Da non perdere
Donatella Barus
pubblicato il 15-11-2023

No, la natura non è altruista. Ed è questo il bello



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Dalle vespe ai virus: così l'interazione determina la salute e l'evoluzione degli organismi. Intervista a Maurizio Casiraghi, che interverrà a Science for Peace and Health 2023

No, la natura non è altruista. Ed è questo il bello

Che cosa sono e a che cosa servono le simbiosi? In che modo microrganismi e organismi interagiscono fra loro? Ne parliamo con Maurizio Casiraghi, professore di Zoologia e Prorettore alla Didattica presso l'Università di Milano Bicocca. Venerdì 17 novembre parteciperà alla Conferenza mondiale Science for Peace and Health 2023 in una sezione dedicata al tema "Altruismo e conflitto in natura tra animali e cervello". 

Professore, da dove è partito il suo interesse per la cooperazione nel mondo animale e per le simbiosi?

Per me osservare gli animali è stata una passione fortissima, sin da bambino. Mi interessavano le interazioni negli imenotteri, come le vespe. Sembrerà strano: gli insetti sono duri, non si possono nemmeno accarezzare, a molti danno fastidio, ma sono la maggior parte degli animali sulla Terra e mi affascinano. Osservandoli, sono giunto a studiare le interazioni con altri organismi, sino alle simbiosi intracellulari: esistono organismi che vivono all’interno delle cellule di altri organismi e ne influenzano la fisiologia e il comportamento, in una relazione profonda e complessa.

Che cosa può dirci l’osservazione delle simbiosi a proposito della gestione del conflitto?

La simbiosi è un bel modello, perché – semplificando – possiamo dire che gli organismi che interagiscono in una simbiosi mutualistica sono tendenzialmente degli egoisti. Mi spiego: la condizione di convivenza armonica fra due animali è il risultato di un processo, che può passare anche attraverso dei conflitti. Non c’è nulla di idilliaco, a partire dal fatto che una simbiosi mutualistica al 50% non esiste, c’è sempre una delle due parti in vantaggio. Dunque la simbiosi è anche il racconto di una risoluzione dei conflitti.

La biologia ci mostra che un conflitto può essere gestito?

Alcuni studi hanno mostrato che se rimuoviamo tutti i batteri dall’intestino di un animale, l’organo non funzionerà più. Il nostro intestino è il risultato dell’interazione con batteri “buoni” e batteri “cattivi”, in parte dipende dal nostro genoma e in parte dagli organismi che vivono con noi. È solo dall’insieme di queste interazioni che si sviluppa un intestino funzionale. La domanda allora è un po’ questa: noi evolviamo come singole specie oppure evolviamo come una comunità di organismi che interagiscono? Questo è uno dei grandi orizzonti della simbiosi: noi siamo comunità in evoluzione. È un concetto molto bello, perché ci dice che la nostra individualità è basata su una collettività. Partendo da questi aspetti scientifici si può ragionare anche su come potremmo funzionare meglio.

Possiamo dire che la cooperazione si afferma perché permette di sopravvivere meglio e di evolversi?

Le simbiosi non sono sempre vantaggiose per entrambe le specie che ne sono coinvolte; comprendono il mutualismo, ma anche il commensalismo (come i pesci che seguono gli squali, nutrendosi dei loro scarti) e il parassitismo (che prevede un vantaggio a fronte di uno svantaggio). Ma consideriamo l’esempio più “egoista”: un parassita. Ammazzare il suo ospite non è una buona idea, perché è la sua risorsa, la sua fonte di cibo. Lo sfrutta, probabilmente lo danneggia, talvolta lo può uccidere. Ma nel tempo sono spesso i parassiti che danneggiano meno l’ospite quelli che sopravvivono, si riproducono e si evolvono. A volte (non sempre) diventano meno nocivi. Anche in questo fenomeno possiamo vedere un’evoluzione verso la cooperazione. Attenzione: non perché il parassita “vuol bene” al suo ospite, ma perché in questo modo è più efficiente.

In questo senso, la soluzione dei conflitti è egoista. Non dobbiamo attribuire al mondo animale significati etici che non ci sono, ma è proprio questo il bello: una cooperazione positiva può venire fuori dal suo opposto, da un grande contrasto, semplicemente perché ognuno ne trae un vantaggio. Dobbiamo imparare a tenere conto del fatto che l’ecosistema di un organismo è formato non solo dall’ambiente in cui vive, dal clima, e via dicendo, ma anche dagli altri organismi. E questo è un aspetto molto importante per la sua evoluzione: non si è mai soli, si evolve sempre insieme agli altri, volenti o nolenti.

Sostieni la ricerca, sostieni la vita. Dona ora

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Sostieni la vita


Scegli la tua donazione

Importo che vuoi donare

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


In evidenza

Torna a inizio pagina