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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 12-09-2023

Trastuzumab deruxtecan: disponibile in Italia per i tumori al seno HER2+



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Approvato da AIFA nel trattamento in seconda linea dei tumori al seno HER2+. Migliora la sopravvivenza e la progressione libera da malattia. Un'arma in più per controllare la malattia nel lungo periodo

Trastuzumab deruxtecan: disponibile in Italia per i tumori al seno HER2+

Da oggi in Italia il tumore al seno HER2-positivo potrà essere trattato con trastuzumab deruxtecan. L'AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, ha approvato la rimborsabilità dell'anticorpo monoclonale nelle pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo non resecabile o metastatico che hanno ricevuto uno o più precedenti regimi a base di anti-HER2. Una decisione "storica" capace di cambiare la pratica clinica nel trattamento in seconda linea di questa particolare tumore al seno. 

L'IMPORTANZA DI AVERE FARMACI SELETTIVI

Ogni anno in Italia sono circa 55 mila le nuove diagnosi di tumore al seno. La scelta delle cure da intraprendere dipende dal grado di evoluzione della malattia e delle caratteristiche del tumore. Circa un quinto dei tumori al seno metastatici presentano sulla superficie delle cellule il recettore HER2. Nei casi in cui è presente tale alterazione, è possibile utilizzare dei farmaci molto efficaci che sfruttano questa caratteristica per colpire selettivamente le cellule malate risparmiando così quelle sane. Ed è questo il caso degli anticorpi coniugati, farmaci composti da un anticorpo in grado di riconoscere il recettore a cui vengono coniugate molecole di chemioterapico in grado di bloccare la crescita del tumore. «Le terapie mirate, in particolare i farmaci anti HER2, hanno cambiato la storia del carcinoma della mammella metastatico, determinando in molti casi una lunga aspettativa di vita, molto più elevata rispetto al passato. Resta, però, un forte bisogno clinico di strumenti ancora più efficaci per il trattamento delle pazienti con carcinoma della mammella» spiega Saverio Cinieri, Presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica).

TRASTUZUMAB DERUXTECAN CAMBIA LA PRATICA CLINICA

L'arma in più per queste donne da oggi è rappresentata da trastuzumab deruxtecan. Allo scorso San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS), l'appuntamento più importante al mondo nella lotta al tumore del seno, sono stati presentati i dati dello studio DESTINY-Breast03. La somministrazione di trastuzumab deruxtecan è stata in grado di migliorare significativamente sia la sopravvivenza globale sia quella di progressione libera da malattia rispetto a trastuzumab emtansine (T-DM1), uno dei farmaci più utilizzati sino ad oggi per questo tipo di neoplasia mammaria. In particolare la sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 28,8 mesi con trastuzumab deruxtecan rispetto a 6,8 mesi con T-DM1, che finora ha rappresentato lo standard di cura. Non solo, trastuzumab deruxtecan ha dimostrato una riduzione del 36% del rischio di morte e il 77,4% dei pazienti era vivo a due anni rispetto al 69,9% con T-DM1.

PRESERVARE LA QUALITÀ DI VITA 

«Si tratta di un risultato -spiega Giuseppe Curigliano, Professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’Istituto Europeo di Oncologia di Milan- senza precedenti nella storia della patologia. La superiorità di trastuzumab deruxtecan è emersa anche in termini di qualità di vita, grazie al miglior controllo della malattia e dei sintomi. Abbiamo recentemente pubblicato i dati di qualità di vita dei pazienti inclusi nello studio DESTINY-Breast03. Nello studio, nonostante la maggiore durata del trattamento con trastuzumab deruxtecan, la qualità di vita correlata alla salute non è peggiorata. Trastuzumab deruxtecan è quindi in grado di ritardare il tempo al deterioramento della qualità della vita correlata alla salute e di ritardare il tempo alla prima ospedalizzazione rispetto a T-DM1. Insieme alla migliore efficacia e alla tossicità gestibile, questi risultati supportano il beneficio complessivo di trastuzumab deruxtecan».

L'IMPORTANZA DELLE BREAST UNIT

«L’introduzione di trastuzumab deruxtecan nella pratica clinica quotidiana risponde a un’importante esigenza dei pazienti con malattia metastatica, cioè di disporre di una terapia con un’efficacia elevata, da somministrare per un lungo periodo, e con risultati mai visti finora –afferma Lucia Del Mastro, Professore Ordinario e Direttore Clinica di Oncologia Medica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova-. Grazie all’approvazione della rimborsabilità di trastuzumab deruxtecan da parte di AIFA, diventa ancora più concreta la possibilità di tenere sotto controllo a lungo termine la malattia metastatica. È importante che tutte le donne con tumore del seno metastatico siano curate all’interno delle Breast Unit, per garantire loro un approccio multidisciplinare e una migliore aspettativa di vita».

Fonti
Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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