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I dubbi del malato

Un medico preparato al dialogo e all'ascolto deve aiutare i pazienti a sanare le fragilità dopo una malattia

I dubbi del malato

Dopo che si è avuto un intervento o è andata in remissione la malattia, c’è un senso di gioia profonda e di liberazione! Passano i giorni, le cose vanno bene, si migliora, i sintomi scompaiono, le condizioni generali ritornano pressoché normali, il senso di normalità viene recuperato nella vita quotidiana.

Ma più passano i giorni la serenità del dopo l’intervento comincia a lasciare spazio al dubbio. “E se non fosse così? E se fosse rimasto dentro qualcosa? E se il benessere fosse solo passeggero? E se le buone condizioni generali non volessero dire niente? E se l’ottimismo che mi hanno trasmesso i medici fosse solo di facciata? E se non è vero che la malattia può guarire? E se il colpo di tosse della scorsa settimana fosse un sintomo premonitore di una ricaduta? E se la febbre di qualche giorno fa non fosse influenza ma segno di malattia? E se compare una recidiva?".

La fragilità del malato è enorme ma se di fronte ai dubbi vede nel medico un amico può ritrovare pace interiore. Bisogna prima ascoltarlo e poi rasserenarlo, lontano dalla fretta degli ambulatori. Rasserenare l’ammalato è un’arte delicata e difficile, ci vuole stile, equilibrio emotivo, carica umana e parole giuste. Parlare è un atto delicato e la formazione da questo punto di vista è importante sia partecipando a corsi teorici, sia soprattutto a training formativi. Formati a parlare, ma anche a gestire emozioni, a vivere il silenzio come propedeutico a un incontro e non come barriera a un dialogo.



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