Rapa Ida

NOTE BIOGRAFICHE

  • Nata a Santa Maria Capua Vetere (CE) nel 1977
  • Laureata in Scienze Biologiche presso la Seconda Università degli Studi di Napoli
  • PhD in Scienze Biomediche ed Oncologia Umana presso l’Università degli Studi di Torino


Studio la resistenza alla terapia ormonale nel tumore prostatico (leggi l'intervista)

2017

Resistenza alla terapia associata alla differenziazione neuroendocrina nel tumore prostatico

 

Il cancro della prostata dipende strettamente dagli ormoni androgeni, gli ormoni che determinano i caratteri sessuali maschili: per questo motivo la sua cura prevede una terapia di deprivazione androgenica. Durante il trattamento il tumore può sviluppare una resistenza ai farmaci: una delle cause legate a questo fenomeno è la differenziazione neuroendocrina, un processo ancora poco compreso ma frequente in diversi tipi di cancro, tra cui l’adenocarcinoma prostatico. In questo tipo di evoluzione del tumore sono coinvolte le cellule neuroendocrine, la cui peculiarità è di avere caratteristiche sia di cellule endocrine (che cioè producono ormoni), sia di cellule nervose. Sono normalmente presenti in tutto il corpo, dove svolgono funzioni specifiche a seconda dell’organo. Nei tumori derivanti da NED, queste cellule iniziano a produrre ormoni, andando ad annullare l’effetto della deprivazione androgenica.

Questo progetto si propone di studiare i meccanismi molecolari che inducono la differenziazione neuroendocrina. Modelli cellulari di carcinoma della prostata saranno trattati con diversi trattamenti farmacologici e verranno analizzati per identificare biomarcatori associati allo sviluppo della NED e alla resistenza ai farmaci indotta da tale differenziazione. I potenziali biomarcatori verranno validati in biopsie di pazienti affetti da cancro alla prostata, raccolte prima e dopo la terapia di deprivazione androgenica.

I risultati miglioreranno le nostre conoscenze sui meccanismi che determinano la differenziazione neuroendocrina e su come questa sia coinvolta nello sviluppo di cloni di cellule tumorali resistenti alla terapia, e aiuterà inoltre a individuare potenziali biomarcatori utili nella pratica clinica.

 

DOVE SVILUPPERA' IL PROGETTO

Università degli Studi di Torino

Area

Oncologia
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