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Oncologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 12-03-2021

Europa: la lotta ai tumori passa anche dalle etichette alimentari



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La Commissione Europea: «Alcolici, in etichetta i rischi per la salute». Pressing anche per ridurre i consumi di carni rosse e trasformate

Europa: la lotta ai tumori passa anche dalle etichette alimentari

L’allerta, nel prossimo futuro, potrebbe scattare tra gli scaffali del supermercato. Visto che da anni la comunità scientifica ripete che 1 caso di cancro su 3 è evitabile modificando le scelte che si compiono a tavola, l’Europa ha deciso di passare dalle parole ai fatti. Si spiega così la decisione di introdurre etichette alimentari «intelligenti» che possano mettere in guardia i consumatori dai rischi per la salute connessi al consumo eccessivo di determinati prodotti. Considerando che la consapevolezza è legata anche ad altri fattori (età, sesso, grado di istruzione, condizione socioeconomica), l’Unione punta a fornire a tutti uno strumento attraverso cui migliorare la qualità complessiva della dieta. Un passo che - unito alla lotta al fumo e alla sedentarietà, al miglioramento della qualità dell’aria, al potenziamento degli screening oncologici per la diagnosi precoce e delle vaccinazioni contro l'infezione da papillomavirus e l'epatite B - potrebbe imprimere un’accelerazione al calo dei decessi provocati dalle malattie oncologiche.

COME QUEL CHE MANGIAMO
PUÒ FARCI AMMALARE? 

PIÙ PREVENZIONE PER RIDURRE L'IMPATTO DELLE MALATTIE ONCOLOGICHE

Quasi 1.3 milioni di decessi a causa di un tumore. È questa la stima tracciata in uno studio pubblicato sulla rivista Annals of Oncology per dare un’idea di quello che potrebbe essere l’impatto delle malattie oncologiche nell’anno in corso. Un dato che conferma una flessione in atto dal 2015, più evidente tra gli uomini (-6.6 per cento) che tra le donne (-4.5 per cento). Con i primi che però continuano a perdere la vita più spesso a causa dei tumori. Detto questo, è possibile fare di più. O meglio: è doveroso, considerando che da qui ai prossimi 2-3 anni si rischia di osservare l’impatto della pandemia di Covid-19 in ambito oncologico. La ridotta attività fisica, ma soprattutto il rinvio di molti esami diagnostici e in alcuni casi (soprattutto nel corso della prima ondata) della presa in carico dei malati, rischiano di determinare un’inversione della curva. Anche per questo, alla luce di quanto accaduto nell’ultimo anno, occorre accelerare sul fronte della prevenzione. Gli esperti ne sono convinti: il peso delle malattie oncologiche può essere ulteriormente ridotto. Purché però si punti a far ammalare meno persone. 


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ETICHETTE «INTELLIGENTI» PER RIDURRE IL CONSUMO DI ALCOLICI

Da qui l’impegno mirato ad accrescere la qualità della dieta degli europei. Uno degli obbiettivi principali della Commissione è quello di ridurre i consumi di alcolici e superalcolici. La posizione dell'istituzione parte da una presa d'atto. Nel 2016, il maggior numero di decessi correlati al consumo di queste bevande è avvenuto a causa di una malattia oncologica. Seppur non sempre manifesto, l'impatto dell'alcol è dunque più pesante quando si parla di cancro che non quando ci si riferisce alla cirrosi epatica, alle malattie cardiovascolari e agli incidenti stradali. Sono queste le motivazioni che hanno portato l'Europa a voler tagliare - almeno del dieci per cento - il numero di consumatori a rischio entro il 2025. Un traguardo che si punta a raggiungere aumentando le tasse sull'acquisto degli alcolici e potenziando l'assistenza sanitaria nell'ambito delle dipendenze. Ma anche rendendo i consumatori più consapevoli. Quella che finora è stata una richiesta avanzata ai produttori potrebbe diventare un obbligo entro i prossimi tre anni. L'obbiettivo è giungere all'introduzione prima di un'etichetta con i valori nutrizionali delle bevande alcoliche (da qui a un anno e mezzo) e poi dei claim che avvertano sulle potenziali conseguenze per la salute (entro dicembre 2023). 


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PIÙ INFORMAZIONE PER PROMUOVERE UNA DIETA PREVALENTEMENTE VEGETARIANA

Il ruolo delle etichette alimentari nella lotta ai tumori sarà importante anche per combattere il sovrappeso e l'obesità, fin dall'età infantile. Nel piano si fa infatti riferimento alla volontà di proporre l'introduzione di indicazioni nutrizionali sul packaging degli alimenti, in modo da «accrescere la consapevolezza dei consumatori e guidarli verso scelte più salutari e sostenibili». Tradotto: attraverso l'informazione si cercherà di ridurre il consumo di alimenti confezionati contenenti eccessive quantità di zuccheri semplici e grassi trans. Un altro passo - attraverso una specifica strategia promozionale che terrà conto delle più attuali evidenze scientifiche - sarà compiuto con l'intento di favorire il recupero della dieta mediterranea. O, parafrasando quanto riportato nel piano d'azione, «per ridurre il consumo di carni rosse e trasformate e favorire l'adozione di una dieta a base prevalentemente vegetale». La Commissione Europea punta inoltre alla revisione dei menù per le scuole. Obbiettivo: favorire i consumi di latte, frutta e verdura, categorie di alimenti chiave per il corretto sviluppo dei bambini.

LA TECNOLOGIA PER DIFFONDERE I CORRETTI STILI DI VITA

Oltre a voler mettere le cure più avanzate a disposizione di tutti, così da ridurre qualsiasi forma di disuguaglianza nell'accesso alle terapie, e a tutelare la qualità della vita dei lungosopravviventi, la Commissione Europea considera fondamentale dare il via «a una nuova era per la prevenzione oncologica». In questo senso, bisognerà aumentare innanzitutto la consapevolezza dei cittadini. Piede sull'acceleratore, dunque, per favorire un'«alfabetizzazione sanitaria». Da qui la volontà di aggiornare il Codice Europeo contro il Cancro e di renderlo uno strumento alla portata «almeno dell'80 per cento della popolazione, entro il 2025». Un traguardo che si cercherà di raggiungere grazie anche alla tecnologia. Per questo è previsto il lancio di una app per la prevenzione oncologica, che possa favorire la massima diffusione delle informazioni riguardanti gli stili di vita da prediligere.

 

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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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