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Pediatria
Caterina Fazion
pubblicato il 29-03-2024

Allergia o raffreddore? Ecco come distinguerli



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Distinguere tra allergia e raffreddore nei bambini può essere complicato. Scopriamo i suggerimenti dell’esperto

Allergia o raffreddore? Ecco come distinguerli

Starnuti e congestione nasale sono sintomi comuni a raffreddore e allergia stagionale che possono renderne difficoltosa la distinzione, specialmente nei più piccoli. Tuttavia, per garantire un trattamento efficace, è fondamentale saperne riconoscere le differenze. Abbiamo chiesto al professor Alessandro Giovanni Fiocchi, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Allergologia del Bambino Gesù di Roma, di fornirci alcuni consigli per una corretta identificazione e gestione delle allergie stagionali ai pollini.

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I SINTOMI CARATTERISTICI

Probabilmente si tratta di raffreddore, causato tipicamente dalla famiglia dei Rinovirus, e possiamo escludere l’allergia primaverile se:

  • i sintomi sono di breve durata
  • sono presenti anche febbre e mal di gola

 

È invece più probabile essere in presenza di allergia stagionale, comunemente chiamata febbre da fieno o rinite allergica, se:

  • i sintomi durano settimane o mesi e sono presenti solo in primavera
  • sono associate occhiaie profonde e sanguinamento del naso
  • il bambino ha l’abitudine di effettuare il cosiddetto “saluto allergico”. Si tratta di un gesto involontario che coinvolge la mano, portata verso il viso, solitamente per strofinare e sfregare gli occhi o il naso dal basso verso l’altro, o da destra a sinistra, come risposta al prurito o all'irritazione causati dalle allergie
  • il bambino respira con la bocca aperta di notte, con conseguente alitosi che si presenta al mattino.

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COME SI DIAGNOSTICA L’ALLERGIA

In presenza di sintomi che fanno pensare all’allergia stagionale, per avere una diagnosi si può effettuare il prick test, esame cutaneo eseguito sulla cute del braccio. Consiste nell'applicazione sulla pelle del bambino di una goccia dell'allergene da testare pungendo la cute con una puntina sottile. Dopo 15 minuti si osserva la reazione: se compare un pomfo di diametro superiore a 3 millimetri con o senza alone di arrossamento, siamo in presenza di allergia. Si tratta di test semplici e non dolorosi, che permettono di avere una risposta immediata. I sintomi dell’allergia stagionale possono comparire molto presto, con un picco nell’età scolare. Appena vi è il sospetto, il consiglio è quello di procedere al test anche per bambini nel corso del primo anno di vita.

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COME SI TRATTA

Nel momento in cui si ha la diagnosi di allergia i passi successivi possono essere di due tipi. Se la forma allergica è lieve, il trattamento potrà essere semplicemente reattivo: durante la stagione primaverile si utilizzeranno farmaci antistaminici, spray nasali decongestionanti o antinfiammatori, spesso sufficienti per tenere sotto controllo i sintomi allergici.

Se invece si desidera risolvere il problema contro i pollini in maniera duratura si può ricorrere, anche per i bambini, all’immunoterapia specifica o desensibilizzante, spesso erroneamente chiamata vaccino antiallergico. Si tratta di una procedura che consiste nella ripetuta somministrazione di piccole quantità di specifici allergeni allo scopo di fornire una protezione duratura contro i sintomi dell'allergia. Il bambino resterà desensibilizzato vita natural durante, eliminando la necessità di assumere farmaci sintomatici durante la stagione allergica.

I trattamenti desensibilizzanti sono costituiti da farmaci orali da assumere quotidianamente per la durata di tre anni, sotto forma di gocce o pastiglie sublinguali. I ragazzi più grandi, invece, potrebbero preferire la somministrazione dell’immunoterapia con iniezioni sottocutanee. Trattandosi di sostanze a cui il bambino è allergico, la prima somministrazione viene effettuata in ambulatorio dal medico perché potrebbero presentarsi reazioni avverse, mentre le successive possono essere effettuate al proprio domicilio.

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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