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Anche gli animali hanno il diritto alla vita

A Carpi i macellai hanno lanciato un’iniziativa benefica: vendere carne e salumi in piazza e per donarne il ricavato ad un reparto di pediatria e hanno accompagnato l'iniziativa con uno slogan che non ha nulla di scientifico: “La ciccia fa bene ai bambini”.

Anche gli animali hanno il diritto alla vita

La storia viene dalla normalità della provincia, Carpi in Emilia. I macellai hanno lanciato un’iniziativa benefica: venderanno carne e salumi in piazza e doneranno il ricavato al reparto di pediatria dell’ospedale Ramazzini, seriamente danneggiato dal terremoto di un anno fa.  In inglese, hanno battezzato l’iniziativa «Butchers for Children» (I macellai per i bambini) e l’hanno  accompagnata con uno slogan che non ha nulla di scientifico: “La ciccia fa bene ai bambini”. M’ispira un sordo disagio pensare che si possa legare un’iniziativa benefica alla morte degli animali, e capisco che siano divampate le polemiche degli animalisti e dei vegetariani. Io non desidero entrarvi, ma mi chiedo con tristezza perché tutte le volte che si delinea la contrapposizione, si parla della “libertà” di scegliere se mangiare o non mangiare carne. 

Non si parla mai, invece, di una ben più importante libertà: quella di non essere mangiati. Vale a dire, del diritto alla vita per esseri che invece  facciamo venire al mondo solo per farli diventare cibo. La maggior parte dei pulcini maschi vengono tritati vivi appena sgusciano dall’uovo, e vanno a fare concime. Ai pulcini femmina invece si taglia il becco, e si rinchiudono in gabbie strettissime dove in due mesi o poco più diventeranno un simulacro di gallina.

E’ solo un orribile esempio, potrei andare avanti per centinaia di pagine a raccontare come si torturano gli animali che poi vengono abbattuti per le nostre esigenze, che si tratti di trasformare in giaccone la loro pelle o in bistecca la loro carne. Non sono consapevoli di dover morire? Non a livello razionale. Ma parlate con qualunque addetto ai macelli, e vi racconterà il terrore che invade i buoi o i capretti molto prima di essere giunti alla camera della morte. Coi loro finissimi sensi, molto più sviluppati dei nostri, gli animali percepiscono il massacro a cui vengono condotti, e ne provano un’indicibile angoscia.   

Io, cresciuto in una cascina dove vedevo pulcini e vitellini e non mi sapevo adattare all’idea che poi venissero uccisi, sono vegetariano per scelta etica. Non ho mai accettato la visione utilitaristica della Bibbia circa gli animali, quel passo della Genesi in cui Dio dà in potere dell’uomo tutti gli altri esseri, e aggiunge: “Tutto ciò che si muove e ha vita vi servirà da cibo; io vi do tutto quanto, come l’erba verde.” So qual è l’obiezione logica sempre ripetuta: se l’uomo non potesse servirsi degli animali, essi nemmeno nascerebbero, o ne nascerebbero assai di meno.

E’ un’obiezione che non mi sconcerta, anzi trovo che l’ipotesi di una netta diminuzione degli animali sia perfettamente in sintonia con i più recenti studi scientifici. L’umanità non morirebbe di fame, anzi. Tecnicamente sarebbe possibile nutrire tutta l’umanità, se si fa la scelta vegetariana. Mangiare carne non è necessario, e una dieta in cui sia assente non è per nulla nociva alla nostra salute, purché condotta in modo equilibrato.

Ma c’è dell’altro. La scelta che dobbiamo fare è tra nutrire gli uomini e nutrire gli animali per consumarne la carne. La seconda scelta è la più costosa, ed è di gran lunga  la meno sostenibile. Vi sottopongo un solo dato, ma molto convincente: un chilo di carne sulla nostra tavola ha richiesto 20mila litri di acqua, proprio quel cosiddetto “oro azzurro” che oggi noi impieghiamo e sprechiamo con la massima tranquillità.  Se non sapremo o non vorremo correggere un modello di sviluppo sbagliato, le conseguenze saranno guerra, fame e  desertificazione.

Umberto Veronesi



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