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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 28-09-2023

Tumore della prostata e impotenza: quanto incide la radioterapia?



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Ecco alcune strategie, farmacologiche e non, per preservare la funzionalità erettile dopo intervento chirurgico e radioterapia alla prostata, senza dimenticare il benessere della coppia

Tumore della prostata e impotenza: quanto incide la radioterapia?

La radioterapia dopo l'intervento alla prostata può causare la mancanza di erezione?

R. (domanda pervenuta tramite il form “L’esperto risponde”)

 

Risponde il dottor Giuseppe Procopio, direttore del “Programma Prostata” dell’Istituto Nazionale dei Tumori.

 

Disfunzione erettile dopo il tumore: i rimedi possibili

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03-03-2022

Gentile signora,

in caso di tumore della prostata, è principalmente l’intervento chirurgico a comportare una riduzione della capacità di erezione con conseguente deficit di prestazioni. La radioterapia, che potrebbe seguire l’intervento in caso di necessità, dunque, non è la causa primaria, ma indubbiamente incide ulteriormente sul recupero della funzionalità erettile, alle volte già compromesso a causa dell’avanzare dell’età.

 

IL RECUPERO DELLA CAPACITÀ ERETTILE

Per salvaguardare e recuperare la funzionalità erettile a seguito di intervento chirurgico, sono disponibili tutta una serie di presidi di cui discutere con l’urologo e l’andrologo. Si comincia con farmaci vasodilatatori orali che devono essere usati in maniera continuativa subito dopo l'intervento, se il paziente desidera mantenere una funzionalità erettile. Va naturalmente tenuto conto della propria condizione medica che va sempre discussa con il proprio medico per escludere eventuali controindicazioni ed effetti collaterali che questi farmaci potrebbero indurre. Possono poi essere utilizzate delle iniezioni peniene di prostaglandine, somministrate al bisogno, in concomitanza del rapporto sessuale. Ulteriore possibilità, che solitamente si usa in caso di fallimento delle terapie farmacologiche, è rappresentata dall’impianto, mediante intervento chirurgico, di protesi fisse.

Tumore della prostata: quello che gli uomini non dicono

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22-06-2015

 

UNA PATOLOGIA FAMILIARE

La gestione della patologia prostatica non coinvolge solamente il singolo, ma anche la coppia e l’intera famiglia. Il timore e la vergogna che una patologia come quella prostatica possono causare sono spesso difficili da condividere con chi ci sta accanto. Affrontare l'impossibilità dell'erezione o l'alterazione delle funzioni urinarie con partner e famiglia può essere complesso, nonostante spesso ci sia la voglia di risolvere il problema. La gestione di queste problematiche dipende moltissimo da persona a persona, ma non di rado richiede un supporto psicologico.

Non dimentichiamo che, mentre la donna è abituata ad effettuare periodici controlli ginecologici da quando inizia il suo sviluppo puberale, l'uomo molto di rado si rivolge all’urologo o all’andrologo, per cui trovarsi ad affrontare un problema simile, spesso in tarda età, alle volte è difficile da accettare e gestire. Da non escludere anche il coinvolgimento di percorsi riabilitativi di coppia finalizzati a capire i desideri e le aspettative di entrambi in merito a tematiche così delicate per la vita di relazione.

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