristiche e alle esigenze della persona.

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