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Redazione
pubblicato il 24-07-2014

Che differenza c’è tra il Morbo di Alzheimer e le demenze senili?



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Mio nonno ha alcuni segni riconducibili al morbo di Alzheimer, ma il mio medico dice che si tratta di un'altra forma di demenza senile. Che significa?

Che differenza c’è tra il Morbo di Alzheimer e le demenze senili?

Risponde Fabrizio Tagliavini, direttore del dipartimento di malattie neurodegenerative dell’istituto Carlo Besta di Milano

 

Il morbo di Alzheimer è la più comune forma di demenza degenerativa che si manifesta soprattutto dopo i 65 anni. Alla base della malattia ci sono alcuni difetti genetici che favoriscono la sintesi di due proteine, la beta-amiloide e la tau, che favoriscono la formazione di ammassi in grado di distruggere i neuroni.

Chi soffre del morbo di Alzheimer ha forti disturbi delle memoria recente, avverte difficoltà di orientamento nello spazio e nel tempo, accusa problemi di concentrazione. Progressivamente tende a perdere l’autonomia.

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Le demenze vascolari hanno invece una causa diversa: sono provocate da piccoli infarti ripetuti che portano alla distruzione progressiva del tessuto cerebrale, ma alla base possono esserci anche patologie cardiovascolari croniche.

I disturbi cognitivi possono essere accompagnati da difficoltà motorie. In termini epidemiologici, la terza forma è rappresentata dalla demenza da corpi di Lewy, il cui profilo è simile a quello del morbo di Alzheimer. Ma in questo caso compaiono anche i segni del parkinsonismo: tremore e rigidità muscolare. Per diagnosticare una demenza da corpi di Lewy è necessario che non intercorra più di un anno tra la comparsa dei disturbi cognitivi e quelli parkinsoniani.

Chi ne soffre, inoltre, avverte allucinazioni importanti, che spesso non rispondono agli psicofarmaci, e disturbi del sonno nella fase Rem: spesso questi pazienti fanno sogni vivaci a contenuto angosciante. Infine vi sono le demenze fronto-temporali: in questo caso l’atrofia cerebrale coinvolge i lobi frontale e temporale.

Sono riconoscibili per una generale apatia, tendenza all’irritabilità e varianti linguistiche: come l’afasia (difficoltà di comprensione del linguaggio) e la disfasia (espressione compromessa).

La dieta per prevenire l’Alzheimer

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