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Oncologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 30-11-2017

Hpv e tumori dell'orofaringe: rischi più alti per gli uomini



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L'Hpv è una delle cause dei tumori dell'orofaringe, insieme a fumo e alcol. Il ruolo del sesso orale

Hpv e tumori dell'orofaringe: rischi più alti per gli uomini

Si parla di papillomavirus umano (Hpv) e si pensa innanzitutto alla salute delle donne e al rischio che corrono di ammalarsi di tumore della cervice uterina. Ma il virus, che comunque nella maggior parte dei casi viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare un effetto cancerogeno, può dare origine a tumori anche in altri distretti: come pene, ano, vagina e cavo orale. Se per i primi tre non si registrano particolari motivi d'allarme, gli ultimi sono in crescita a partire dagli anni '80. E se si considera che due fattori di rischio sono da tempo acclarati, il fumo e l'alcol, l'attenzione è puntata sulla diffusione per via sessuale. Senza mai dimenticare l'effetto sinergico che può essere determinato dall'eventuale compresenza di due o più di questi comportamenti.


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RISCHI PIU' ALTI PER GLI UOMINI

L'infezione alla base dei tumori della testa e del collo - la neoplasia di questo tipo più diffusa e correlata al papillomavirus umano è il carcinoma orofaringeo a cellule squamose - è trasmessa attraverso il sesso orale. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Oncology, l'abitudine alla pratica con partner multipli è considerata il comportamento più insidioso. E le probabilità risultano più alte se alla pratica e alla promiscuità si abbinano il fumo o l'elevato consumo di bevande alcoliche: per un'aumentata risposta infiammatoria nei confronti dei tessuti della bocca. Analizzando i dati tratti dal campione femminile, è emerso che quelle che non avevano mai fatto sesso orale o comunque con una o poche persone nel corso della vita, registravano basse probabilità di avere infezioni collegate al papillomavirus. Più in generale però, anche a parità di abitudini, nel loro caso la stessa evolve in senso neoplastico in maniera molto meno frequente rispetto a quanto si registra tra gli uomini. Un dato che potrebbe avere a che fare con la normale epidemiologia dei tumori del cavo orale, che negli uomini si diagnosticano più frequentemente rispetto alle donne (la proporzione è di 6 a 1): soprattutto nella fascia d'età compresa tra i 50 e i 70 anni.

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Una precisazione è doverosa. I numeri raccolti descrivono un fenomeno comunque circoscritto. Lo studio ha preso in esame gli uomini di età compresa tra 50 e 59 anni. Di questi, l'otto per cento risultava avere un'infezione orale da papillomavirus, ma solo in uno di questi casi su quattro era provocata dal sierotipo 16quello più strettamente correlato al tumore orofaringeo. Tutto ciò per dire che, tra gli uomini osservati, meno di uno su cento avrebbe poi sviluppato una neoplasia. L'obiettivo dei ricercatori era però quello di accendere i riflettori sui comportamenti da evitare: ovvero il fumo e l'eccessiva promiscuità dei rapporti sessuali. In questo caso i numeri sono più corposi, come dimostrano pure le conclusioni di un'altra ricerca, pubblicata sulle colonne di Annals of Internal Medicine, da cui si evince che un uomo su nove negli Stati Uniti ha un'infezione orale provocata dal papillomavirus. E nel venti per cento di questi casi si tratta del sierotipo 16. La condizione d'endemia registrata oltreoceano, dove entro il 2020 ci si aspetta di registrare più diagnosi di tumori orofaringei rispetto a quelli della cervice uterina, era balzata agli onori delle cronache negli anni scorsi anche grazie alla testimonianza di Michael Douglas (che aveva ascritto al sesso orale promiscuo la causa del suo tumore alla gola). E i in Italia qual è la situazione? Un trend di crescita si registra pure alle nostre latitudini, anche se di minore entità. Lungo la Penisola l’infezione da Hpv rappresenta la causa del 32-36 per cento dei tumori dell’orofaringe. In valore assoluto, si parla di quasi tremila nuove diagnosi annue.

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La partita della prevenzione dei tumori orofaringei si gioca dunque lungo tre direttrici: l'astensione da fumo e alcol e la vaccinazione contro l'Hpv. L'opportunità, da quest'anno, è offerta gratuitamente anche a tutti i ragazzi in età adolescenziale. Tra gli 11 e i 12 anni, dunque prima dell'inizio dell'attività sessuale, il Servizio Sanitario Nazionale garantisce la profilassi a tutti gli adolescenti. Diverso è il discorso per i più grandi, che eventualmente devono pagare la vaccinazione: con una spesa che varia tra le Regioni ma che comunque non va mai oltre i duecento euro. L'efficacia della profilassi tende comunque a scemare con il passare degli anni. «La vaccinazione della popolazione maschile dovrebbe aumentare la protezione di quella femminile per una ridotta circolazione dei virus - afferma Giancarlo Icardi, direttore dell'unità operativa complessa di igiene dell'azienda ospedaliero-universitaria San Martino-IST di Genova -. Grandi aspettative si hanno anche per la prevenzione dei tumori del cavo orale Hpv-correlati, spesso causati dal sierotipo di tipo 16. Dal momento che nessuno screening è tuttora previsto per questi tumori, la vaccinazione rappresenta una grande opportunità di prevenzione».

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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