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Oncologia
Donatella Barus
pubblicato il 10-12-2013

Tumori del polmone: così si limiteranno le diagnosi inutili



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Il 18% dei casi scoperti dallo screening con Tc spirale non darebbe segni clinici. Da studiare biomarcatori e tecniche di imaging migliori

Tumori del polmone: così si limiteranno le diagnosi inutili

Dei tumori del polmone rilevati con una Tc spirale, 82 su cento sono effettivamente malattie pericolose, mentre 18 su cento probabilmente non sarebbero mai diventati significativi dal punto di vista clinico.

E’ la stima più recente del tasso di sovradiagnosi nello screening per il carcinoma polmonare in persone ad alto rischio. Pubblicata sulla rivista JAMA Internal Medicine, è il frutto di uno studio sui dati del National Lung Screening Trial, sostenuto dai National Institutes of Health, che ha confrontato la Tc spirale a basse dosi con la radiografia del torace in oltre 53.000 persone.

BIOMARCATORI

Gli autori, guidati da Edward F. Patz, del Duke University Medical Center di Durham (North Carolina), hanno concluso: «In futuro, quando ci saranno biomarcatori migliori e tecniche di imaging capaci di predire quali individui con una diagnosi di carcinoma polmonare svilupperanno una malattia più o meno aggressiva, le opzioni di trattamento potranno essere ottimizzate, e i programmi di screening di massa diventare strumenti più validi».

COSTI E BENEFICI - La sovradiagnosi, cioè l’individuazione di tumori indolenti o a crescita lenta, è un rischio insito in ogni screening, che è chiamato appunto a rilevare malattie in uno stadio precoce, quando ancora non hanno dato sintomi, così da aumentare le possibilità di cura e guarigione, e permettere l’uso delle terapie meno invasive possibili. E’ evidente che, nel caso della Tc spirale, l’obiettivo sia ridurre al minimo i costi e l’esposizione del paziente a radiazioni ionizzanti, sia pure in dosi molto basse, e a stress fisico e psicologico. La questione è tuttora dibattuta fra gli addetti ai lavori, ma l’esame ha mostrato di ridurre la mortalità per cancro del polmone nei forti fumatori, tanto che alcuni mesi fa l’American Cancer Society, la maggior charity al mondo in campo oncologico, ha incluso nelle sue linee guida l’indicazione allo screening per le persone a rischio, purchè adeguatamente informate sui benefici, limiti e rischi della metodica, e purchè i controlli vengano eseguiti in centri di elevata esperienza nella diagnosi precoce del tumore polmonare.

SI PUO' FARE MEGLIO - Giulia Veronesi, direttore dell’Unità di Ricerca Diagnosi Precoce e Prevenzione Tumore Polmonare dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, così commenta lo studio americano: «Il dato è in linea con i risultati precedenti e conferma la necessità di approfondire gli strumenti che possono rendere più efficace la diagnosi precoce di questa malattia. In uno studio pubblicato un anno fa avevamo stimato un 25% di tumori a lenta crescita (15%) o indolenti (10%), che dunque potevano in molti casi essere oggetto di una sovradiagnosi (di quelli a crescita rapida, il 60% circa è stato diagnosticato in fase I e curato con efficacia). In questi casi, per limitare i trattamenti inutili è anche fondamentale che la chirurgia toracica sviluppi modalità di intervento sempre più conservative, così come è accaduto nel caso di altre malattie oncologiche, in primo luogo il tumore del seno».

LA LOTTA AL FUMO - Va ricordato che il carcinoma polmonare è una patologia contro cui la medicina ha ancora armi spuntate, la diagnosi precoce è una strategia fondamentale per ridurre l’impatto della malattia, causata in massima parte dal fumo di sigaretta, che fa circa un centinaio di vittime al giorno in Italia. Da 10 anni è in corso lo studio Cosmos, giunto alla sua seconda fase, che punta a coinvolgere 10.000 forti fumatori e identificare 320 tumori, nell’80% dei cari guaribili se diagnosticati e operati in tempo. Accanto alla Tc spirale si sta studiando la possibilità di rilevare la malattia con un esame del sangue, utilizzando le molecole di microRNA come biomarker tumorali. Se la metodica venisse confermata potrebbe diventare lo strumento di un primo livello di screening, limitando il ricorso alla Tc ai soli casi dubbi. Non fumare e, se si fuma, smettere appena possibile restano la via più efficace di prevenzione del carcinoma del polmone.

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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