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L'otturazione sospesa

Una onlus chiede ai milanesi di pagare visite odontoiatriche low cost per chi non può permetterselo. Ma di prestazioni i lombardi ne hanno già pagate troppe in mazzette

L'otturazione sospesa

Su questo blog nell'estate del 2014 scrivevo “La crisi, dell'economia e delle soluzioni ragionevoli per un'assistenza sanitaria pubblica efficace, efficiente, economica ed etica, ci sta portando via il sorriso. Nel vero senso della parola”. Da impaziente, proprio non riuscivo a tollerare il fatto che il Servizio Sanitario Nazionale avesse di fatto abdicato lasciando il regno delle cure odontoiatriche appannaggio pressoché esclusivo del privato. Ed era lo scorso Natale quando, sempre qui, a proposito delle donazioni di sangue, ricordavo il nobilissimo gesto del "caffè sospeso", pagato e lasciato a disposizione di chi non ha i mezzi per pagarsene uno ma non per questo deve esserne privato.

Di queste settimane l'iniziativa di una associazione milanese, Ascolto onlus, che mi ha incuriosito: “Un dono che cura” per offrire una risposta concreta alla domanda di salute dei più fragili.

“Un numero sempre maggiore di persone – si legge nel loro sito - complici la crisi economica e i tagli alla spesa pubblica sanitaria, hanno difficoltà crescenti ad accedere alle cure essenziali per la propria salute, anche a Milano. E sono soprattutto le persone socialmente emarginate a rimanerne escluse”.

La soluzione trovata dalla onlus è "fate una donazione, anche piccola, per pagare una visita odontoiatrica (10 euro) o una visita psicoterapeutica (17 euro) a chi non può permetterselo". Le prestazioni sono effettuate nelle sedi di un centro medico privato che aderisce al progetto offrendo le proprie strutture e i propri professionisti.

Qualunque azione promossa in favore della salute, soprattutto se delle persone più fragili, merita attenzione e plauso. Purtuttavia, considerando l'iniziativa, alcune riflessioni vanno fatte, non fosse altro che per valutare di poter nel tempo aggiustare il tiro. Primo: se si tratta di una iniziativa di solidarietà, forse il personale medico potrebbe erogare le prestazioni gratuitamente, anziché low cost. Senza scomodare San Giuseppe Moscati che andava ripetendo: «Chi ha dia, chi non ha prenda», che era la sua maniera di ridurre le sperequazioni tra facoltosi partenopei e i loro concittadini poverissimi, un ammortizzatore sociale ante litteram, oltre ai bonifici dei cittadini più sensibili, un gesto di preziosa solidarietà è da parte di medici e professionisti sanitari bonificare un po' del proprio tempo, valore che non ha prezzo.

Secondo: abbattere le diseguaglianze anche sul fronte della salute rappresenta uno degli obiettivi (sono 17) indicati dall'Onu per il 2030 e assunti come propri dall'Alleanza della società civile per lo sviluppo sostenibile (www.asvis.it) tenuta a battesimo alla Camera dei Deputati lo scorso 11 marzo. Ma siamo sicuri che la sussidiarietà possa essere l'unica via? Senz'altro è la più immediata. Assieme a questo non deve però mancare un intervento incisivo e urgente per riconquistare il territorio perso dal progressivo arretramento del Servizio Sanitario Nazionale e che resta appannaggio del privato, a cominciare dalle cure odontoiatriche, le prestazioni riabilitative, il supporto psicologico, con un danno non solo per i cittadini ma anche per i professionisti coscienziosi. Valgano per tutti i rapporti di lavoro capestro dei centri dentali "piano strada" verso i dentisti che vi lavorano, perdindirindina, come direbbe il principe de Curtis, in arte Totò, accanito sostenitore del caffé sospeso. Proprio in Lombardia, quella delle cure odontoiatriche, lo dicono le cronache giudiziarie di queste settimane, è una carie profonda. E, lo dirà la Magistratura, ma da quel che si legge, pare che i cittadini lombardi di prestazioni odontoiatriche ne abbiano pagate già troppe, a propria insaputa e a favore del circo barnum della corruzione in campo sanitario.

Marco Magheri



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