Serafin Valentina

NOTE BIOGRAFICHE:

Nata a Jesolo (VE) nel 1984

Laureata in Biologia Medica presso l’Università degli Studi di Padova

PhD in Oncologia e Chirurgia Oncologica presso l’Università degli Studi di Padova


Nuove prospettive per il linfoma linfoblastico (leggi l'intervista)

2019

La proteina NFAT nella resistenza al cortisone della leucemia pediatrica

 

Circa il 30% dei pazienti pediatrici affetti da leucemia linfoblastica acuta T (T-ALL), la malattia risulta resistente al trattamento con glucocorticoidi. Per questo motivo questi pazienti seguono un protocollo terapeutico più intenso, ma ciononostante hanno una prognosi peggiore rispetto agli altri pazienti che ricevono la stessa terapia. Il miglioramento della risposta ai glucocorticoidi è quindi un’importante sfida da affrontare.

In un recente studio è stato dimostrato come, nei pazienti con T-ALL resistenti, una proteina detta LCK sia più attiva del normale. La sua inibizione attraverso un farmaco già in uso in clinica per altre patologie (dasatinib) in combinazione con i glucocorticoidi è in grado di uccidere le cellule resistenti. Da questo studio è inoltre emerso che, nelle cellule T-ALL, LCK controlla l’attività di un’altra proteina chiamata NFAT. Con questo progetto si vuole dunque identificare quale sia il ruolo di NFAT e quali meccanismi regoli, aggiungendo un importante tassello nella comprensione dei meccanismi responsabili della resistenza alla terapia.


La ricerca punta a comprendere i meccanismi alla base della resistenza ai glucocorticoidi per migliorare la prognosi dei pazienti pediatrici con leucemia.

 

DOVE SVILUPPERA' IL PROGETTO: 

Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, Padova 

Area

Oncologia

2018

Nuovi marcatori e bersagli terapeutici per il linfoma LBL

Il linfoma linfoblastico pediatrico rappresenta l’8% di tutti i linfomi pediatrici. I trattamenti terapeutici vigenti sono molto efficaci: nel 75-85% dei casi i pazienti raggiungono una completa guarigione. Tuttavia i pazienti che vanno incontro a una ricaduta presentano una prognosi molto negativa, e il tasso di guarigione resta purtroppo molto basso. Questo studio nasce quindi con lo scopo di migliorare la prognosi di questi pazienti identificando nuovi marcatori e/o nuovi bersagli terapeutici.

Da un lato l’identificazione di nuovi marcatori permetterebbe di predire già alla diagnosi la probabilità di ricaduta, e di individuare quindi precocemente i pazienti più a rischio. Dall’altro l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici consentirebbe di proporre una terapia più mirata ed efficace. Per raggiungere questi obiettivi si utilizzerà una tecnica innovativa, che permette di misurare l’attività delle proteine che regolano sopravvivenza e morte delle cellule tumorali (molecole in effetti spesso alterate nei tumori). La tecnica sarà applicata ai campioni dei pazienti al momento della diagnosi, confrontando le misurazioni tra pazienti senza ricadute rispetto a quelli che ricadranno. Le proteine che funzioneranno diversamente nei due gruppi potranno essere valutate come nuovi marcatori o bersagli terapeutici.

Lo studio cercherà differenze nell’attività di alcune proteine chiave tra pazienti affetti da LBL con o senza ricadute, a fini prognostici e terapeutici.

DOVE SVILUPPERÀ IL PROGETTO:

Università degli Studi di Padova

Torna a inizio pagina