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Essere normali

La normalità dei medici autorevoli e non autoritari, alla mano e non arroganti

Essere normali

Quando si è in una posizione di prestigio, l’importante è essere “normali”! Bravo primario o cattedratico è colui che non si mette tronfio su un piedistallo e ha nei rapporti umani una valenza positiva, non ha modi presupponenti e scegliere di essere un esempio positivo e non di arrogante superiorità. Colti ma non “spocchiosi”, autorevoli ma non autoritari. La “puzza sotto il naso” non giova a nessuno, soprattutto se si è un maestro. Un esempio positivo da imitare è stato Umberto Veronesi. Un grande amico! Me lo ha testimoniato nel libro “Abbiamo fatto molta strada” dove scrive: «Il mio amico Alberto Scanni, oncologo come me, ebbe per primo l’intuizione che una giornata passata in ospedale non dovesse essere per forza piena di noia e priva di comfort…».

Veniva definito un “professore alla mano”, ed era vero: gentile con tutti, grandi e piccoli. Aveva una visione della medicina “a tutto tondo” e l’aspetto umano della professione era per lui obiettivo concreto di vita. Ci siamo conosciuti negli anni settanta, l’amicizia non è mai cessata e nei momenti decisivi della mia carriera me l’ha sempre esternata con consigli e sostegni di cui gli sono profondamente grato. Ma era così con tutti: collaboratori, pazienti, parenti di malati incontrati sulle scale, personale vario del suo istituto. Questo significa essere “normale”, anche se si è un grande!



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