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Oncologia
Serena Zoli
pubblicato il 06-10-2023

"Il tumore al seno, la genetica, la mastectomia". La storia di Jennifer



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Una giovane donna colpita da un tumore al seno e la diagnosi di una predisposizione genetica: «Da allora sono cambiata, dentro e fuori. Mio marito dice in meglio»

"Il tumore al seno, la genetica, la mastectomia". La storia di Jennifer

Jennifer è una Pink Ambassador del gruppo di Cagliari, ha 36 anni, fa la logopedista per i bambini, è entusiasta di far parte di un progetto di Fondazione Veronesi. Ma di Jennifer, avverte lei, ce ne sono due. La prima viveva felice fino a quel giorno del marzo 2022 quando “inciampò”, dice, in una pallina piccola e dura in un seno sotto la doccia.

 

LA SCOPERTA DEL TUMORE

«La riconobbi subito. Eccola qua, mi sono detta, ci siamo». L’ha “riconosciuta” subito, racconta, perché già sua madre aveva avuto un tumore al seno e, prima di lei, la nonna. «In fondo me l’aspettavo. Sono partita subito con una visita, l’ecografia (io facevo prevenzione eseguendo tutti i controlli ogni anno), l’incontro col chirurgo - racconta Jennifer - Dagli esami è venuto fuori che era piccolissimo, però maligno e molto aggressivo. Sono stata operata nel giro di due settimane, con la quadrantectomia, era il 13 aprile dell’anno scorso». Dopo, però, data la natura del tumore, sono seguiti quattro cicli di chemioterapia.

 

LA PAROLA "CHEMIO" FA PAURA

«Una botta pesantissima. Sono stata male. Già la parola “chemio” fa paura, poi nei 21 giorni di intervallo tra l’una e l’altra avevo dolori e nausea per una settimana o due. Non riuscivo a prendermi cura dei figli». Già, perché Jennifer è sposata da cinque anni e ha due bambini nell’età più magica dell’infanzia: 4 anni il maschietto, 3 la bimba. E un marito che è stato presentissimo e sollecito per tutto il tempo della malattia. «Si occupava lui dei bambini, mi ha fatto sentire bella anche quando ero pelata e messa al peggio, sì, mi è stato vicinissimo. Sono fortunata. Se penso che ci sono mariti che in queste situazioni scappano…». Continua sulla chemioterapia: «La parola mi sembrava che equivalesse a dire che il tumore era grave, che quindi avrei anche potuto morire. Poi la faccenda di perdere i capelli… Ah, non ho aspettato che mi cadessero a ciuffi. Avevo lunghi capelli biondi, due giorni dopo la prima chemio sono andata subito a farmeli tagliare».

 

LA MASTECTOMIA PREVENTIVA

Dopo due mesi Jennifer si sottopone a un test genetico. Visti i precedenti in famiglia, è necessario. E viene fuori che è portatrice di una mutazione del gene Brca1. «Sì, uno dei due geni resi noti dall'attrice Angelina Jolie, che predispongono a tumori del seno e dell’ovaio. Lei si era sottoposta a mastectomia totale a scopo di prevenzione, e così ho fatto anche io. C’erano due possibilità: o questo o fare continui controlli molto serrati. No, ho preferito l’asportazione dei due seni e, per stare ancora più tranquilla, ho scelto che mi togliessero anche le ovaie». Tutto questo nel settembre 2022, completato con la ricostruzione del seno.

 

DUE JENNIFER, FUORI E DENTRO

Sempre sui capelli, Jennifer ora ride: «Comincio adesso a potermi fare una piccola coda striminzita. Avevo capelli lisci, ora sono ricci, cerco di stirarli con la piastra. Poi sono più scuri, quasi castani. Sono una persona diversa, prima e dopo il tumore. Due Jennifer, fuori e dentro». Esploriamo l’interno, la psicologia. Lei racconta. «Sono cambiata in meglio da tanti punti di vista. Mi dicevano: tu se non hai un problema, te lo crei. Adesso non me la prendo più per le piccole cose, apprezzo di più quello che ho, sono più serena. Faccio un esempio: qui, dove abito, andare al mare era un fatto scontato. Ma l’anno scorso non ho potuto andarci mai e quest’anno ogni bagno è per me come una festa per un bambino». Continua Jennifer: «Sono diventata più egoista, mi preoccupo più di me. A volte mi piace essere così. Ero molto altruista. Forse è un cambiamento che succede a tutti, ma col tempo, lentamente, invece nel mio caso con la malattia le svolte sono nette». A suo marito Piergiorgio, di 37 anni, quale delle due Jennifer piace di più? «La nuova Jennifer, me lo dice. Ripeto: sono fortunata».

 

LA FORZA DELLE PINK AMBASSADOR

Del progetto delle Pink Ambassador Jennifer è entusiasta. «Mi ci sono imbattuta appena malata e subito mi sono detta: come guarisco, mi iscrivo. Così è stato. Ci alleniamo a correre due volte la settimana, corriamo per la ricerca, per diffondere la prevenzione, per me il messaggio principale è questo: la vita continua dopo la malattia e può anche essere più bella di prima. Sapere di donne che stanno meglio, che si sono tirate fuori è terapeutico per le altre che sono ancora nel problema». Le ultime frasi della nostra Pink sarda sono per il suo gruppo cagliaritano: «Siamo affiatate. Avendo vissuto la stessa cosa, a volte ci basta uno sguardo per capirci. C’è una grande empatia tra di noi. Abbiamo stressato abbastanza familiari e amici, ora ci stressiamo tra di noi».

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Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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